Il ricatto del principe
di OLIVIA GATES
Milionario di Manhattan e Principe di Castaldini, Edoardo D'Agostino è abituato a fare a modo suo, negli affari e in camera da letto. Quando viene a sapere che l'oggetto delle sue attenzioni, l'esperta informatica Jade Mitchell, lo ha truffato, decide di prendersi la sua rivincita.
La nuova impiegata di Edoardo D'Agostino, l'esperta informatica Jade Mitchell, non sembra affatto impressionata dalla ricchezza e dal titolo nobiliare del suo datore di lavoro, che resta intrigato al punto da corteggiarla per farla propria.
Dopo un tumultuoso idillio, Edoardo è sicuro che Jade sia la sua futura principessa. Presto, però, scopre la devastante verità che si cela dietro la riluttanza della donna ad approfondire la relazione. Sarà allora che Edoardo farà valere la sua regale superiorità per ottenere una rivincita... in camera da letto!
Jade entrò nella camera dello zio. Era seduto sul letto, a casa propria, dopo essere stato in ospedale per cinque mesi. Circondato dalla famiglia, sorrideva per la prima volta in tre anni.
E lei si rese conto di una cosa. La desolazione aveva un gusto e una consistenza. La esalava a ogni respiro, la sentiva sulla propria pelle a ogni movimento.
Erano trascorse quattro settimane da quando aveva siglato il suo patto con Edoardo. Da allora lo aveva incontrato ogni giorno. Più volte al giorno. Se lo ritrovava sempre accanto, dovunque Jade si trovasse. Al lavoro, dove lui aveva insistito che non perdesse un giorno. All'ospedale o a casa dello zio quando lo andava a trovare. Edoardo era stato chiaro al riguardo, non c'era modo di scappare da lui. Se solo...
«Jade, tesoro!»
Jade fissò la persona che le andava incontro a braccia aperte. Era Deanna, la moglie dello zio. Restò immobile, mentre la donna avanzava emozionata. «Ci hai ridato Richard, Jade. Ci hai ridato la vita!»
Jade si liberò presto dall'abbraccio in cui era stata stretta, fingendo che fosse normale terminare così il contatto, non che provasse fastidio a essere toccata. Non amava Deanna come una madre, ma le era infinitamente grata. Aveva permesso al marito di tenerla con loro, aveva accettato l'onere di allevare una figlia non sua con tutta la gentilezza che era umanamente possibile. Vero, le aveva anche chiesto di mettere in pericolo se stessa per aiutare la sua famiglia, ma Jade pensava che fosse un prezzo minimo da pagare per ciò che Richard Donnelly e la sua famiglia le avevano dato.
Non voleva la gratitudine di Deanna, però. Non voleva la gratitudine di nessuno. Non poteva sopportarla.
«Sono così felice che tu non sia andata fino in fondo con... questa storia.» Deanna si morse il labbro.
Gli occhi di Jade bruciavano. Quella donna aveva davvero creduto che facesse una cosa simile. Edoardo lo aveva creduto. Senza esitazione. Possibile che nessuno la conoscesse?
«Sono così sollevata che il principe D'Agostino sia stato così buono da aiutare la tua famiglia, invece di reagire in modo negativo» proseguì Deanna mentre si asciugava le lacrime e prendeva Jade per mano. «Vieni ad abbracciare Richard. Tu hai più diritto di noi tutti di essere qui.»
«Deanna, per favore, io non ho...»
L'insistenza della donna soffocò le sue parole. «Voglio dire, perché tu sei la sua prima figlia. Per lui lo sei davvero, lo sai?»
Ricacciando indietro i singhiozzi, Jade raggiunse lo zio. Lui aprì le braccia e lei si rifugiò contro il suo petto. Aveva avuto così tanta paura.
Lui l'avvolse nel suo abbraccio come un padre, l'unico che Jade avesse mai conosciuto, e le baciò i capelli. Le loro lacrime si unirono mentre cadevano a terra.
«Oh, zio, sono così sollevata. Sono così felice che tu stia bene...»
Lui la strinse ancor di più a sé e sorrise emozionato. «Il mio sollievo per il fatto di stare bene è niente in confronto alla mia felicità per te, dolcezza. Tu non meriti nulla di meno di questo. Edoardo è un principe di nome e di fatto. In ogni senso.»
Pensava forse che Edoardo avesse agito per amor suo?
Jade non riuscì più a dire neppure una parola. Baciò la guancia dello zio, mormorando qualcosa a proposito del fatto che sarebbe tornata nei prossimi giorni, ma che per il momento doveva andare. Lui la pregò di restare, dicendo che si sentiva già molto bene e la compagnia non lo disturbava, ma smise di insistere quando lei lo informò che Edoardo la stava aspettando. La congedò in gran fretta.
Quella di Jade non era una scusa, Edoardo la stava aspettando davvero.
Aveva dato quel che gli era stato richiesto. Adesso era il suo turno di prendere.
Sarebbe rimasto qualcosa di lei alla fine?
Pochi minuti dopo era nella limousine che lui aveva mandato a prenderla e guardava la città dietro la cortina di lacrime che trasformava lo splendore notturno in misera rovina. Proprio come era accaduto alla magia che aveva creduto di condividere con Edoardo.
Al suo arrivo all'ennesima proprietà di Edoardo in cui non era ancora mai stata, Jade fu scortata all'attico da Ciro, il quale la salutò una volta giunti in un enorme atrio.
I tacchi di Jade risuonarono con battito regolare sul granito nero del pavimento in un ambiente molto moderno nei toni del grigio e del porpora, ornato di bagliori bronzei. Le pareti a vetro si aprivano su un panorama mozzafiato, le luci della città che sfavillavano sotto un cielo illuminato dalla luna piena. Quell'appartamento rifletteva Edoardo alla perfezione, il principe raffinato e il milionario alla moda. Un'altra prova di quanto lui fosse al di fuori della sua portata.
Non che a lei fosse richiesta alcuna forma di uguaglianza per provvedere al suo... intrattenimento.
«Sei qui, finalmente.»