Una passione a tutto gas
di LORI BORRILL
Drake Whitley, editore di una rivista di successo, vive la vita alla massima velocità, rallentando solo per gustare le raffinatezze che la vita può offrire: un ottimo Scotch e una donna sensuale. Quando intraprende un viaggio da New York a Memphis a bordo della sua nuova macchina, Drake è più che felice di prendere un passaggio da una bellezza locale, Bonnie Bristol. La reazione chimica tra loro è inevitabile e, come se non bastasse, la fortuna vuole che lei non nasconda affatto di essere interessata a un’esperienza di sano sesso senza complicazioni. Della serie… l’importante è tenersi fuori dai guai!
Che cosa fare quando l’attrazione si trasforma troppo in fretta in un sentimento più serio e il desiderio diventa bisogno? Può l’avventura di una notte trasformarsi in una relazione stabile?
Drake tenne stretta Bonnie baciandola con avidità, come se volesse imprimere nelle sue viscere ogni singola goccia di vita di lei. Come se volesse portar via con sé più di un semplice ricordo. Anche se adesso non voleva pensarci, sapeva che l’indomani mattina, la prima cosa da fare sarebbe stata andar via da quella città.
Non avrebbe voluto che quel pensiero gli fosse così doloroso, sapeva che quel dolore nascondeva un pericolo. Bonnie Bristol stava entrando nella sua mente, nei suoi pensieri; ma soprattutto nel suo cuore. E non gli piaceva.
Negli ultimi tre giorni, quella splendida, superba creatura di nome Bonnie l’aveva stregato. L’intensità con cui avevano fatto l’amore, la forza d’animo che lei possedeva e la sua acuta intelligenza, unita ai suoi splendidi occhi e alle curve mozzafiato, costituivano per lui un insieme pericoloso. Lei stava prendendo il sopravvento su tutto, e Drake non si sentiva preparato.
A cavalcioni su di lui, Bonnie muoveva il suo corpo sinuoso a un ritmo che lo faceva impazzire. Ogni volta che avevano fatto sesso, era come se lei imparasse a conoscerlo e a capire cosa lo mandava in estasi. Se si fosse trattato solo di sesso, Drake non avrebbe potuto chiedere di meglio. Ma sapeva bene che non si trattava solo di semplice intesa sessuale. Durante quei giorni erano passati dal fare sesso al fare l’amore. L’attrazione era diventata affetto e il desiderio si era tramutato in bisogno.
Tutto ciò spaventava Drake e lo spingeva a divorare Bonnie con la bocca, con le mani e con il suo membro dentro di lei. Il suo corpo si univa a quello di lei, ma stavolta Drake non voleva prolungare l’estasi, voleva arrivare subito all’orgasmo, farla finita lì, in quell’istante. Cominciò a muoversi sotto di lei sempre più rapidamente.
Bonnie era madida di sudore, mentre cercava di adattare il suo corpo al ritmo accelerato di Drake. Il respiro divenne affannoso e Drake si accorse così che era vicina all’orgasmo. “Forza, baby” mormorò, senza tuttavia fermarsi.
“Aspetta…” lo avvisò lei, “altrimenti non posso…” le parole le morirono in gola.
Drake cominciò a baciarle e succhiarle i seni, leccandole i capezzoli. Sentiva gli spasmi di piacere di Bonnie mentre continuava a muoversi su di lui. Drake accarezzò la sua pelle bagnata dal sudore, mentre spingeva sempre più il suo pene dentro di lei. il corpo di Bonnie si contrasse e infine esplose in un orgasmo violento.
Drake non poté trattenersi e arrivò anche lui all’apice del piacere. Un orgasmo lungo, profondo che lo sfiancò ma di cui sembrava non averne mai abbastanza.
Si maledisse quasi con rabbia. Era arrabbiato con se stesso, perché aveva permesso a una donna di arrivare direttamente al suo cuore. Fin dall’inizio quel viaggio non aveva fatto altro che andare di male in peggio e ora Drake si sentiva inerme, come se non fosse capace di sistemare le cose, di tornare al punto di partenza. Aveva seguito il suo istinto ma ora l’istinto lo stava tradendo, lo stava ponendo di fronte a domande a cui non voleva rispondere e si sentiva sempre più confuso e affamato.
Aveva imboccato una via senza uscita, lo sapeva. Bonnie era piena di vita, sexy e si trovava nei guai. Una gentil donzella da salvare, come nelle favole. E lui stava cascando nella rete del principe azzurro che accorre in aiuto. Si sentiva un adolescente alla prima cotta. Non aveva dubbi: se voleva uscire da quella dannata situazione, doveva andare via da Dahlia. Fuggire da tutto questo casino e tornare immediatamente alla normalità. Sempre se la sua vita fosse da considerarsi normale.
