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Il ricatto del principe

di OLIVIA GATES

Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.

La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.

Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!

15

«Sei un idiota.» Il cugino di Edoardo, Durante Benedetto D'Agostino, figlio maggiore del Re di Castaldini e, in quanto tale, unico erede alla corona, lo stava guardando severo, come chi ha intenzione di riprendere un bimbo indisciplinato. «Non solo si è presa gioco di te dal primo istante in cui hai messo gli occhi su di lei, ma ti stai ancora prendendo in giro.»

Edoardo sospirò. «Continui a ripetermelo dal giorno in cui te l'ho presentata.»

Durante fece una smorfia. «Intendi dire dal giorno in cui mi sei balzato addosso come un cane in calore e mi hai sbattuto in faccia la donna della tua vita, aspettandoti che commentassi entusiasta?»

Le labbra di Edoardo fremettero di amara ironia al ricordo bruciante dei tempi in cui era ancora beatamente ignaro. «Sei solo risentito con lei perché non era svenevole né affettata e non si è mai lasciata intimidire dalla tua posizione. E perché ha risposto all'interrogatorio di tua suocera con il suo candido fuoco di sbarramento.»

«Infatti. È stato proprio questo a farmi pensare che fosse troppo buona per essere vera.» Durante aggrottò la fronte. «E avevo ragione.»

Edoardo si accigliò. «Ero certo che non fossi il tipo da dire: te l'avevo detto.»

«Non potrebbe dolermi di più aver avuto ragione.»

Edoardo sostenne lo sguardo di Durante, quegli occhi così simili ai suoi, così carichi di emozioni, di compassione e odio insieme.

Durante era dispiaciuto di vedere la pena e la disillusione sul volto del cugino, ma al tempo stesso provava rabbia nei suoi confronti, perché si era messo nella condizione di trovarsi in quelle circostanze. Nelle ultime settimane gli era stato vicino mentre affrontava i nemici di Richard Donnelly, era intervenuto laddove la sua influenza glielo aveva permesso per salvare Edoardo dalle conseguenze del suo comportamento sconsiderato. Fino a quel momento aveva tenuto per sé i propri dubbi, ma non si sarebbe più trattenuto.

Ora che lo scopo di Edoardo era stato raggiunto, aveva chiesto di incontrarlo, perché sospettava quello che sarebbe accaduto. Voleva fermarlo prima che complicasse gli affari con una decisione di carattere personale. Stava dunque cercando di chiarirgli le idee. «Apri gli occhi, Edoardo. Cerca di vedere quella donna per quello che è, non per quello che vorresti fosse.»

Edoardo sapeva che avrebbe dovuto restare in silenzio. Ma il bisogno di difenderla superava il suo buonsenso. Di nuovo. «Ma la verità è venuta fuori, Durante. È stato l'affetto per lo zio che l'ha cacciata in questo pasticcio.»

«Certamente. Ed è merito del tuo stato di innamorato folle e della tua incontrollata libido se suo zio ha riavuto la sua reputazione e la sua fortuna, al costo di parecchi milioni e di un crescente numero di nemici. Non solo per te, ma anche per me. Per non parlare degli amici che hai reso scontenti: hanno da ridire su quanto ti sia spinto in là per dare credibilità a quell'uomo. Ma a preoccuparmi maggiormente è il fatto che tu possa lasciare libera la tua Jade di commettere il crimine peggiore, quello che aveva pianificato per danneggiare noi e che può ancora mettere in atto.»

Edoardo distolse lo sguardo, un dolore al petto. Durante aveva ragione. Il racconto di Jade aveva chiarito il problema dello spionaggio per salvare lo zio, ma lei aveva avuto accesso a molte più informazioni di quelle che la sua missione aveva richiesto. Non aveva scusanti per questo. A parte una: lo zio aveva poco a che fare con il suo sordido comportamento, Jade era semplicemente un'opportunista.

Sospirò rassegnato e guardò il cugino. «D'accordo, hai chiarito il punto. Vuoi sederti adesso? Tutti gli ospiti del ristorante sono rimasti con le posate a mezz'aria per guardare la collera di Sua Altezza.»

Durante si sedette pesantemente, afferrò il menu dal tavolo e lanciò un'ultima occhiata a Edoardo da sopra il bordo prima di concentrarsi su altro.

Edoardo imitò i gesti del cugino, ma non riuscì a distogliere i pensieri dal proprio tormento interiore. Aveva provato a convincere Durante di aver dato il benservito ai nemici e di aver preso le misure di sicurezza necessarie a garantire che non potessero più complottare contro di lui. Ma Durante non era uno sciocco e aveva capito ciò che lui non gli aveva detto. Aveva capito che quelli erano tutti pretesti. Quel che aveva fatto, l'aveva fatto per Jade.
Si era ripetuto all'infinito che avrebbe fatto meglio a erigere un muro intorno al suo cuore per proteggersi da lei prima che lo distruggesse. Non ci era riuscito.

Ma c'era una cosa che poteva fare. E l'avrebbe fatta. Avrebbe preso quello che lei gli offriva. Facendola sua, anche una volta soltanto, forse avrebbe spento il bisogno folle di lei. Sentendola confessare le sue intenzioni durante l'intimità, forse sarebbe finalmente riuscito a togliersela dalla testa.

E finalmente sarebbe stato libero.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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