Uno sceicco sotto l'albero
di ABBY GREEN
Ammaliata dal tocco dello sceicco! Dopo sei mesi di passione, il desiderio reciproco tra Riad e Cassidy non accenna ad affievolirsi. Cassidy, però, ha bisogno di qualcosa di più: il loro rapporto è intenso, ma senza impegno, e Riad non intende offrirle nulla di più. Cassidy decide che ne ha abbastanza: esce quindi dai confini del letto del miliardario per entrare in una dimensione della sua vita in cui nessuna donna era mai stata ammessa. Riad potrà accettare che Cassidy sia l’unica donna a cui non può proprio rinunciare?
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Appena gli aveva stretto la mano, Cassidy aveva quasi sobbalzato per la scossa elettrica che l’aveva percorsa, trapassandole direttamente il ventre. Il palmo di Riad era leggermente ruvido; non erano le mani di un uomo che viveva in mezzo alle scartoffie e ai computer.
Anche lui era parso sconcertato per un istante, e Cassidy si era scostata, interrompendo il contatto, confusa e improvvisamente invasa da un timore inesplicabile sul significato di quella violenta reazione. Era troppo turbata per presentarsi.
Però lui si era ripreso prima di lei, e aveva detto: «Vorrei invitarti a cenare con me, Cassidy O’Connor».
Cassidy non aveva dovuto presentarsi. Lui sapeva come si chiamava. Era contenta di essere una persona conosciuta, ma comunque uno come lui era sicuramente circondato da subalterni che gli fornivano informazioni del genere. Come il nome della donna che lui aveva deciso di prendere come amante. Cassidy ricordava di avere sentito quel pettegolezzo, e vedeva chiaramente l’arroganza nel suo sguardo. Chiaramente si aspettava che lei gli dicesse di sì e cadesse ai suoi piedi.
In quel momento si era sentita disincantata e, con una fitta di emozione, si era resa conto di volere di più… non solo essere un’amante di passaggio di un tizio, per quanto bello ed enigmatico.
Perciò aveva messo a tacere la parte di sé che voleva accettare e lasciarsi conquistare, e aveva detto: «Grazie, ma sono stanca e domani mi aspetta una giornata faticosa, poi andrò a Tahiti per una settimana per un servizio fotografico».
Lui era rimasto a lungo in silenzio, guardandola con quei conturbanti e intensi occhi scuri, poi aveva detto sottovoce: «Va bene, Cassidy. Per ora…».
Cassidy si era chiesta quale fosse il significato di quel commiato sibillino, e aveva avuto una risposta quando lui si era presentato a Tahiti l’ultima sera del servizio fotografico per Vogue, e l’aveva trovata a cenare da sola in un ristorantino rustico, lontano dalla festa chiassosa di addio di tutta la troupe.
Ed era stata la fine. Cassidy aveva cercato di resistere perché, anche se lui aveva detto sin dall’inizio con brutale schiettezza che voleva solo una storia passeggera e l’impegno non faceva per lui, lei aveva capito istintivamente che non aveva mai stabilito un legame tanto profondo e viscerale con un uomo prima di allora. E, peggio ancora, tra loro c’era una sintonia che le risvegliava i suoi desideri più segreti: di avere una famiglia, sicurezza, una casa.
Per Cassidy non c’era un uomo più pericoloso di Riad Arnaud di cui innamorarsi. Ma era già troppo tardi. Si era innamorata nell’attimo stesso in cui lui le aveva rivelato perché aveva i palmi ruvidi. Era stato impegnato a costruire una casetta sull’albero per la figlia di sette anni, Elise. Una figlia che Cassidy non aveva mai conosciuto perché per una semplice amante quella parte della vita di Riad era preclusa.
Ogni giorno si diceva che avrebbe dovuto chiudere con lui… prima che fosse Riad a mettere la parola fine al loro rapporto. Eppure, non l’aveva mai fatto. Però non poteva andare avanti così, come se la loro storia non la dilaniasse. Questo finesettimana, pensò, con fatalismo. Questa settimana lo lascerò…