Diamanti e desiderio
di SARAH MORGAN
Lauren Banks non avrebbe mai immaginato di trovarsi a sostituire la chiromante scomparsa nel nulla in quel prestigioso galà di beneficenza. D'altronde le alternative sono due: accettare oppure perdere il lavoro di cui ha un disperato bisogno. Non è certo tipo da credere al destino né tanto meno alle favole, perciò Lauren è scettica quando vede entrare nella sua tenda un bell'uomo alto e bruno che si offre di ricoprirla di diamanti… e desiderio! Ma la fiamma dell’attrazione che divampa tra loro le fa decidere di abbandonarsi a quella fantasia, seppure per una sola notte… |
«Non posso prendere il posto della chiromante!» protestò Lauren Banks, con le gambe che tremavano e il corpo sin troppo scoperto dall’uniforme da cameriera che era ridicolmente corta. «Mi dispiace se ti ha dato buca all’ultimo momento, ma non chiedermi di sostituirla. Sarei incapace.»
«Non quanto sei incapace come organizzatrice di eventi!» La sua superiore le sventolò rabbiosamente sotto il naso un fascio di fogli. «Quest’elenco che hai fatto è tutto sbagliato. I nomi sono scritti male!»
«Solo perché mi stavano mettendo fretta. Sono dislessica» si difese Lauren. «Ti ho detto che qualcuno avrebbe dovuto ricontrollare la lista.»
«Ho appena chiamato un principe con il nome sbagliato» strillò Gillian. «Siamo a Montecarlo, non a Manchester. Questa festa è l’evento mondano più importante degli ultimi dieci anni ed è in gioco la mia reputazione.»
«Andrà tutto bene. Ora andrà ad accogliere gli ospiti e...»
«Come fai ad accoglierli se non sai neppure chi sono? Questa lista è da buttare.»
«Sono molto fisionomista. Mi confondo solo quando devo scrivere.» E qualcuno che perdeva la pazienza e si metteva a urlare peggiorava decisamente la soluzione. Come gli insegnanti a scuola, pensò rabbrividendo.
Gillian stracciò l’elenco. «Invece ti manderò dove puoi causare meno danni. Ti basterà dire a tutti che vivranno per sempre felici e contenti. Puoi riuscirci persino tu.»
«Non credo al lieto fine» brontolò Lauren. «La vita è dura e non è giusto ingannare le persone.»
«La tua vita sarà ancora più dura se non lo farai.» Gillian era paonazza. «Vuoi mantenere il lavoro o no?»
Lauren si morse il labbro. Quanto odiava quel lavoro! Anche quella trasferta super chic di una settimana a Montecarlo si stava rivelando un incubo. Ma la vita non era una favoletta. Se le andava male qualcosa non aveva nessuno a cui appoggiarsi, nessuna famiglia. Nessuno. «Che cosa vuoi che faccia?» capitolò.
«La vera chiromante si fa chiamare Madame Rostropov…» Gillian la trascinò praticamente verso una piccola tenda, attraversando il giardino illuminato dai fari, e prese un costume. «Tieni, indossalo mentre cerco di rimediare ai guai che hai combinato. Come se non avessi abbastanza da fare… Alexandros Kozanitas arriverà stasera in aereo, il che significa che qui saremo invasi dalla stampa.»
«Chi?» Ascoltandola distrattamente, Lauren guardò il costume, incredula. «Manca metà della stoffa.»
«Devi avere un’aria misteriosa e seducente.»
«Indecente, vorrai dire.»
«Mettilo e poche storie» sbottò Gillian. «E il fatto che non hai mai sentito parlare di Alexandros Kozanitas è un altro motivo per rimanere nascosta in questa tenda. Non devi immischiarti.»
«E’ una persona importante?»
«E’ un rubacuori gelido e spietato, ma è anche ricco e potente, e se viene alla tua festa sei finita.»
Lauren si mise il costume a fatica e fece una smorfia. «La vera Madame Rostropov dev’essere piatta come una tavola.» Si guardò addosso, esterrefatta. «Sembro una prostituta.»
«Meglio. Gli uomini lasceranno assegni più sostanziosi.» Gillian uscì dalla tenda e Lauren si accasciò sulla sedia. Perché la vera chiromante aveva scelto proprio quella sera per ammalarsi? Ma, soprattutto, come avrebbe fatto a predire un futuro felice a qualcuno quando la sua vita era un tale disastro?