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Il ricatto del principe

di OLIVIA GATES

Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.

La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.

Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!

17

Jade vacillò all'oscura carezza della voce di Edoardo, la consapevolezza che saettava dentro il suo corpo con la carica di un fulmine.

Lui avanzava verso di lei, intimidatorio con la sua bellezza, la sua potenza e la sua influenza, perfettamente a proprio agio nel completo scuro tagliato su misura. I primi bottoni della camicia bianca erano slacciati e Jade rimase incantata nel vedere lo scorcio di seta scura e bronzea possanza del suo petto. Labbra e mani fremettero al ricordo di come aveva raggiunto il nirvana esplorando la sua bellezza, il cuore singhiozzò al pensiero che presto lo avrebbe fatto di nuovo... non importava il motivo. E avrebbe fatto anche molto altro.

Edoardo si fermò a un soffio da lei, gli occhi che scandagliavano la sua gonna beige. Le sue labbra si curvarono in un sorriso sardonico. «Se questo abbigliamento è stato studiato per cercare di scoraggiarmi, hai dimenticato che ho i raggi X quando si tratta di te. Attraverso questi abiti informi vedo benissimo il tuo corpo che mi cerca con desiderio.»

Jade fissò i suoi occhi. Non faceva fatica a credere che avessero davvero quel potere. Uno sguardo sul suo corpo riusciva a mandarla in visibilio. Era stata già vittima di quella forza che aveva impresso un marchio in fondo al suo cuore e al suo spirito.

Ma lui non aveva visto al di là del suo corpo. Mai.

L'agonia di questa consapevolezza, della certezza di ciò che sarebbe seguito, che avrebbe polverizzato quel poco che era rimasto intatto dentro di lei, la fece diventare audace. Voltò la testa, lasciando che i capelli che Edoardo le aveva impedito di raccogliere ricadessero sensuali su una spalla. «Io non posso dire di vedere attraverso i vestiti.» Eliminò la già minima distanza fra loro, appoggiando il seno contro il petto di lui. «Ma posso... sentire, nonostante i vestiti. E non vedo l'ora di sentire anche senza di loro.»

I sensi di Edoardo insorsero quando percepirono l'intimo contatto con il corpo di Jade. La sua eccitazione crebbe, premendo contro il ventre piatto di lei. Il suo cuore rimase stretto in una morsa.

E così alla fine si era tolta la maschera di esitazione e pudore. Eppure lui aveva creduto che il suo modo di fare non fosse una finzione, ma facesse parte di lei e venisse meno solo quando i loro desideri si scontravano...

Accidenti, perché continuava a sorprendersi del fatto che la Jade che aveva amato era un'invenzione, creta da una maestra della truffa al solo scopo di intrappolarlo?

Il suo corpo ruggì. E allora?

Sentiva l'urgenza di trascinarla a terra e placare la sua fame assaporando la dolcezza del suo corpo.

Guardò nelle pietre preziose dei suoi occhi e ogni cosa in lui si ribellò. No. Non l'avrebbe fatto. Non poteva.

Si allontanò di scatto da lei, guardando la sfacciataggine defluire dai suoi occhi ed essere sostituita dalla mortificazione. Gli venne voglia di prenderla fra le braccia e baciarla. Le voltò le spalle prima di cedere a quel desiderio e si diresse verso la finestra, i passi guidati dalla violenza delle emozioni. Non vide nulla a parte il riflesso di lei nel vetro, non sentì nulla se non la sua presenza che lo inglobava.

Si stava girando di nuovo verso di lei per dirle di andarsene, per farle sapere che non sarebbe mai stato in grado di prendere quello che lei non poteva esimersi dal dargli, quando la voce velata di Jade si riversò nel caos dei suoi pensieri, soffocandolo.

«Avresti potuto fare pressione sui creditori di mio zio perché lasciassero perdere i suoi debiti, invece hai voluto sistemare ogni cosa, agendo al posto suo. Perché?»

Voleva una confessione delle sue motivazioni, della sua debolezza? Una resa?

Be', non l'avrebbe avuta.

Edoardo si limitò a mormorare quella parte di verità che poteva presentarle. «Tuo zio è un brav'uomo e la sua attività era solida e inserita in un'area vitale del mercato. Meritava una seconda possibilità.»

Lei non si lasciò convincere, la voce più profonda, ogni sillaba che le risuonava nel petto. «Potevi sistemare le cose senza intervenire con tutto il peso della tua influenza e della tua ricchezza. Bastava che lo rimettessi in piedi, invece gli hai praticamente regalato una posizione superiore rispetto a prima.»

«Non mi è costato nulla» mentì lui. «Non esagerare.»

«Anche se ti fosse costato solo uno schiocco di dita, non era necessario. Invece l'hai fatto.»

Lui si voltò, infuriato, aspettandosi di vedere il trionfo nei suoi occhi per la consapevolezza di avere un tale potere su di lui da fargli fare qualunque cosa. E invece vide solo le sue lacrime.

Poi la sua voce e il suo viso parvero crollare. «Grazie...»

Edoardo ebbe l'impressione di sentire l'ultimo baluardo della propria resistenza sibilare mentre andava in frantumi.

Si precipitò di nuovo verso di lei e la prese fra le braccia.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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