Ritorno a Greenwood House
di DEBORAH HALE
Alcuni anni prima il padre della ricca ereditiera Rosemary Greenwood le aveva proibito di sposare il giovane soldato Merritt Temple, a causa della sua povertà. Ora Merritt è un ricco vedovo ed è tornato in paese con un figlio di pochi mesi. Rosemary, però, è troppo orgogliosa per raccontargli che, nel frattempo, la sua famiglia è caduta in disgrazia in seguito alla vita dissipata del padre e che lei e i suoi fratelli stanno disperatamente cercando di salvare la loro casa dagli attacchi dei creditori. Ma anche Merritt nasconde un segreto...
"Voi?" Merritt guardò Rosemary come se gli avesse fatto una proposta indecente. "Passare qui la notte? È assolutamente folle!"
"Perché? Me la so cavare bene con i bambini... l'avete detto anche voi. E poi sono l'unica persona che avete a disposizione, in questo momento. A parte il fatto che mi farebbe veramente piacere. Se andassi a casa, non farei altro che agitarmi e rigirarmi nel letto tutta la notte, preoccupandomi per il bambino."
Non le era capitato spesso di vedere Merritt Temple arrabbiato. Ma in quel momento le sue sopracciglia scure si aggrottarono e Rosemary immaginò quanto timore potesse incutere ai nemici e ai suoi subordinati.
"Siete forse così innocente da non capire, Rosemary?" le chiese lui estremamente seccato. "Una donna nubile che trascorre la notte a casa di un uomo non sposato... pensate al tuo buon nome!"
Ma lei non si lasciò intimidire. "Che differenza potrebbe fare, se sto qui di giorno oppure di notte? Non potrei comunque dormire. E poi, che cosa potrebbe accadere di tanto indecente, quando dobbiamo badare a un bambino malato?"
Con quelle parole le vennero in mente ogni sorta di immagini, così vivide da farla arrossire. Pensò a se stessa tra le braccia di Merritt, alle loro labbra premute insieme, alla sua mano che le sfilava le forcine dai capelli mentre l'altra...
Rosemary deglutì a fatica.
Immaginò l'altra mano che la toccava attraverso la stoffa dei vestiti. Magari accarezzandole il fondo schiena...
Stava forse venendo la febbre anche a lei?
"Per l'ultima volta, Rosemary... no. Non metterò a repentaglio la vostra reputazione."
"Per l'ultima volta, Merritt... sì, invece! Potrei mandare a chiamare Ivy, così che ci tenga compagnia... ma è così eccitabile nei momenti di crisi; sarebbe solo di intralcio. Lasciate che sia io a preoccuparmi del mio buon nome. Pensate a vostro figlio, piuttosto."
* * *
Il bambino tossì di nuovo. Un rumore sordo e rauco che non sembrava neanche umano.
"Oh, caro! È tosse difterica." Rosemary scosse la testa e lanciò a Merritt un'occhiata di sfida. "Peggiorerà durante la notte. Per fortuna so che cosa fare. Ora, a meno che non vogliate sollevarmi di peso e portarmi a casa recalcitrante - scelta che potrebbe danneggiare veramente le nostre rispettive reputazioni - vi consiglio di piantarla di discutere e di chiedere alla cuoca di mettere sul fuoco molte pentole basse piene d'acqua e di chiudere la porta della cucina."
Per un attimo Merritt sembrò non avere sentito. Poi si riprese. "Se insistete..." mormorò.
"Sì" replicò Rosemary decisa. Quanto avrebbe voluto pronunciare quella stessa parola davanti a un prete!
"Molto bene, allora." La voce di Merritt aveva una nota di rispetto nei confronti di un'avversaria che l'aveva saputo fronteggiare. "Vi ringrazio infinitamente." E si diresse con determinazione verso la cucina.
Harry tossì di nuovo, poi ricominciò a lamentarsi.
"Povero caro!" Rosemary gli strofinò una guancia. "Adesso ti cambierò e poi ti porterò in cucina. Il vapore dovrebbe aiutarti a respirare."
Anche se aveva insistito con Merritt per fermarsi, un brivido le percorse la schiena. L'avrebbe mai potuta perdonare, se Harry fosse peggiorato invece di stare meglio?
E lei avrebbe mai potuto perdonare se stessa?
* * *
Merritt Temple poteva ricordare solo altre due notti così lunghe e piene di preoccupazioni come quella che stava vivendo. Una era stata la notte in cui Harry era nato, l'altra la notte in cui Rosemary Greenwood gli aveva detto di cercare di dimenticarla.
Come avrebbe potuto immaginare che si sarebbero ritrovati insieme a combattere per difendere la vita di suo figlio?
Rosemary l'aveva assicurato che la difterite era una malattia piuttosto frequente nei bambini e non sempre pericolosa come si sarebbe potuto pensare. Ma lui non riusciva a crederle, anche se avrebbe tanto voluto. La vita gli aveva portato già via troppe persone care.
"Potete tenere Harry, mentre cerco di dargli un po' d'acqua zuccherata?" Mentre parlava, Rosemary si tolse un ricciolo ribelle dalla fronte.
L'aria ricca di vapore della cucina le aveva increspato i capelli, che formavano una sorta di alone intorno alla testa. I suoi occhi erano segnati dalla fatica e dalla preoccupazione. Ma a Merritt non era mai sembrata così bella come in quel momento.
Avrebbe voluto dirglielo, ma prima che avesse trovato le parole, il bambino venne scosso di nuovo da un potente attacco di tosse.
"Zitto, piccolo mio. Ssh! Vedrai che andrà tutto bene."
Harry gemette e cercò di respirare a fatica e lo stesso Merritt trattenne il respiro per lo spavento.
"Su, su, Harry!" Massaggiando la schiena del bimbo, Rosemary si mise a cantare una dolce ninna nanna.
Il suono della sua voce sembrò tranquillizzare il piccolo e la sua vicinanza ebbe un effetto analogo su Merritt.
"Si riprenderà?" chiese lui senza riuscire a nascondere il disperato bisogno di ricevere rassicurazioni.
"Certo!" rispose lei con un sorriso luminoso. "Vedrete che questo piccolino riuscirà a tenerti molto occupato, quando sarà più grande."
"Spero che abbiate ragione" mormorò lui con voce soffocata. "Harry è l'unica gioia che sia riuscito a darmi il mio matrimonio. Se lo perdessi..."
A quelle parole si voltò per non far vedere a Rosemary che stava piangendo.
Mentre si girava, le spalle di Merritt si incurvarono verso il bambino malato e Rosemary sentì l'impulso improvviso di stringerli entrambi al petto e di confortarli.
"La vostra unica gioia?" chiese poi in un soffio. Si poteva dire qualcosa di più tragico di un matrimonio? "Forse volevate intendere che è stata la gioia più grande!"
"La più grande... e l'unica. È stata certo una benedizione, ma avrei desiderato di più."
Prima che Rosemary potesse replicare, Merritt parlò di nuovo. "Per Sophia, io sono stato una sorta di trofeo da conquistare, perché i giornali mi avevano dipinto come un eroe. Una volta soddisfatta la curiosità iniziale, però, lei si è ben presto stancata di me."
Se Rosemary l'avesse sposato quando era il momento, lui non sarebbe diventato preda di una donna così arida! Ma se anche si fosse sforzata per tutta la vita, come avrebbe potuto ripagare Merritt Temple di tutte le sofferenze che gli aveva inflitto?