Intrigo d'amore a Venezia
di SUSAN STEPHENS
Charlie Bennett, esperta d'arte inglese, è giunta a Venezia per consigliare il multimilionario veneziano Orlando Rossi circa la sua più recente acquisizione. Prima di incontrare il magnate, si reca al Ponte di Rialto per effettuare qualche schizzo del posto. Mentre è intenta a fare un ritratto dell'uomo più imponente che abbia mai visto, viene avvicinata a sorpresa dalle sue guardie del corpo. E rimane ancora più basita quando scopre l'identità del modello...
Orlando condusse Charlie verso una elegante Lamborghini nera, con la quale raggiunsero un'incantevole casa affacciata su un lago. Non dissero una parola finché lui non fece il giro per aprirle la portiera, il che le fece pensare che alla fin fine non aveva dimenticato del tutto le buone maniere. Il cuore le batteva furiosamente mentre camminavano sulla ghiaia del vialetto verso le scale d'ingresso. Non si era mai trovata in una situazione come quella. Charlie Bennett, esperta d'arte, viveva tranquillamente da sola e non si era mai lasciata emozionare dai suoi facoltosi clienti, e tanto meno rapire.
In che altro modo poteva definire quello che stava accadendo? Dal momento in cui Orlando Rossi si era offeso per la caricatura che aveva schizzato, la sua vita era stata sconvolta. E lui ora pretendeva che gli provasse di essere chi affermava.
Dopo il lungo viaggio da sola con lui nella macchina sportiva, era certa che avrebbe fallito. Invece di cercare di bloccare le sensazioni che la attraversavano, ne aveva goduto, e ora la sua mente era completamente assorbita dall'uomo che riusciva a eccitarla anche solo con uno sguardo. Non sarebbe mai stata in grado di concentrarsi sul quadro, in quello stato.
Quando il maggiordomo aprì la porta e fece un passo indietro per lasciarli entrare, pensò di essere finita nella grotta di Aladino. Non aveva mai visto una collezione d'arte così splendida in una casa privata.
“Dove mi sta portando?” chiese con sospetto mentre Orlando la guidava su per le scale.
“Nella mia camera da letto.” Si fermò brevemente a guardarla dalla curva della magnifica scalinata di marmo, lo sguardo che la faceva tremare.
“No, signor Rossi...” disse con fermezza.
“Faccia come le dico” ordinò lui, per ricordarle che adesso erano nel suo mondo. “Se vuole dimostrarmi la sua abilità, deve cominciare da qui...”
“Io non devo proprio niente” ribatté Charlie fermandosi, ben decisa a non seguirlo sulle scale.
“Ma il dipinto che deve valutare si trova nella mia camera.”
“In questo caso, lo faccia portare al piano terra...”
La sua mano serrata sul lucido corrimano di mogano della ringhiera era l'unico segno che non aveva mai ricevuto prima un simile rifiuto. E da una giovane donna la cui prima preoccupazione avrebbe dovuto essere il futuro della propria carriera - nel caso improbabile che fosse chi affermava di essere!
“Può chiedere al suo maggiordomo di mostrarmi una stanza dove posso attendere, signor Rossi?”
Avrebbero dovuto giocare quella partita secondo le sue regole, ma il suo leggendario controllo lo disertava e la sua mente si riempiva di immagini di se stesso che perdeva qualsiasi controllo dentro di lei, mentre quella sua voce misurata si lasciava andare a grida di estasi.
Vide che impallidiva, come se gli avesse letto nel pensiero. Sostenendo il suo sguardo, prese a scendere lentamente verso di lei.