Diamanti e desiderio
di SARAH MORGAN
Lauren Banks non avrebbe mai immaginato di trovarsi a sostituire la chiromante scomparsa nel nulla in quel prestigioso galà di beneficenza. D'altronde le alternative sono due: accettare oppure perdere il lavoro di cui ha un disperato bisogno. Non è certo tipo da credere al destino né tanto meno alle favole, perciò Lauren è scettica quando vede entrare nella sua tenda un bell'uomo alto e bruno che si offre di ricoprirla di diamanti… e desiderio! Ma la fiamma dell’attrazione che divampa tra loro le fa decidere di abbandonarsi a quella fantasia, seppure per una sola notte… |
«Non è una truffatrice, Andros, è mia amica. Per questo partiamo insieme. Lei non ha soldi, e io invece sì! Perché non dovrei pagare tutto io?»
Alexandros ascoltò quella domanda ingenua con incredulità, digrignando i denti, mentre si chiedeva quale peccato avesse commesso per trovarsi sulle spalle la responsabilità di sua sorella. «La tua amica chiromante è una sanguisuga, Eleni, e ti sfrutta per avere una vacanza gratis a New York.»
«Non è vero, e io non sono più una bambina. Ho diciassette anni. Smettila di cercare di proteggermi!»
Alexandros si allontanò dall’elicottero, fiancheggiato dalle guardie del corpo. Eleni era la sua unica parente, e lui era tutta la sua famiglia. L’aveva sempre protetta, perciò Eleni non aveva idea di come fossero le persone. «Se ho torto, non accetterà l’alternativa che intendo proporle.»
«Quale alternativa?»
«Una serata con me. Dovrebbe lasciare la festa prima di mezzanotte per prendere l’aereo per New York. Se accetterà la mia offerta non riuscirà a prendere quel volo, e questo ci confermerà la verità su Madame Rostropov.»
«Sei andato fino a Montecarlo per sedurla?»
«Non avevo fatto programmi fino a quel punto.»
«Però vuoi invitarla.» Sua sorella esplose. «Come prova non vale… le donne non ti dicono mai di no! Basta darti un’occhiata per perdere la testa. Se farai del male alla mia amica non ti parlerò mai più, ti avverto!»
Alexandros fece un sorriso cupo. «Se è veramente tua amica mi respingerà. Non vorrà perdere quel volo.»
«Ti odio.»
«No che non mi odi.» Alexandros chiuse la comunicazione e mise in tasca il cellulare, poi si fece largo tra la folla dei VIP. Ah, come sarebbe stato bello se le adolescenti fossero state accompagnate da un manuale d’istruzioni!, pensò.
«Alexandros… Che onore!» La padrona di casa si precipitò verso di lui.
Come cambiano le persone, pensò. Dieci anni prima non l’avrebbe degnato di uno sguardo.
Il potere dei soldi.
Si guardò intorno nell’albergo che era stato trasformato in un paradiso scintillante. «Festa notevole.»
«Abbiamo mangiafuoco, maghi… anche una chiromante che ti legge il futuro.»
Alexandros le rivolse un sorriso cinico. L’unica cosa che vuole leggere è il mio estratto conto bancario. «Vorrei una seduta in privato con la chiromante.»
«Ma sicuramente conosci già il tuo futuro, no? Il dominio del mondo!» La nota padrona di casa fece una risatina civettuola.
«Di sicuro il dominio m’interessa, anche se per stasera avevo in mente più di dominare una persona sola che tutto il mondo» replicò Alexandros, disinvolto.
«E’ nella tenda dietro i giocolieri» gl’indicò la donna. «Vai a scoprire che cos’ha in serbo per te il futuro.»
Ma Alexandros lo sapeva già. Avrebbe incontrato una donna infida e l’avrebbe tenuta con sé finché non fosse decollato il volo 741 per New York, per dimostrare a sua sorella che le era amica solo per interesse.
Alexandros sollevò il lembo della tenda ed entrò abbassandosi.
L’interno era pieno di stoffe rosse drappeggiate e Alexandros impiegò qualche istante per abituare la vista alla luce fioca e alle ombre spettrali create da una lampada con le bolle galleggianti al centro di un tavolino.
E poi la vide.
«Benvenuto.» Due enormi occhi azzurri incrociarono i suoi al di sopra di un velo leggero. Alexandros avvertì un fremito di eccitazione, una reazione elementare, intensamente primitiva, come se fosse bastato un unico sguardo per annullare secoli di civiltà. L’aria si surriscaldò e vibrò per una tensione tanto inattesa quanto sgradita.
Fuori scoppiavano già dei fuochi d’artificio, accolti dalle esclamazioni entusiastiche degli ospiti, tra risate e la musica di sottofondo. All’interno della tenda c’era un silenzio teso, una sensazione crepitante di stupore e attrazione che tesseva una ragnatela di emozione, intrappolandoli entrambi, attoniti.
Facendo leva sul suo autocontrollo di ferro, Alexandros ingoiò quelle sensazioni e represse senza pietà quella parte primitiva e istintiva di sé che minacciava di esplodere in superficie.
La donna era molto più giovane di quanto avesse previsto. Era facile capire perché sua sorella si fosse fatta ingannare tanto facilmente. Non sembrava capace di fare male a una mosca né tantomeno di escogitare e mettere in atto un imbroglio tanto complesso.
Poi Alexandros abbassò lo sguardo verso il suo seno florido, a stento contenuto dal vestito, e si rammentò che due innocenti occhi azzurri e un bel corpo erano le armi più potenti di una donna.
«Madame Rostropov?»
«Ehm, sì. Sono… Madame Rostropov.» Aveva una voce sommessa e roca, leggermente esitante. «Posso vedere il suo futuro.»
Alexandros fece un sorriso sardonico. Anche lui poteva vedere il futuro di Madame Rostropov.
E non prometteva niente di buono.