Uno sceicco sotto l'albero
di ABBY GREEN
Ammaliata dal tocco dello sceicco! Dopo sei mesi di passione, il desiderio reciproco tra Riad e Cassidy non accenna ad affievolirsi. Cassidy, però, ha bisogno di qualcosa di più: il loro rapporto è intenso, ma senza impegno, e Riad non intende offrirle nulla di più. Cassidy decide che ne ha abbastanza: esce quindi dai confini del letto del miliardario per entrare in una dimensione della sua vita in cui nessuna donna era mai stata ammessa. Riad potrà accettare che Cassidy sia l’unica donna a cui non può proprio rinunciare?
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Cassidy sentì il bip di un messaggio in arrivo sul cellulare e lo prese. Ebbe un tuffo al cuore quando vide il nome. Riad. Era un nome forte, autoritario e virile, come lui. Non avrebbe dovuto avere il batticuore, pensò con una vaga disperazione. Dopo sei mesi, avrebbe dovuto sentirsi meno emozionata.
Lesse il messaggio. Sono stato invitato a una festa nel Tabat questo finesettimana, per festeggiare l’imminente ascesa al trono di mio cugino. Puoi venire con me? Partiremo domani pomeriggio con il mio aereo privato. Ti chiamo dopo.
Cassidy si disse che almeno questa volta gliel’aveva chiesto… a modo suo, aspettandosi chiaramente una risposta affermativa. Posò il telefono con un gemito carico di frustrazione. Avrebbe voluto rispondergli No, veramente non posso, ho un impegno. Però sapeva che, in tal caso, probabilmente Riad si sarebbe presentato alla sua porta meno di un’ora dopo, pretendendo di sapere qual era quell’impegno, poi l’avrebbe sedotta e sarebbero finiti a letto, dove l’avrebbe stordita finché l’unico impegno di Cassidy non fosse stato lui.
Era un uomo totalizzante, insaziabile. E l’amante più generoso che avesse avuto, da tutti i punti di vista. Insisteva per sommergerla di doni lussuosi anche se lei lo supplicava di non farlo. Però alla fine aveva recepito il messaggio quando lei aveva organizzato un’asta estemporanea online, che aveva avuto un enorme successo, per aiutare un’associazione benefica per gli orfani.
Il momento in cui l’aveva conosciuto, sei mesi prima, era impresso indelebilmente nella sua mente. Le era stato chiesto di partecipare a una sfilata di moda di beneficenza. I biglietti erano costosissimi per assicurare che presenziassero solo gli invitati più danarosi. Nel backstage per tutta la sera non si era parlato d’altro che del più prestigioso ospite presente in prima fila – Riad Arnaud, discendente di una delle più antiche e illustri famiglie di Francia.
Era noto non solo per l’inestimabile patrimonio di famiglia, che comprendeva un po’ di tutto, dalle proprietà immobiliari alle attività bancarie e all’industria, ma anche per il particolare molto esotico che era anche uno sceicco, con un paese arabo a suo nome: il Nadar. Era un dettaglio che aumentava il suo fascino, anche se lui alludeva raramente al fatto che era il reggente di un paese che aveva invidiabili riserve di greggio.
Malgrado tutto questo, Cassidy aveva evitato di prestare ascolto alle congetture interessate delle altre modelle, che bisbigliavano che Riad era lì per trovarsi una nuova amante. Che volgarità, si era detta, sicura che un uomo così non le sarebbe piaciuto mai e poi mai.
Ma poi l’aveva conosciuto…
Al termine del défilé, Cassidy aveva intenzione di svignarsela alla chetichella dal retro; non era tipo da feste glamour del dopo-sfilata. Aveva venticinque anni e cominciava a essere considerata vecchia, ma la cosa non la turbava minimamente; anzi, le dava un ottimo pretesto per essere asociale quando voleva. In fondo era sempre stata una pantofolaia.
Con addosso jeans, scarpe da tennis, una canottiera larga e un leggero giubbotto di pelle e i capelli raccolti in una crocchia in cima alla testa, aveva già la mano sulla porta del retro quando aveva sentito una profonda voce dire, con un pesante accento straniero: «Vai via di già?».
Si era girata e aveva visto un uomo appoggiato con disinvoltura contro il muro, con le mani nelle tasche dei pantaloni scuri. Camicia sbottonata al collo, giacca scura.
Cassidy aveva avuto un tuffo al cuore. Era… spettacolare. Davvero di una bellezza mozzafiato. Aveva un fascino virile che non aveva mai visto prima. Il che era già sbalorditivo, considerato che Cassidy lavorava nel mondo della moda, dove c’erano vagonate di uomini affascinanti. Ma, in confronto a lui, sembravano tutti ragazzotti scialbi, perché trasudava una sensualità mascolina terribilmente attraente, che le faceva scorrere il sangue nelle vene a ritmo molto più rapido.
Aveva i capelli neri corti pettinati all’indietro, a scoprire dei lineamenti che avrebbero fatto piangere di gioia Michelangelo, e una bocca ben disegnata che era l’immagine stessa del peccato.
Cassidy aveva battuto le palpebre, confusa, e aveva replicato: «Ci conosciamo?».
Però l’aveva già capito. Era bruno, con una carnagione che richiamava alla mente esotici ricordi mediorientali.
Uno sceicco.
E lui si era staccato dal muro, raddrizzandosi e porgendole la mano. «Sono Riad Arnaud.»