Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
"Che cos'è che non so, Lucia? Di che cosa stai parlando?"
Si fermarono vicino alla vecchia casa decrepita e Lucia cercò di aprire la portiera, per scendere dalla macchina.
"No" mormorò lui, allungandosi per afferrare la maniglia della portiera e tenerla chiusa. "Non te ne andrai, finché non mi dici che cosa succede."
"Oh, scusami, dimenticavo..." sbottò lei, improvvisamente furiosa per il fatto che lui la stesse trattenendo. "Non sei rimasto fermo in tutti questi anni, vero? Ti sei mosso in fretta. Non vedevi l'ora di lasciarti alle spalle Montvelatte e non ti sei più preoccupato di sapere che cosa stava succedendo qui."
Mentre lei finiva di parlare, lui scese dalla macchina e le aprì la portiera dall'esterno. "E che cosa stava succedendo?" domandò, leggermente irritato. "Che cos'è che mi sarei perso?"
Lucia aveva le ginocchia molli e faceva fatica a stare in piedi, ma Roberto l'aveva afferrata per le braccia e lei non sapeva nemmeno, se i suoi piedi stavano toccando terra. Davanti agli occhi vedeva delle macchie nere e il sangue le pulsava nelle tempie. L'impeto di rabbia iniziale si era affievolito e si sentiva estremamente debole. Lo guardò negli occhi, senza alcuna voglia di dargli le spiegazioni che chiedeva. Sperando anzi che quello, che stava per dire non fosse mai accaduto.
"Mio fratello... il tuo amico... Massimo è morto."
Pensava che lui si sarebbe rifiutato di crederle. Ma Roberto la prese d'impulso tra le sue braccia e la tenne stretta a sé. "Accidenti!" lo sentì borbottare contro i suoi capelli. "Vorrei che non fosse mai accaduto..."
Lei avrebbe voluto ringraziarlo per quelle parole sincere, perché esprimevano esattamente quello che provava anche lei.
"Lucia, sei tu?"
Quella voce le ricordò all'improvviso che erano a casa e Lucia alzò gli occhi. Anna, la sua vicina, era apparsa sulla porta. La donna si fermò di colpo, appena la vide tra le braccia di un uomo, e spalancò gli occhi per la sorpresa. "Scusa, non volevo interrompervi."
"Anna" replicò subito Lucia, sottraendosi in fretta all'abbraccio. "Il signor Peroni è un vecchio amico di mio fratello. È appena ritornato al paese... Non è facile per lui."
Anna scrutò attentamente il nuovo venuto, poi fece un cenno del capo e batté le mani. Se le asciugò nel grembiule e si fece avanti, per abbracciare Roberto. "Mi ricordo della tua mamma e di tua sorella. Come sta la tua famiglia? Stanno tutti bene?"
Si fermarono a parlare e Roberto promise che avrebbe portato a sua madre i saluti di Anna. Ma Lucia si sentiva a disagio. "Come va la nonna?" chiese, quando finalmente riuscì a inserirsi nel discorso.
Anna sorrise e appoggiò una mano sulle sue. "Adesso è più tranquilla. Sta riposando."
Lucia l'abbracciò, sollevata, e la ringrazio per quello che aveva fatto. "Non so come farei senza di te."
"Ci sono ancora degli gnocchi nel forno" replicò Anna con un sorriso. "Più che sufficienti per due..." aggiunse poi, lanciando un'occhiata in direzione di Roberto.