Intrigo d'amore a Venezia
di SUSAN STEPHENS
Charlie Bennett, esperta d'arte inglese, è giunta a Venezia per consigliare il multimilionario veneziano Orlando Rossi circa la sua più recente acquisizione. Prima di incontrare il magnate, si reca al Ponte di Rialto per effettuare qualche schizzo del posto. Mentre è intenta a fare un ritratto dell'uomo più imponente che abbia mai visto, viene avvicinata a sorpresa dalle sue guardie del corpo. E rimane ancora più basita quando scopre l'identità del modello...
«Non può essere Charlie Bennett!» ripeté Orlando Rossi.
«Posso assicurarle che lo sono» ribatté Charlie sostenendo il suo sguardo sprezzante.
Con un po' di ritardo, maledisse il proprio carattere impetuoso che l'aveva spinta a unirsi agli altri artisti sul ponte.
«Charlie Bennett è un esperto di importanti opere d'arte» la derise lui.
Vero. Dopo sei anni di formazione, e tre a lavorare sul campo, non c'era molto che non sapesse di arte. «Ha già approvato le mie qualifiche, signor Rossi.»
«È assurdo!»
Charlie dovette inclinare il mento per fronteggiare quella vampata di furore, ma si trovava sul territorio dell'uomo. Orlando Rossi, multimilionario italiano e appassionato collezionista di antichi maestri, era noto per la sua reputazione. Charlie era venuta a Venezia su sua espressa richiesta per esaminare il suo ultimo acquisto, un famoso dipinto per cui aveva pagato milioni a un'asta. Una volta restaurato, aveva intenzione di esporlo nella hall del suo albergo, lo stesso in cui lei era stata ospite fino a quel momento. Ma non ancora per molto, sospettò Charlie, mentre Orlando scrollava le spalle sprezzante.
«Ma si guardi!» brontolò.
Doveva ammettere che vestita in abiti casual era difficilmente credibile. Jeans strappati e un top non potevano essere paragonati ai completi raffinati e alle scarpe eleganti che portava di solito sul lavoro. Sfortunatamente, quelli si trovavano alcuni piani sotto di loro.
«Lei è un'opportunista che pensava di ritrarmi e di vendere poi il suo lavoro per guadagnarci!» Le sventolò il disegno dinanzi al viso. «E mi prende in giro, per giunta!»
Il vero problema, indovinò Charlie, era che Orlando Rossi non poteva credere che una donna fosse esperta in qualsiasi cosa, tanto meno in materia di arte, un settore nel quale si considerava un'autorità. «Se non mi crede, perché non chiama la reception e chiede di vedere il mio passaporto?» gli suggerì.
«Ho un'idea migliore. Perché non mi prova le sue conoscenze?»
Quando la sfiorò passandole accanto diretto verso la porta, una carica elettrica crepitò tra loro. L'aveva sentita anche lui? Charlie sperava di no. Non era abituata a sentirsi così turbata quando lavorava, e il suo giudizio poteva esserne soltanto minacciato.
«Perché esita?» le domandò Orlando imperioso. «Ha paura che scopra il suo inganno?»
«Non vi è alcuna possibilità» ritorse Charlie, colpita dall'accusa.
«Forse sono io che la metto in difficoltà, allora?» I suoi occhi si socchiusero speculativamente mentre la guardava.
«Non si illuda, signor Rossi. L'unica ragione della mia venuta a Venezia è per esaminare il suo dipinto. Non sono affatto interessata a lei...»
«Così sia, allora...» mormorò lui, facendole rizzare i capelli sulla nuca mentre si allontanava.