Uno sceicco sotto l'albero

Ho bisogno di te. Il cuore di Cassidy perse un battito. Riad non gliel’aveva mai detto. E lei non aveva mai visto quella vulnerabilità nei suoi occhi… La fece vacillare e Cassidy sentì svanire tutta la forza di resistergli.

Il corpetto dell’abito le era ricaduto intorno alla vita; aveva i seni nudi, ancora frementi dopo i baci di Riad. Non riusciva quasi a ragionare. Ma certo che lo desiderava! L’aveva sempre desiderato.

Dopo una brevissima esitazione, portò le mani verso l’alto – l’aveva sempre eccitata il fatto che lui fosse tanto più alto di lei – e gli cinse il collo con le braccia, poi incollò la bocca alla sua, intrecciando la lingua a quella di Riad finché lui non parve riprendersi dal momentaneo stordimento e ricambiò il suo bacio.

La passione divampò tanto rapidamente tra loro che a Cassidy girava la testa. Riad la prese in braccio senza sforzo apparente, anche se non era certo minuta, e la depose sul letto. Si tolse la giacca a strattoni e lei gli slacciò il papillon al collo che la faceva impazzire da tutta la sera.

Lui le tirò giù completamente il vestito, esponendola completamente al suo sguardo, nuda tranne che per le autoreggenti e le mutandine di seta.

Cassidy buttò via il farfallino di Riad, poi gli slacciò febbrilmente i bottoni della camicia. Emise un sospiro di apprezzamento quando gli scoprì il torace ampio e poté farvi scorrere le mani, graffiandogli delicatamente i capezzoli con un gesto che gli strappò un sibilo.

Riad si bloccò per qualche istante, con i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte, e nell’animo di Cassidy si smosse qualcosa che era pericolosamente simile a un moto di tenerezza. Strinse i pugni per impedirsi di abbracciarlo.

Lui piegò la testa e riprese a succhiarle un capezzolo, poi l’altro, finché lei non fu ansante e cominciò a contorcersi e strofinarsi contro di lui. Ancora tutto vestito, anche se aveva la camicia aperta, Riad si era insinuato tra le sue gambe, allargandole di più le cosce. Cassidy sentiva la sua erezione che premeva con insistenza contro il punto del suo corpo più calmo e bagnato. Incapace di resistere, gli slacciò la cintura e i pantaloni che abbassò fino a liberare la sua carne turgida. Gli impugnò il pene durissimo e cominciò a muovere la mano in su e in giù.

Riad aveva un’aria primitiva, selvaggia, che le suscitò una ferocia primordiale. Il mio uomo. Voleva possederla, ed essere posseduta da lui. Riad le mise una mano sulle mutandine ma Cassidy scosse la testa. «Non voglio perdere tempo… Ti voglio dentro di me. Adesso.»

Lui si piazzò e scostò il cavallo delle mutandine poi, dopo un breve istante di attesa trepidante, affondò in lei con uno slancio profondo, senza alcuna barriera tra loro che impedisse l’esaltante sensazione della sua carne che la penetrava e si ritraeva ritmicamente.

Cassidy sentiva che stava per essere travolta dalla tempesta del piacere e cercò di dominarsi, ma i suoi muscoli interni si contraevano già intorno al pene di Riad. Serrò i denti per evitare di gridare forte quando fu infine sopraffatta da quell’onda d’intenso godimento, che la lasciò sbalordita, come se non l’avesse mai provata.

Riad esplose pochi istanti dopo, e mosse freneticamente i fianchi a scatti mentre riversava la sua essenza dentro di lei. Quando si ritrasse e si staccò da lei, Cassidy fece una smorfia, continuando a tenere gli occhi chiusi. Non voleva fargli vedere quello che non si sentiva in grado di nascondere, invasa dall’umiliazione perché per l’ennesima volta era stata troppo debole per allontanarsi da lui.

Doveva porvi fine, subito. Non sarebbe sopravvissuta se l’atteggiamento seducente di Riad, e soprattutto il contatto con il suo corpo, l’avessero fatta cedere di nuovo.