Il ricatto del principe
di OLIVIA GATES
Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.
La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.
Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!
Edoardo sentiva che il suo mondo aveva ripreso a girare.
Non solo Jade era innocente, ma era anche un'eroina! Era così felice che avrebbe voluto buttarsi in ginocchio e baciare il pavimento in segno di ringraziamento.
E lo amava!
Ma dalla desolazione del suo viso era ovvio che si era fatta un'idea del tutto sbagliata circa i sentimenti che lui nutriva nei suoi confronti. Doveva assolutamente dimostrarle che anche lui l'aveva amata fin dal primo istante.
La catturò di nuovo fra le sue braccia. «Credi che ti lascerò andare via così?»
Lei lottò per liberarsi dalla sua presa. «Non mi puoi più ricattare adesso. Dimostrerò alle autorità che non ho usato le informazioni ottenute per danneggiarti, né per trarne vantaggio, ma che al contrario ti ho fornito un software che vale milioni.»
Non gli importava che ai cuori non fosse permesso ballare di gioia, il suo stava danzando eccome nel petto. Le si avvicinò ancora, sperando che lei cedesse e dimenticasse tutto il dolore che lui le aveva causato. «Perché non ci hai pensato prima a svilupparlo, per poi venderlo e ripagare i debiti di Richard?»
«Perché non è il mio lavoro e non avevo mai fatto nulla del genere. Ma ero talmente motivata che alla fine ce l'ho fatta.»
Lui si fermò a un soffio da lei, ma non la toccò. L'avrebbe fatto presto, però. E per sempre. «Perché non ne hai fatto uno generico? Avresti potuto venderlo a chiunque e ricavarne milioni.»
«Perché se avessi venduto la versione generica, la versione pensata per te alla fine non sarebbe stata inviolabile e avrebbe perso valore.»
Lui si inginocchiò. «Jade, mia piccola Giada, ti prego ancora una volta di perdonarmi. Sposami!»
Lacrime caddero sulle sue guance. «Ora la colpa e la gratitudine si aggiungono alla salvaguardia dell'onore e al rispetto dei doveri. Ma nessuna di queste motivazioni è valida per chiedere in sposa una donna.»
Lui si alzò in fretta, si precipitò alla scrivania e tornò a inginocchiarsi dinanzi a lei.
Jade guardò la scatola di velluto che lui aveva in mano, poi si mise a piangere.«Come puoi farmi questo?»
«Guarda, amore mio.» Lui le mise in mano i gioielli della parure uno a uno. «Guarda di persona le ragioni per cui voglio sposarti.»
Jade cercò di restituire quei meravigliosi gioielli che dovevano essere di un'altra. Non riusciva a guardare, ma la passione che traspariva nella voce di Edoardo prevalse e alla fine lei posò lo sguardo sulla preziosa parure.
Era tutto lì, inciso nel disegno e ingegnosamente nascosto. Il suo nome, la data del giorno in cui tutto si era trasformato in un incubo e la promessa di amore eterno e fedeltà.
«Ti ho amata fin dal primo momento. Stavo solo aspettando che questi fossero pronti per farti la mia proposta. Poi, però, il giorno in cui la parure è arrivata ho creduto che il mio mondo fosse andato distrutto. Ti ho detto che i gioielli erano per un'altra, non per te, nel patetico tentativo di farti del male, perché pensavo che le mie parole e le mie azioni non fossero in grado di fare altrettanto. Ma proprio come tu mi hai dimostrato di essere la donna che amavo, questa è la prova che ti inonderò d'amore per tutta la durata della nostra vita insieme. Mi perdoni, Jade? Farai di me un uomo completo?»
Questa volta la sua gioia sbocciò incontrollata. Gli gettò le braccia al collo e le uniche parole che riuscì a dire furono: «Sì, ti prego!».
* * *
Edoardo allungò un braccio sul corpo sazio di Jade, baciò la sua spalla e prese il cellulare. Lo mise in modalità vivavoce e fece partire una chiamata.
Dall'altro capo risposero: «Vista l'ora, sarà meglio che tu sia in punto di morte».
Edoardo tossì. «Ho preso un'altra via per il cielo, Durante. E questo è il momento migliore per dirti: te l'avevo detto.»
Seguì un lungo silenzio, poi un sospiro. «Immagino che la tua maga del computer ti abbia completamente riformattato. Ancora. E questa volta, senza dubbio, per sempre.»
«Come minimo!»
Durante borbottò qualcosa a proposito del fatto che era un pazzo incurabile e Jade intervenne. «In realtà la follia è la cura, basta fidarsi del proprio cuore. E spero che presto lo faccia anche tu, per mettere fine una volta per tutte alla tua intrattabile incontentabilità.»
Un altro silenzio. Poi Durante sbuffò. «Sei sicuro che non sia troppo buona per essere vera?»
Edoardo riempì la propria anima inspirando l'amore incontenibile di Jade e ancora una volta ringraziò il destino che nemmeno la rabbia era riuscita a oscurare. Strinse Jade al cuore, rispondendo a Durante ma rivolgendosi a lei. «Non sono mai stato e mai sarò altrettanto sicuro di qualcosa come in questo momento.»