Quando i loro respiri divennero regolari, Drake strinse Bonnie a sé e cominciò a pensare a come uscire indenne da quella situazione.
* * *
Bonnie e sua madre stavano lavorando nel giardino sul retro del Bristol House. Toglievano le erbacce per sistemare i filari di pisellini dolci che avevano piantato dopo l’inverno. I ramoscelli erano germogliati in splendidi fiori bianchi che abbellivano lo steccato. Quegli stessi germogli sarebbero presto diventati ottimi pisellini.
Sembrava stupido perdere tempo e affannarsi per crescere piante di cui non avrebbero goduto i frutti: entrambe sarebbero andate via prima di raccogliere i pisellini dolci, perché avrebbero ceduto la casa alla banca. Tra non molto sarebbero piombate nel caos: avrebbero dovuto svuotare la casa, aspettare l’asta giudiziaria e consegnare le chiavi al nuovo proprietario.
Quel pensiero rattristò Bonnie fin quasi alle lacrime. Sua madre si tratteneva a stento dal piangere, cercando di mantenere un certo contegno anche se le costava molta fatica.
“Un giorno potrò ricomprare Bristol House, lo sento…” mormorò Bonnie più a se stessa.
Sarah alzò lo sguardo verso sua figlia. Aveva raccolto qualche erbetta speziata per farcire gli scones che voleva di preparare più tardi. “Che intenzioni hai?” le domandò.
“Le proprietà si vendono e si comprano, mamma. Le case non vanno via, non hanno le gambe. Una volta che sarò ben pagata per il mio lavoro, ricomprerò il nostro B&B.”
Sua madre sorrise e scosse la testa. “Credo che sia giunto il momento di pensare a te stessa, bambina mia. Hai passato fin troppi anni a rimediare i danni provocati da tuo padre. So che hai fatto tutto ciò che potevi e te ne sarò grata per sempre. Ma adesso, voglio solo che tu sia felice.”
Bonnie aveva atteso quelle parole fin dal giorno in cui era morto suo padre: il benestare di sua madre e l’opportunità di pensare finalmente solo a se stessa. Purtroppo, però, non riusciva a gioire di quella agognata libertà. Tutto ciò che voleva dalla vita, era andato via da Nashville il giorno prima…
Era stupido, lo sapeva, continuare a pensare a un uomo con cui aveva passato solo tre giorni. Come poteva pensare a lui come a una persona speciale che avrebbe potuto cambiarle la vita? Si conoscevano appena e non riusciva nemmeno a immaginare come lui passasse le sue giornate, o che cosa gli piacesse fare davvero. Per quello che ne sapeva, Drake poteva anche essere un orco sul lavoro, uno di quei manager spietati senza rispetto per i propri dipendenti. Poteva anche essere come suo padre Jimmy, che aveva sposato sua madre Sarah ma che correva dietro alle gonnelle appena ne aveva l’opportunità. Drake poteva anche essere uno di quegli uomini che odiavano i bambini e gli animali domestici. Un uomo odioso, insomma. Allora, come spiegare quel senso di perdita che sentiva nel suo cuore?
Perché sai bene che Drake non è nulla di ciò che hai pensato… ripeté inutilmente a se stessa.
Per la ventesima volta da quando si era svegliata, rammentò a se stessa che non doveva pensare a Drake. Non poteva permettersi di correre dietro a un uomo. Non ora. Non quando sua madre aveva un disperato bisogno di lei.
“Sarò felice, mamma, solo quando questa casa tornerà ad appartenere alla nostra famiglia e quando avrò la certezza che nessuno mai potrà togliercela.”
Le squillò il cellulare. Bonnie si sfilò i guanti per rispondere e controllò sul display chi la stesse chiamando. “Parli del diavolo…” mormorò quando vide che si trattava della banca che aveva l’ipoteca sulla casa.
Probabilmente la stavano chiamando per chiederle se aveva ricevuto l’ordinanza di sgombero di due giorni prima. Il primo istinto fu di non prendere la chiamata, ma sapeva bene che non avrebbe potuto esimersi - prima o dopo - dal fronteggiare la realtà.
“Parlo con Sarah o Bonnie Bristol?” chiese una voce femminile dall’altro capo del telefono.
“Sono Bonnie, mi dica.”
“Salve, sono Wendy Sinclair della Banca West Side. La chiamo in merito alla proprietà in via Berry Hill Drive numero 24.”
Bonnie si alzò in piedi. Era rimasta accovacciata sulle piante di piselli dolci fino a quel momento. Spazzò via il terriccio dalle ginocchia mentre ascoltava l’impiegata della banca. Quando finalmente capì la vera ragione per cui era stata chiamata, Bonnie fece inavvertitamente scivolare i guanti a terra.