Il profumo del desiderio
di BRENDA JACKSON
Solo un uomo era capace di provocarle certe reazioni, anche dopo sette anni. Kendra riusciva ancora a sentire il tocco delle sue mani, quel tocco che le aveva fatto conoscere la passione vera. Slate Landis era tornato. E adesso che l’aveva di fronte, si chiedeva come doveva reagire. Doveva fuggire, ignorarlo oppure affrontarlo per sapere il vero motivo della fuga di allora?
Il suono della voce di Slate fece ribollire il sangue nelle vene di Kendra. Lei cercò di allontanare gli occhi dai suoi e lo sguardo le scivolò involontariamente verso il basso. Immediatamente lo rialzò con un certo imbarazzo. Slate era l'unico uomo, capace di eccitarsi in quel modo per un bacio. Ma tra di loro era sempre stato così... Si trattava di un effetto a catena... L'eccitazione dell'uno rafforzava quella dell'altro.
“Non c'è niente di cui parlare” replicò lei alla fine. “Quando sei partito, hai detto chiaramente che non avevi intenzione di tornare.”
Slate fece un cenno di assenso. “Si, lo so. Allora ne ero convinto. Ma dovevo tornare per chiederti di scusarmi per il modo in cui me ne ero andato via.”
Kendra fece un respiro profondo. Aveva sempre capito il motivo, per cui lui aveva voluto lasciare quel luogo. Aveva bisogno di stare da solo, per poter venire a patti con la morte di Susan Conrad. Ma lei non aveva immaginato che lui potesse escluderla dalla sua vita e rinunciare completamente al loro amore.
“Ti perdono per essertene andato, Slate. Ho capito che cosa stavi passando. Ma non sono sicura di poterti perdonare, per non avermi mai fatto neppure una telefonata. Non hai nemmeno chiamato la signora Marcie, anche se eri molto legato a lei...”
“Ho passato momenti terribili, Kendra” rispose lui con voce sommessa.
“Che peccato!” esclamò lei in tono freddo. “Anch'io, Slate, ho passato momenti terribili” ammise poi, respirando a fondo, nel tentativo di dimenticare quel periodo orribile della sua vita. “Quanto pensi di rimanere?” chiese alla fine, per sapere per quanto tempo avrebbe dovuto cercare di evitarlo.
Slate rimase alcuni secondi in silenzio. “Mi fermerò una settimana” rispose dopo un po'.
Kendra fece un cenno di assenso. Sicuramente sarebbe presto tornato a New York. Qualche mese prima aveva sentito la signora Marcie raccontare in chiesa alla signora Butternut che Slate viveva ad Harlem e possedeva una società di successo, che si occupava di vendite online. Sapeva anche che lui lavorava da casa, dove creava siti web e banche dati per grosse aziende.
“Ti sei sistemato nella residenza dei Wilkins?”
“No sto nella casa sulla spiaggia. E' un posto più riservato” rispose Slate a mezza voce.
Kendra lo guardò negli occhi. “Nella casa?”
“Sì. Ti ricordi dov'è, vero?”
Lei deglutì a fatica. Quella casa si trovava vicino alla sua abitazione, appena nascosta tra le dune di sabbia, non lontana dalla residenza. Ai tempi in cui Slate trascorreva le vacanze estive nella cittadina e lavorava come bagnino, aveva trovato alloggio presso i Wilkins e il fatto di abitare così vicini aveva sicuramente favorito il loro bisogno di intimità. Di notte avevano preso l'abitudine di incontrarsi regolarmente nella piccola casa sulla spiaggia...
“Certo che mi ricordo” affermò Kendra, trattenendo il fiato. “E' il posto dove abbiamo fatto l'amore la prima volta.”