Il ricatto del principe
di OLIVIA GATES
Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.
La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.
Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!
La premette forte contro di sé e le sue labbra scesero rapide su quelle di lei. Il gemito che lei emise gli riverberò dentro mentre il suo corpo depredava quello di Jade senza alcuna gentilezza, senza ritegno.
Lamenti alti e profondi gli riempirono la testa. I suoni della sofferenza. Edoardo era in agonia. La carne di lei lo bruciò con il suo tormento. «Ti voglio. Ti voglio da impazzire, Giada mia.»
«Anche io ti voglio. Voglio te, Edoardo. Ti prego...» sussurrò mentre gli mordicchiava il collo.
Lui ruggì, la frenesia di obbedire alla sua richiesta, di esaudire il suo bisogno, che si faceva sempre più intensa.
La prese fra le braccia e la portò in camera. La fece stendere sul letto e, mentre lui strappava i vestiti di entrambi, lei inarcò la schiena e si contorse sulle lenzuola rosso scuro per la passione che agitava il suo corpo. Poi lui si sdraiò sopra di lei, le mani di Jade che affondavano nella pelle delle sue spalle accelerando la discesa di Edoardo nell'oblio, i seni protesi verso di lui che chiedevano di essere toccati.
Lui schiuse le labbra per accogliere nella sua bocca tutto il sapore della pelle di Jade, le grida di piacere di lei che riverberavano nella sua mente infiammata di desiderio mentre le faceva scivolare le mutandine sulle gambe di seta che si aprirono per lui. Poi con una mano le accarezzò il centro della sua femminilità, percependo tutto il suo calore, inspirando tutta l'essenza della sua eccitazione. Avvicinò le dita dell'altra mano alla bocca di Jade che le accolse con passione nella sua bocca, mentre il piacevole tormento che lui le procurava al bassoventre si avvicinava a un pericoloso punto di non ritorno. Lei gemette e fece ondeggiare i fianchi chiedendo di più, finché non inarcò la schiena ancora una volta e raggiunse l'apice del piacere in un istante che parve infinito.
Edoardo la guardò riempirsi di piacere, magnifica, spensierata, mentre le sue grida di liberazione accendevano il suo desiderio come non mai.
Riprese a stimolarla fino a toglierle il respiro, finché lei non cominciò a implorarlo. Era pronta ad accoglierlo. Edoardo allontanò quindi le dita, prese posto sopra di lei e sfiorò con la sua virilità il cuore pulsante di Jade, mentre i suoi occhi pieni di desiderio lo catturavano. Rotolò sulla schiena e la tirò sopra di sé, le mani saldamente ancorate al suo corpo perfetto.
I seni di Jade erano adesso liberi di fronte a lui, i capezzoli che si indurivano ad ogni contatto con la sua pelle nuda. Le labbra gonfie tremarono. «Per favore, Edoardo, fammi tua...!»
Lui non perse tempo e accolse quell'invito sensuale con fervore. Il gemito con cui Jade lo ricevette dentro di sé fu lacerante e catapultò Edoardo in un inferno di velluto.
Finalmente!
Lui posò la fronte su quella di Jade, sopraffatto, stremato. Lei si mosse sotto di lui per percepire tutta la sua mascolinità, gli occhi dilatati dal piacere che gli davano l'impressione di aver raggiunto il suo cuore.
Mosso dalla speranza che fosse vero, che lei non l'avesse mai truffato, Edoardo si ritrasse per tornare in lei subito dopo, più appassionato di prima, cavalcando il suo grido selvaggio. Divorò ogni gemito vellutato di Jade facendole eco con il suo piacere rombante fino a quando non la sentì contrarsi sotto di lui in modo quasi insopportabile, diffondendo un calore sensuale nella sua carne mentre l'orgasmo le scuoteva il corpo con violenza.
Vederla abbandonata al piacere, sentire la sua forza, erose quel poco di autocontrollo che gli era rimasto ed Edoardo precipitò dietro di lei in un abisso di estasi, riversando il suo seme nel ventre di Jade. Tra le grida soffocate, lui percepì il cuore di lei battere incontrollato in armonia con il proprio mentre il mondo spariva intorno a loro.
La guardò.
Aveva pensato che Jade racchiudesse in sé tutte le irragionevoli qualità che aveva sempre desiderato in una donna ma non aveva mai osato sperare di trovare. Ed era successo prima che condividessero... questo.
Si sentiva scosso. Non aveva mai immaginato di poter sperimentare un piacere simile, qualcosa di tanto potente. E quella straordinaria sensazione era accompagnata da un pensiero ben più toccante.
Era stato il suo primo uomo.
Gioia e al tempo stesso confusione lo assalirono, ma in quel caos di sentimenti emergeva una verità innegabile, incontenibile. L'amava ancora. Non aveva mai smesso di amarla e mai lo avrebbe fatto in futuro.
Non voleva smettere.
E perché avrebbe dovuto? Lei era innocente. E non dal punto di vista fisico. Adesso lo sapeva con tutto se stesso, non aveva bisogno di ulteriori prove.
Non importava cosa lei provasse o non provasse per lui in quel momento, Edoardo le avrebbe offerto se stesso, avrebbe speso la sua vita per lei, per meritarla e per guadagnare il suo amore.
Alzò il corpo sudato, tremante, un brivido di piacere e possessività che gli percorse la schiena nel leggere un piacere rinnovato negli occhi di Jade. E allora le sussurrò la sua intenzione. «Sposami, Giada del mio cuore.»