Tra vizi e virtù
di CHRISTINE MERRILL
Miss Paulette Montaigne è venuta dalla Francia per cantare nello scandaloso Vitium et Virtus, il circolo per gentiluomini più peccaminoso dell’alta società inglese. Però sa che la sua illibatezza la rende diversa… e come potrà fidarsi di quell'orso del suo protettore, Ben Snyder? I tempi del pugilato sono finiti per lui, e Ben ha imparato a usare più il cervello che i muscoli. Ma non per questo l’angelica Miss Montaigne è alla sua portata. Potrà proteggere Paulette e anche il proprio cuore? |
Era libero.
Il duca era venuto personalmente a Newgate con la carrozza con il suo stemma sulla fiancata. Da lì erano andati direttamente alla residenza di città dei Westmoor, dove Ben poté mangiare, fare il bagno, radersi e cambiarsi con abiti puliti.
Cercò di ringraziare Westmoor per il suo aiuto ma il duca agitò una mano per fermarlo. «Ho fatto il possibile per voi, naturalmente, ma se siete libero è Miss Montaigne che dovete ringraziare. Come merce di scambio ha sfruttato a proprio vantaggio il dono che le aveva fatto Danvers.»
Ben ripensò al loro bacio… per la centesima volta quel giorno. «La ringrazierò sicuramente appena la vedrò.»
«Lo immaginavo» sorrise il duca, sornione. «Era fuori di sé per l’angoscia al pensiero di avervi perso. Per questo ci siamo fermati qui prima di tornare al club. Un gentiluomo deve farsi vedere al meglio da una bella donna che gli è tanto devota.»
Devota. Non gli serviva il vocabolario per comprendere il significato di quel termine. Ben si passò un dito sul mento rasato di fresco e sorrise anche lui. «Verissimo, Vostra Grazia.»
Declinò l’offerta di essere accompagnato in carrozza al club. Dopo una settimana in carcere, l’aria maleodorante di Londra aveva un profumo dolce che non aveva mai immaginato potesse avere. E perché non aveva mai notato il cinguettio degli uccellini a Jermyn Street quando arrivò alla porta laccata di nero del club?
«Mr. Snyder!»
«Ben è tornato!»
Servitori e musicisti lo circondarono per stringergli la mano e dargli pacche sulle spalle. Ballerine e modelle, cuoche e cameriere lo abbracciarono e lo baciarono come se avesse sgominato da solo l’esercito di Napoleone.
Ma c’era un volto che non aveva ancora visto. Si guardò intorno in cerca di una chioma rossa e una risata argentina. Forse, dopo l’accaduto, Paulette era troppo spaventata per rimanere lì? Non l’avrebbe biasimata. Westmoor gli aveva detto che Danvers era fuggito nel Continente per evitare ulteriori imbarazzi. Magari lei aveva fatto lo stesso.
Quando la folla si disperse, Ben salì in camera. Il giorno dopo era mercoledì e il club avrebbe riaperto come se non fosse successo niente. Avrebbe fatto meglio a godersi il tempo libero, anche a costo di rimanere chiuso in camera per celare la sua delusione per l'assenza di Paulette.
Ma trovò la porta della camera socchiusa e, benché non temesse intrusioni, si scostò e la spalancò con il piede.
La sua cautela fu accolta da una risata familiare proveniente dall’interno.
Rimase sulla soglia per un istante, trattenendo il fiato, con il batticuore, incredulo. Paulette Montaigne era seduta sul suo letto.
«Ho la porta rotta» gli spiegò lei. «L’ha spaccata un omaccione con un calcio. Spero non vi dispiaccia se resto qui finché non sarà riparata.» Dondolava le gambe come una monella maliziosa, ma non era una bambina e sapeva quello che faceva, perché da sotto la gonna spuntavano i piedi nudi.
«Non mi dispiace affatto, Miss Montaigne» rispose Ben, cercando di non pensare alle sue lunghe gambe nude.
Lei batté sul materasso accanto a sé. «Non è ora di chiamarmi Paulette e darmi del tu?»
«Paulette» mormorò Ben.
Lei sorrise. «E posso chiamarti Benjamin?»
Poteva chiamarlo come voleva. Ben si sedette accanto a lei, incapace di pensare e ancor meno di parlare.
E non fu più facile quando lei si tolse di dosso l’abito di mussolina bianca e lo lasciò cadere a terra. «Le ragazze dicono che ti piaccio, ma tu sei timido. Spero che non mi respingerai se ti farò capire che cosa voglio…»
«Se ne sei sicura» disse lui finalmente. Non aveva abbastanza fiato per aggiungere altro.
«Oui» disse lei, stendendogli le braccia.