Sangue cherokee
di SHERI WHITEFEATHER
Daniel nascondeva qualcosa che lei non riusciva a intuire...
Tracy si servì l'insalata. «Siamo usciti insieme per anni» continuò lasciandosi quasi inconsciamente andare al racconto della sua relazione con Brad. «Eravamo molto giovani e... non abbiamo mai parlato di avere un futuro insieme. Quando sono rimasta incinta, lui rimase sconvolto. Mi ha sposato solo perché Tom l'ha costretto a prendersi le sue responsabilità.»
«L'hai più sentito, da allora?»
«Una volta, quando mi ha annunciato che voleva il divorzio...»
«Ah... mi dispiace.»
Tracy non riuscì a trattenere una smorfia. «Non lo amavo quanto avrei dovuto, ma ho desiderato davvero che la nostra storia funzionasse. Avrei voluto che il nostro rapporto fosse speciale.»
Daniel la guardò con simpatia. «Molti si sposano per il bene di un bambino, ma non sempre si rivela è un motivo sufficiente.»
«Io pensavo che per me sarebbe stato diverso.» Aveva cercato di convincersi che Brad fosse il grande amore della sua vita, anche se il cuore le aveva sempre detto che non era così. Ricordava ancora quando ingenuamente credeva che un figlio li avrebbe avvicinati. Invece la loro vita insieme era diventata ancora più stressante, dopo la nascita di Parker, e Brad non era quasi mai stato in grado di gestire una moglie, un bambino e i doveri che questa scelta comportava.
«Il matrimonio è stato un fallimento fin dall'inizio, ma spero ancora che le cose cambino... soprattutto per Parker. Brad non ha il diritto di abbandonarlo.»
Daniel smise di mangiare. «Parker ti chiede di suo padre?»
«Lo faceva una volta, ma ora si è rassegnato non più. Aveva solo un anno, per cui non ha alcun ricordo che possa farlo sentire triste. Forse proverà rabbia nei suoi confronti quando sarà adolescente, ma ci penserò in quel momento a come affrontare la situazione.» Prese un involtino e cominciò a tagliarlo, per tenersi occupata.
«Tom è quello che ha dovuto affrontare più problemi. Avrebbe voluto che suo figlio fosse più simile a lui, che apprezzasse le cose semplici. Ma Brad non era felice qui, non sopportava la vita di una cittadina provinciale. Discutevano continuamente, la lite peggiore è stata quando Brad se n'è andato.»
«E non hanno mai fatto pace?»
«No. È vero che, a volte, Tom era troppo duro con suo figlio, ma penso che Brad abbia ancora più torto per come ha trattato suo padre. Essere costretto a sposarmi non ha migliorato la situazione.»
Il silenzio scese nella cucina. Daniel scivolò in avanti sulla sedia e Tracy sentì il suo piede sfiorare il proprio sotto la tavola. Evitando il suo sguardo, si ritrasse in fretta e afferrò la saliera con espressione tesa.
«Ho detto qualcosa che ti ha ferito?» chiese. Aveva aperto troppo in fretta il suo armadio pieno di scheletri?
«Non voglio che pensi che io sia come Brad.»
Il suo cuore cominciò a battere più in fretta. «Perché dovrei?»
«Perché nemmeno io frequento mio padre. Non gli parlo praticamente da sedici anni.»
«Oh...» Lei era senza parole. Si sporse un po' in avanti. «È un periodo... lungo.» Troppo lungo, pensò.
«Per quali motivi non vedi più tuo padre?» gli chiese, ancora scossa dallo strano parallelismo tra il suo ex marito e Daniel Crow.
Daniel accarezzò distrattamente la saliera. «Sono cresciuto in una riserva indiana» confessò vedendo l'espressione scossa di Tracy. «Si chiama Qualla Boundary. Sono circa cinquantaseimila acri dalle parti delle Great Smoky Mountains.» Non era facile per lui trovare le parole adatte a descrivere il mondo primitivo da cui proveniva.
«E non ti piaceva vivere là?»
Lui scoppiò a ridere. Era una risata priva di allegria. «Lo odiavo. Mio padre è quello che si dice un indiano Cherokee tradizionale. Mi ha allevato ben lontano dalla civiltà. Tutto doveva essere fatto secondo lo stile degli Cherokee. Non c'era spazio per nessun comfort moderno, nella nostra vita.»
Tracy gli porse l'insalata. «E tua madre? Sei stato lontano anche da lei per tutti questi anni?»
«Purtroppo lei morì di polmonite quando ero ancora piccolo. Ricordo mio padre che svolgeva la cerimonia funebre per lei, cospargendosi il capo di cenere e bruciando i suoi resti. Tutto mi sembra così lontano, adesso... Quando ci siamo purificati nel fiume, io ho pianto. Non riuscivo a credere che se ne fosse andata per sempre.»
Tracy lo fissò. «Mi dispiace.»
«Anche a me.» Per quanti anni aveva anelato al tocco materno di una donna che lo tenesse stretto, consolandolo? «Le mie zie ci hanno aiutati, ma ovviamente non era la stessa cosa. Erano più vecchie, quasi delle nonne. Però almeno non erano tradizionaliste come mio padre.»
«Quindi non tutti vivono alla vecchia maniera, nella riserva?»
«No. Qualcuno ha costruito delle case abbastanza moderne, altri sono andati al College.» Bevve un altro sorso d'acqua. «All'epoca io e mio padre avevamo a malapena di che vivere, e dovevamo fare affidamento sul turismo, per mangiare. Quello che mi pesava di più, però, era il comportamento di papà. Era un artigiano dannatamente bravo, ma non voleva vendere i suoi gioielli al negozio di souvenir locale. Era molto umiliante, per me, essere costretto a intrecciare perline e dipingere magliette per procurarmi il pasto della giornata.»
Tracy annuì. «Suppongo avrete discusso tra voi di questo.»
«Quanto più cercavo di fargli capire che volevo lasciare la riserva, tanto più si arrabbiava. Questa è la tua terra natale, mi diceva. Questo è il posto a cui appartieni. Gli indiani Cherokee sono discendenti di coloro che si sono nascosti nel cuore delle montagne pur di non essere costretti ad abbandonare la loro terra.»
«È un'eredità importante, Daniel.»
«Lo so.» Un'espressione strana apparve per un attimo sul suo viso, l'ombra di un senso di colpa. «Ma io avevo il diritto di trovare la mia strada. Avrei voluto che mio padre capisse, che mi sostenesse, ma non l'ha mai fatto.»
«Così te ne sei andato?»
«Ma non prima di un ultimo grandioso litigio. E non senza rinunciare alla mia eredità, come la chiami tu.»
Tracy aggrottò la fronte. «Dove sei andato?»
«Nel Sud Carolina, a Charleston. Avevo diciotto anni ed ero deciso a diventare ricco. È diventato l'obiettivo della mia vita.»
Distolse lo sguardo da Tracy, incapace di parlarle del resto della sua vita, della moglie e del figlio che aveva sepolti. Daniel non voleva ammettere quanto si sentiva perso e disperato quando si era rinchiuso tra le pareti stregate di Orchid House.