Sangue cherokee
di SHERI WHITEFEATHER
Daniel nascondeva qualcosa che lei non riusciva a intuire...
Daniel e suo padre erano seduti uno di fronte all'altro in un pub del Padiglione Cherokee. Il padiglione era nuovo, come il Casino chiamato Harrah's. La sua terra natale si stava trasformando in una specie di Las Vegas, pensò Daniel con un velo di amarezza.
Guardò l'uomo che aveva abbandonato sedici anni prima: George Crow era invecchiato, ma le rughe intorno agli occhi e il tocco di argento nei capelli lo rendevano ancora più affascinante.
«Allora, che cosa ne pensi di tutto questo?» chiese al padre, facendo un ampio gesto a indicare quanto li circondava.
George sollevò lo sguardo dal piatto. «È un bene per la Gente Vera come noi» rispose usando un termine tradizionale per definire i Cherokee. «Si dividono i profitti.»
Daniel sorrise. Suo padre era ancora un uomo all'antica, ma sembrava fosse riuscito ad accettare l'evoluzione della sua gente e il fatto che vivessero in un mondo sempre più moderno. Era sempre di più un saggio, orgoglioso guerriero Cherokee.
«Sei cambiato, papà.»
«Anche tu, Piccola Lince. Ma hai perso molto.»
Il viso di Daniel impallidì. A dispetto del suo successo finanziario, non poteva negare gli anni di turbamento e fatica che gli erano costati. Aveva raccontato a suo padre di Clarissa e del bambino, pregando che vivessero in pace nelle Terre della Notte.
Prese la tazza di caffè e guardò fuori dalla finestra. Il gelo avvolgeva ogni cosa, ricordando loro che Natale sarebbe arrivato tra pochi giorni.
Natale... Ora quella festa gli faceva pensare a Tracy e Parker, ai loro sorrisi e alle loro risate. Gli mancavano tremendamente. Aveva spedito a Parker qualche libro e dei giocattoli comprati in uno dei negozi della Riserva, ma non era riuscito a trovare un regalo appropriato per Tracy.
Non c'era nulla che potesse esprimere quello che sentiva per lei. Aveva cambiato la sua vita, spingendolo ad affrontare il passato.
«Ti ho rattristato?» chiese George intuendo i suoi tristi ricordi.
Daniel riportò lo sguardo sul volto del padre. Scosse la testa, sperando di non sembrare un uomo solitario come si sentiva nel profondo dell'anima. «No, sto bene.»
«Non mi pare affatto che tu stia bene.»
«Davvero. Mi sembra solo strano essere di nuovo qui.»
«È bello riaverti qui.»
Si guardarono, da uomo maturo a uomo maturo. Daniel sentì un nodo formarsi in gola. «Mi... mi sei mancato.»
«Anche tu a me.»
Prima di trovarsi a fronteggiare l'imbarazzo dei propri occhi umidi, Daniel tagliò la bistecca. Le emozioni sembravano scontrarsi in lui, cercando vanamente un equilibrio.
Non riusciva a ricordare quando fosse stata l'ultima volta che aveva cenato con suo padre in un ristorante. Allora non aveva abbastanza denaro. Si accigliò, sorseggiando il caffè. George Crow viveva ancora nella stessa casa modesta, sulla stessa piccola collina. «Perchè mi hai restituito gli assegni?»
«Che cosa avrei fatto con tutti quei soldi? Qui ho tutto quello che mi serve. I turisti vengono in estate, e gli inverni trascorrono sereni e tranquilli. È abbastanza per me.»
«Vuoi che resti con te papà? Che torni a vivere qui alla riserva?»
«È questo che vuoi anche tu?»
«Penso che sia parte della nostra vita, e io voglio essere di nuovo un Cherokee.«
«Puoi far parte della Gente Vera senza vivere qui. Prima non pensavo così, lo so, ma ora l'ho capito.» Posò la forchetta sul piatto, «Tu e io apparteniamo a generazioni diverse, ma siamo entrambi Cherokee dentro. A tutti gli effetti. E siamo ancora padre e figlio.»
Imbarazzato, Daniel posò le mani sul tavolo. «Come puoi dirlo dopo che ho rinnegato la mia eredità, il mio stesso sangue?»
«Perché hai superato la battaglia. Sapevi che era sbagliato e questa consapevolezza ha influenzato ogni cosa che facevi. E alla fine sei tornato.»
«È stata una strada lunga e difficile.» E lo stupiva il fatto che suo padre lo perdonasse così facilmente.
«Non avrei dovuto essere così duro con te, né così ottuso. Avrei dovuto incoraggiarti a provare le tue ali.»
«Grazie. Questo significa molto per me.»
