Il profumo del desiderio
di BRENDA JACKSON
Solo un uomo era capace di provocarle certe reazioni, anche dopo sette anni. Kendra riusciva ancora a sentire il tocco delle sue mani, quel tocco che le aveva fatto conoscere la passione vera. Slate Landis era tornato. E adesso che l’aveva di fronte, si chiedeva come doveva reagire. Doveva fuggire, ignorarlo oppure affrontarlo per sapere il vero motivo della fuga di allora?
“Ahh...” Kendra emise un lamento gutturale. “Solo un pochino più in basso. E ora un pochino più a destra. Spingi un po' di più. Sì... oh sì! Ecco... Ancora un po' più forte. Umm... così sì che va bene!”
Dopo un ultimo lamento lei girò la testa. “Grazie per avermi grattato la schiena, Slate. Adesso puoi anche tirare su la cerniera.”
La mano di Slate tremò leggermente, mentre lui tirava su la cerniera del vestito. Appena era entrato con la macchina nel vialetto di casa, lei aveva cominciato a torcersi sul sedile, dicendo che aveva bisogno che lui le grattasse la schiena. Lui era stato ben contento di farlo, fin quando le sue dita avevano sfiorato la pelle nuda di Kendra. La prima cosa che aveva notato era che lei non portava il reggiseno. E la seconda che la sua pelle era terribilmente morbida e calda.
Le aveva passato la mano nel punto, dove lei diceva di sentire prurito. I suoni gutturali che lei aveva emesso lo avevano fatto rabbrividire per l'eccitazione. Se lei si lamentava in quel modo, quando lui le grattava la schiena, non riusciva a immaginare che cosa avrebbe potuto fare, quando avessero fatto l'amore.
“Sicura che vada meglio?” le chiese, una volta che ebbe tirato su completamente la cerniera del vestito.
Lei si girò verso di lui. “Sì. Ne sono sicura.” Poi sorrise, guardandolo soprapensiero. “Avevo quasi dimenticato che mani fantastiche hai.”
Lui si sentì travolgere dai ricordi e dalle emozioni. “Mi fa piacere di averti aiutato a ricordare” replicò, mentre accarezzava il volante. “Abbiamo passato dei momenti bellissimi insieme...”
Kendra si lasciò andare contro lo schienale del sedile. “Sì, infatti... Tutte le sere non vedevo l'ora che papà si addormentasse, per sgattaiolare fuori. Non ho mai dimenticato i nostri incontri sulla spiaggia sotto le stelle e come rimanevamo a parlare per ore.”
Slate annuì, senza rispondere. Parlare non era l'unica cosa che avevano fatto in quelle notti. Tutte le settimane lui andava in macchina fino a Jacksonville, per fare scorta di preservativi senza dare troppo nell'occhio.
“Be'... sta diventando tardi. Sarà meglio che vada” mormorò Kendra, distraendolo dai suoi pensieri. Poi inclinò la testa di lato e rimase a guardarlo. “Ti ringrazio per la magnifica serata.”
Lui deglutì a fatica e si agitò sul sedile, chiedendosi se lei avesse davvero intenzione di mandarlo a casa in quel modo.
“Ti auguro una buona notte, Slate.”
Lui cercò di mascherare la delusione e si sforzò di sorridere. “Me lo auguro anch'io.”
Lei gli appoggiò una mano calda sulla parte alta della coscia. “Mi piacerebbe se venissi a cena da me domani sera alle sette. Pensi di farcela?”
Lo sguardo di Kendra lasciava intendere che avesse in mente qualcosa di più di una semplice cena e lui rispose senza esitare. “Oh, sì! Ce la farò sicuramente...”