Diamanti e desiderio
di SARAH MORGAN
Lauren Banks non avrebbe mai immaginato di trovarsi a sostituire la chiromante scomparsa nel nulla in quel prestigioso galà di beneficenza. D'altronde le alternative sono due: accettare oppure perdere il lavoro di cui ha un disperato bisogno. Non è certo tipo da credere al destino né tanto meno alle favole, perciò Lauren è scettica quando vede entrare nella sua tenda un bell'uomo alto e bruno che si offre di ricoprirla di diamanti… e desiderio! Ma la fiamma dell’attrazione che divampa tra loro le fa decidere di abbandonarsi a quella fantasia, seppure per una sola notte… |
Stavano pranzando in terrazza quando si udì un rumore improvviso che proveniva dall’interno della villa, e una bella ragazza bruna comparve in terrazza.
«Andros?»
Lauren si accorse della sua improvvisa tensione e suppose che fosse una sua ex. Invasa da una vaga nausea, posò il bicchiere e fece per alzarsi.
«Siediti» disse sottovoce Alexandros, con lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole. «Lauren, lei è mia sorella Eleni.»
«Tua sorella?» Sbalordita perché non sapeva neppure che avesse una sorella, Lauren s’irrigidì e rimase seduta. «Oh.» Si disse che potevano esserci mille motivi per cui non gliene aveva mai parlato.
Eleni si avvicinò ad Alexandros e gli puntò un dito contro il petto con forza. «E insomma il tuo programmino ti si è ritorto contro, eh? Sei arrivato fino a quella festa per sedurre una chiromante, e lei non c’era.»
Lauren deglutì a vuoto. «S… sedurre una chiromante?» balbettò.
«La mia amica fa la chiromante. L’avevo invitata a venire con me a New York.» Eleni sogghignò guardando il fratello, ignara dell’impatto delle sue parole. «Però Andros era sicuro che mirasse solo ai miei soldi, e per dimostrare che aveva ragione ha deciso di farle un’offerta migliore. Purtroppo, non ne ha avuto modo perché quella sera lei non si è presentata al lavoro. Era già all’aeroporto ad aspettarmi. Perciò il mio fratellone iperprotettivo ha sprecato una serata e si è annoiato.»
Alexandros si tolse gli occhiali da sole con una mano non del tutto stabile. «La mia serata non è stata affatto noiosa.»
Con la bocca secca e un ronzio nelle orecchie, stordita, Lauren si alzò tanto di scatto da far tintinnare le tazze sul tavolo. Anche se era una giornata calda, fu invasa dal gelo e avvertì un dolore tanto intenso che trasalì.
«Scusa, devo chiamare un taxi» disse con voce sforzata, pensando che così avrebbe finito i soldi guadagnati facendo gli straordinari alla serata di gala.
Brava, si disse. Così impari a mescolare i sogni alla realtà.
«Non volevo disturbare» disse Eleni, con aria colpevole. La guardò ma Lauren stava già attraversando la terrazza.
«Lauren…» Alexandros le fu subito alle spalle, con voce stranamente incerta. «Non è come sembra.»
«Vuoi dire che non mi hai invitata a passare la serata con te per dimostrare che ero una persona avida?» Lauren tremava tanto che le sfuggì di mano il cellulare che cadde a terra.
«Sì, all’inizio ti ho invitata per questo.» La sua risposta sincera la sconvolse. Lauren recuperò il cellulare, chiedendosi come potesse essere ancora intatto dopo quell’urto sul pavimento duro, mentre il suo cuore le dava l’impressione di essere finito in mille pezzi anche se non era caduto.
«Dimmi una cosa. Quando hai scoperto che non ero la tua chiromante, esattamente?»
«La prima mattina.»
«E non hai detto niente?»
«Non era importante. Non era il motivo per cui ti ho portata qui.»
Lauren non voleva ascoltare. Non si fidava di se stessa nei confronti di quell’uomo. Si era lasciata trascinare a credere e a sognare. Si era concessa di provare qualcosa. Com’era possibile dopo poco tempo? «A volte se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, è perché non è vero. Non puoi comprare il futuro, né una relazione.» Colpita al cuore, sentendosi morire, Lauren slacciò la collana di diamanti e gliela mise in mano. «Non erano sogni, né diamanti o desiderio, Andros. È stato un atto ignobile.»