Intrigo d'amore a Venezia
di SUSAN STEPHENS
Charlie Bennett, esperta d'arte inglese, è giunta a Venezia per consigliare il multimilionario veneziano Orlando Rossi circa la sua più recente acquisizione. Prima di incontrare il magnate, si reca al Ponte di Rialto per effettuare qualche schizzo del posto. Mentre è intenta a fare un ritratto dell'uomo più imponente che abbia mai visto, viene avvicinata a sorpresa dalle sue guardie del corpo. E rimane ancora più basita quando scopre l'identità del modello...
“Sono Orlando Rossi e sono il proprietario di questo hotel...”
Per una volta Orlando Rossi era stato modesto. Charlie si era resa conto di chi fosse fin dal momento in cui le guardie del corpo l'avevano scortata nell'appartamento. E tutto per aver fatto una caricatura del loro capo, un disegno - come notò in quel momento - che giaceva al posto d'onore al centro della sua scrivania.
Non poteva essere nessun altro. Chi altri a Venezia possedeva altrettanta arroganza, un simile fascino? Chi era altrettanto dannatamente freddo da gelarla fin nell'interno?
Davvero quella giovane donna pensava di poter "rubare" la sua immagine senza il suo permesso? Immaginava che avesse intenzione di venderla a qualche volgare giornale scandalistico. Ai giornali finanziari sarebbe piaciuto vedere l'immobiliarista multimilionario Orlando Rossi ridotto a un cartone animato. Di certo, sarebbe stato oggetto di scherno!
All'inizio fu soddisfatto di vederla tremare in quel modo. Le stava bene. C'erano fin troppi artisti truffaldini e borseggiatori a Venezia, pronti a raggirare gli ignari turisti, e lui aveva l'opportunità di punirne almeno uno. Ma prima di decidere che tipo di punizione infliggerle, voleva sapere qualcosa di più di lei. Qualsiasi cosa fosse, lui non era un bullo da strada.
La rabbia in lui stava battagliando con un più primitivo impulso di difesa e protezione. Perché mai? Forse perché era abituato alle donne sofisticate che si muovevano nel suo mondo glamour come squali alla ricerca del loro prossimo pasto, mentre quella ragazza era poco più di una monella con quei suoi jeans strappati e il top leggero. Mentre considerava la possibilità di rivedere la sua opinione su di lei, non poté fare a meno di notare con interesse la sfida contenuta nei suoi occhi verdi, oltre al fatto che il mento sollevato e i sensuali capelli rossi promettevano fuochi d'artificio.
Non era così giovane come aveva supposto. Probabilmente tra i venticinque e i trent'anni. E sebbene fosse magra, il seno era pieno, cosa che gli provocò un sussulto di eccitazione.
“Si sieda” le ordinò.
Era quasi infastidito dai quei preliminari. Avrebbe voluto saltarli e portarla subito a letto. Quando l'avesse fatta gridare di piacere, di sicuro avrebbe perso quello sguardo di sfida. “Come si chiama?” le chiese più dolcemente, per preparare il terreno.
“Charlie” rispose lei accigliata.
“Charlie...?” Inclinò la testa, aspettando il cognome, pensando al momento in cui l'avrebbe accarezzata per prepararla al suo affondo.
“Charlie Bennett” riprese lei a denti stretti. “E voglio chiamare l'Ambasciata Britannica, subito! Non è...”
“Come ha detto?” la interruppe lui.
“Non può trattenermi qui in questo modo...”
“No... qual è il suo nome?”
“Mi ha sentito.”
La sua ripresa fu così rapida da sbalordirlo. “È una sorta di scherzo?”
Lei strinse la mascella. “Nessuno scherzo, signor Rossi. Siamo stati in contatto per qualche tempo. Mi chiamo Charlie Bennett e sono un'esperta d'arte in...”
La interruppe con un gesto impaziente. “Non sia ridicola! Non può essere Charlie Bennett. È impossibile!”