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Intrigo d'amore a Venezia

di SUSAN STEPHENS

Charlie Bennett, esperta d'arte inglese, è giunta a Venezia per consigliare il multimilionario veneziano Orlando Rossi circa la sua più recente acquisizione. Prima di incontrare il magnate, si reca al Ponte di Rialto per effettuare qualche schizzo del posto. Mentre è intenta a fare un ritratto dell'uomo più imponente che abbia mai visto, viene avvicinata a sorpresa dalle sue guardie del corpo. E rimane ancora più basita quando scopre l'identità del modello...

CAPITOLO 13

Si lasciarono felici dopo colazione, e Charlie tornò al laboratorio dove c'era ancora il quadro del suo amante, che si era rivelato un falso, e si rimise al lavoro.
Il suo amante... Charlie fece una pausa, quasi incapace di credere a ciò che era accaduto, a come quell'uomo freddo e duro era cambiato, per trasformarsi in una persona premurosa che l'aveva innalzata a un altro mondo, a un altro livello di coscienza, dove tutte le differenze tra di loro scomparivano.
Lei amava il suo lavoro e la sua carriera, ma adesso amava anche Orlando Rossi, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice.
Dopo qualche tempo si appoggiò allo schienale della poltroncina e sorrise con aria di trionfo. Era proprio come pensava. Orlando era stato così impaziente il giorno prima, non le aveva dato la possibilità di esaminare il dipinto che stava sotto a quello che lei aveva valutato come falso. Adesso però l'aveva portato alla luce, e poteva vedere che valeva una fortuna.
“Charlie? Che ci fai qui?”
“Stavo lavorando per te.” Il suo viso si ammorbidì in un sorriso alla vista dell'uomo di cui si era innamorata così profondamente, ma qualcosa nella sua voce le fece risuonare un campanello d'allarme in testa.
“Avevo dato istruzioni di non toccare il dipinto.”
“Ma...”
“Il tuo lavoro era finito. Hai dimostrato che è un falso, perché non hai chiuso lì la faccenda?”
“Non sono venuta qui per gongolare delle tue sfortune, Orlando.” Il sangue le si ghiacciò quando vide l'espressione dei suoi occhi. “Se mi dai l'opportunità di spiegare, ho scoperto che...”
“Che cosa?” domandò lui impaziente.
“C'è un altro dipinto sotto a quello che hai acquistato. E questo è autentico” spiegò lei, sentendosi un po' rinfrancata nella veste professionale. “Vale molto di più di quello che hai pagato.”
“Allora perdonami. Devo ringraziarti.”
Lei guardò la mano che le tendeva per stringere la sua e sentì il cuore andare in pezzi. “È tutto quello che significo per te?” Forse avrebbe dovuto stare calma e salvare il suo orgoglio, ma non riusciva a farlo.
“Sei molto brava nel tuo lavoro, e mi congratulo con te.” Lui sembrava perplesso.
“Ma abbiamo... fatto l'amore la notte scorsa....”
“Sesso” la corresse lui.
“Hai detto di amarmi.”
Orlando sostenne il suo sguardo finché lei comprese il suo errore. “Capisco. Mi amavi finché volevi fare sesso con me.”
“Il mio autista ti accompagnerà in albergo mentre provvedo a far mettere al sicuro il quadro.”
La faceva sentire una ladra. Si allontanò, fermandosi sulla soglia e appoggiando una mano sulla fredda porta d'acciaio. “Mi dispiace per te, Orlando.” L'aveva liquidata in modo così gelido. “Ti penserò nella tua solitudine, con la sola compagnia della tua collezione di quadri.”
“Torna qui, Charlie!”
La sua sfida lo rese furibondo. Avrebbe dovuto conoscerla ormai, ma la sua forza calma e decisa continuava a sorprenderlo. Non era abituato a sentirsi in quel modo: non sapeva come comportarsi. Diavolo di una donna! Doveva correrle dietro.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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