Il profumo del desiderio
di BRENDA JACKSON
Solo un uomo era capace di provocarle certe reazioni, anche dopo sette anni. Kendra riusciva ancora a sentire il tocco delle sue mani, quel tocco che le aveva fatto conoscere la passione vera. Slate Landis era tornato. E adesso che l’aveva di fronte, si chiedeva come doveva reagire. Doveva fuggire, ignorarlo oppure affrontarlo per sapere il vero motivo della fuga di allora?
Troppo debole per muoversi, Kendra rimase sdraiata tra le braccia di Slate, godendosi quei momenti. Quando lui si spostò, per guardarla negli occhi, lei si accorse di come fosse intenso il suo sguardo. Lui si chinò, per baciarla, felice per quello che avevano condiviso. Eppure sapeva che tra loro c'era ancora qualcosa, che li divideva... i dubbi, il risentimento, il dolore. Era ormai tempo di giungere a un chiarimento.
Quando lui smise di baciarla, le emozioni che Kendra aveva cercato di tenere sotto controllo fino a quel momento, si tramutarono in lacrime. “Perché?” chiese in un sussurro.
Slate sapeva che cosa lei gli stesse chiedendo. “Ho passato momenti d'inferno, Kendra, e non volevo che tu mi vedessi in quelle condizioni. Il fatto di non essere stato in grado di salvare Susan Conrad mi ha quasi distrutto. Non aveva importanza che tutti pensassero che avevo fatto il possibile. Io ero sicuro di non aver fatto abbastanza e di essere stato un totale fallimento.”
Kendra aveva compreso perfettamente che cosa avesse spinto Slate a lasciare Fernandina Beach la mattina dell'incidente, ma quello che non aveva mai capito e non era riuscita ad accettare, era che lui non avesse cercato di mettersi in contatto con lei.
“Perché non mi hai mai cercata in tutti questi anni, Slate? Anche soltanto per farmi sapere che stavi bene. Non pensi che me lo sarei meritata?” chiese con dolcezza, ricordandosi di tutto quello che anche lei aveva patito.
Lui le passò un dito sulle palpebre e vide le lacrime, che le bagnavano gli occhi. Immediatamente sentì un nodo serrargli la gola. “Io avevo letteralmente perso la ragione, Kendra. Non sono più tornato a scuola quell'anno. Il senso di colpa mi consumava. Alla fine sono riuscito a riprendere gli studi, ma le cose non sono migliorate. Ogni notte, quando andavo a letto, vedevo il viso di Susan con lo stesso sguardo, che aveva quel giorno. Vedevo come mi aveva fissato, sperando che io la salvassi. Ho cominciato a bere e una sera sono rimasto coinvolto in un incidente. Fortunatamente nessuno si fece male e, dal momento che ero incensurato, il giudice mi ha condannato soltanto a un anno di lavoro presso un ospedale. E' stato allora che ho cominciato a recuperare la mia esistenza. Ho incontrato persone, che avevano sofferto molto più di me e che stavano lottando per continuare a vivere.
Così mi sono deciso a fare qualcosa di concreto, per risolvere i miei problemi. Ho cercato aiuto e mi sono sottoposto a due anni di psicoterapia. E finalmente sono arrivato di nuovo a dormire sonni tranquilli. E' stato a quel punto che ho creato la mia società, ma ho presto scoperto che anche così non ero veramente felice. Mi mancava qualcosa. Qualcosa che desideravo più della vita stessa e a cui avevo cercato invano di rinunciare. Mi mancavi tu. E allora ho deciso di tornare qui e di provare a spiegarti perché ero scomparso e come il senso di colpa mi avesse fatto sentire totalmente indegno del tuo amore.”
Kendra sospirò piano. Non aveva mai immaginato che Slate fosse stato così consumato dai sensi di colpa. Negli ultimi sette anni lei aveva molto sofferto, ma lui aveva sofferto ancora di più. Stese le braccia e lo strinse forte a sé. “Andiamo alla casa sulla spiaggia, Slate” mormorò a bassa voce. Voleva mostrargli che lui era una persona assolutamente degna... soprattutto di lei.