«E il fatto che tu sia tornato significa molto per me.» George sorrise, ma rapidamente quella luce si spense. «Posso vedere che sei confuso. Chi è lei, figlio? Chi cammina nella tua anima?»
Daniel trattenne il respiro. «Pensi che io sia... innamorato?»
Suo padre lo fissò negli occhi. «Può succedere più di una volta. Tua moglie e tuo figlio se ne sono andati da molto tempo, e ora il tuo cuore batte per un'altra persona, vero?»
***
Il cuore di Daniel pulsava freneticamente contro le costole. Era in piedi davanti alla porta di Tracy, con suo padre dietro di lui.
Tracy li guardò entrambi, stupita. «Oh, santo Cielo, ma...!»
Indossava un abito color vinaccia, i capelli erano raccolti sulla nuca. I soliti riccioli troppo ribelli le ricadevano come una cornice dorata intorno al viso. Daniel avrebbe voluto abbracciarla e non lasciarla mai più.
«Ciao, Tracy!» disse invece. «Buon Natale.»
«Ciao.» Lei batté le palpebre, confusa, e Daniel le presentò suo padre.
George sorrise e le prese la mano. «Che donna graziosa hai scelto, figliolo» commentò fissandola intensamente.
«Grazie» replicò lei imbarazzata. «Entrate, vi prego.»
C'era un delizioso aroma di cibo nell'aria. Un tacchino stava rosolando nel forno, una torta di zucca si stava raffreddando sul davanzale.
Entrarono nel salotto, e nella penombra scintillavano miriadi di luci natalizie che decoravano un grande abete. C'erano nastri colorati e ghirlande appesi un po' ovunque, e sul pavimento giacevano decine di carte da regalo appallottolate. Parker e Tom erano seduti sul divano e stavano ammirando i nuovi giocattoli di Parker.
Tom sorrise e Parker balzò in piedi per correre incontro a Daniel. Lui sollevò il bambino tra le braccia e lo strinse forte, accarezzando il solito ciuffo ribelle. Ecco il vero significato del Natale, pensò. Famiglia, amici, e una sensazione di calore nel cuore.
Tom e George si piacquero immediatamente, e si misero a chiacchierare come vecchi amici. O forse come due vecchi saggi che apprezzano le cose semplici che la vita può offrire.
Quando lei andò in cucina a controllare la cena, Daniel la seguì. Si appoggiò contro il piano di lavoro e sospirò.
«Sono così stupita di vederti qui... E con tuo padre, poi!»
«Voleva conoscerti.»
«Davvero? Come mai?»
«Perché gli ho detto di te e Parker, e di quanto mi avete aiutato.» Daniel si accorse che era nervosa. Tracy sembrava stanca e preoccupata, e Daniel si augurò che avrebbe accettato il regalo che aveva per lei.
«Dopo le feste ti trasferirai nel Nord Carolina?» «No. Papà tornerà alla Riserva, ma io resto qui.»
Lei gettò indietro un ricciolo che le era caduto davanti agli occhi. «Davvero?»
«Sì.» Le si avvicinò. «E.Io.» Fece una pausa e frugò nella giacca. Le porse un piccolo pacchetto accuratamente incartato e attese che lo aprisse, troppo agitato per mettere insieme un discorso.
Tracy armeggiò con la carta e quando finalmente aprì la scatola lo guardò interrogativa.
***
Qualche ora più tardi Tracy e Daniel erano seduti sotto il portico. Aveva cominciato a nevicare, ma Tracy non sentiva freddo. L'uomo che amava le aveva appena chiesto di sposarla, e l'anello scintillava come una stella sul suo dito.
A volte i desideri diventano realtà, pensò estasiata.
«Quando l'hai capito?»
«Che ti amavo?» I capelli di Daniel ondeggiavano come lembi di seta nell'oscurità. «Non saprei. Forse è successo quando ti ho visto per la prima volta, semplicemente. Ma non volevo ammettere a me stesso di essere capace di amare ancora.»
Lei posò il capo sulla sua spalla e guardò i fiocchi di neve cadere a terra. «Dove abiteremo?»
«A Orchid House, se per te va bene. C'è un sacco di spazio là, e spero che.» Le sfiorò il collo con un tenero bacio. «Che tu mi dia una squadra di bambini, tesoro.»
Tracy immaginò Parker attorniato da tanti fratelli e sorelle. Quell'immagine la riempì di gioia. Si gettò tra le braccia di Daniel, pensando che sarebbe stato un padre premuroso e forte. «Bambini Cherokee» mormorò felice.
«Già.» Le sorrise, e l'orgoglio faceva splendere i suoi occhi.
Appena le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato, l'aria sembrò riempirsi del profumo di orchidea.
Tracy chiuse gli occhi per godersi quel dolce contatto. Ringraziò gli angeli di Daniel per averli benedetti con un amore che sarebbe durato per sempre.