Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Il ricatto del principe

di OLIVIA GATES

Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.

La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.

Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!

5

Jade si alzò dalla sua postazione, le gambe tremanti. Sistemò la gonna con le mani sudate, facendo una smorfia per le pieghe che si erano create quando, nella limousine, Edoardo le aveva sollevato l'abito e lei gli aveva stretto le gambe intorno ai fianchi.
Quell'uomo riusciva sempre a farle perdere qualsiasi forma d'inibizione con il suo tocco. Non erano ancora diventati amanti solo perché lei aveva sempre preteso di vederlo in pubblico, consapevole che, una volta soli, non avrebbe saputo resistergli. Ma era anche merito dell'autocontrollo di Edoardo e della tacita intesa di lasciare che fosse lei a decidere di cedere.
Adesso, però, non poteva più contare su di lui e, una volta che avesse perso il controllo, non sarebbe riuscita a tirarsi indietro. Significava quindi che di lì a un'ora – meno, molto meno – avrebbe potuto trovarsi nel suo ufficio, fra le sue braccia, dominata, in piena estasi...
Jade si sentiva vacillare, vittima della voragine di bisogno che Edoardo aveva scatenato in lei e che avvertiva forte dentro di sé.
Lo voleva così tanto!
E non poteva semplicemente prendere ciò che lui le offriva? Prima di cedere al suo fascino, poteva confessargli com'era cominciato tutto e magari lui non l'avrebbe più disprezzata per averglielo taciuto. Sì... Sì, non l'avrebbe disprezzata! Lui la rispettava, si fidava di lei. Avrebbe capito.
E poi? Jade avrebbe avuto ancora qualche settimana per stare con lui, poi sarebbe finita. E lei sarebbe stata incapace di tornare alla sua vita.
No, doveva pensare a salvare se stessa. Se avesse troncato subito, Edoardo non avrebbe sofferto. Sarebbe rimasto forse un po' deluso, ma niente di più.
Mentre si dirigeva verso l'ufficio del capo, Jade aveva l'impressione che tutti gli occhi fossero puntati su di lei. Quando infine arrivò alla porta, si sentiva completamente esposta al giudizio degli altri.
Ciro le fece un cenno dalla sua scrivania. Gli ordini erano che lei poteva accedere al santuario di Edoardo in qualsiasi circostanza, anche senza essere annunciata o accompagnata.
Come entrò nell'ampia stanza, il suo sguardo corse alla poltrona di pelle nera sulla quale Edoardo era seduto. Il sole che filtrava attraverso il lucernario enfatizzava i suoi lineamenti perfetti e illuminava i suoi occhi turchesi. Il suo corpo, avvolto in un completo di sartoria, sembrava quello di un dio greco in un attimo di riposo.
Ah,quanto lo amava!
Ma doveva rinunciare a lui. Adesso, non più tardi.
«Avvicinati, Jade» la invitò.
Il suo cuore fu scosso da una fitta di bisogno. Un gemito le sfuggì dalle labbra. La voce densa di Edoardo vibrava di virilità ed era velata di desiderio.
Jade sentì le ginocchia liquefarsi quando lui si alzò, un movimento lento che ben si adattava al ritmo del suo incedere verso di lui. Edoardo rimase dietro la scrivania, più imponente che mai. Lei si fermò davanti. Poi lui appoggiò le mani alla superficie di legno e si sporse verso di lei per guardarla dritta negli occhi. E l'agitazione di Jade crebbe.
Sfuggì il suo sguardo, ma rimase colpita da un raggio di colore sullo sfondo scuro della stanza. Cos'era? Una scatola di velluto cremisi. Doveva contenere un gioiello.
«Ha catturato il tuo sguardo, vero? Voi donne avete proprio un sesto senso per le pietre preziose!» Il tono della sua voce fece rabbrividire Jade di disagio. «Vuoi dare un'occhiata?»
Prima che lei potesse smentire quell'insolita accusa generalizzata, Edoardo le passò la scatola aperta.
Lei la guardò, non poté farne a meno. Non perché, in qualità di donna, aveva un'insana passione per i gioielli. No, quella parure era mozzafiato. Jade non aveva mai visto nulla che potesse essere così sorprendentemente bello e perfetto. Nulla fatto dall'uomo, in ogni caso.
«Ho scritto un file di dieci pagine al mio orafo di fiducia per spiegare quello che, a mio parere, un gioiello dovrebbe esprimere. Ho visionato e corretto numerosi progetti, perfezionandoli fino a raggiungere questo risultato. Vuoi sapere per chi è?»
Lei lo guardò a bocca aperta.
«Per la mia futura sposa.»
Ogni cosa sembrò fermarsi. Non intendeva forse...
«Per una donna degna di... come mi chiamavi quando mi resistevi? Oh, sì, un principe dal cuore d'oro e dal portafogli generoso. Preferibilmente una donna originaria di Castaldini. E con un lignaggio conosciuto.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 4 Vai a Capitolo 6 >