Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
Lei rimase senza parole. Alzò gli occhi e incontrò lo sguardo di Roberto. Lui le stava sorridendo. Era così sicura che non l'avesse riconosciuta... Erano passati quindici anni e allora lei era poco più che una bambina.
"È passato molto tempo."
Lui accentuò il sorriso. I suoi denti bianchi e perfetti contrastavano con la pelle olivastra, resa ancora più scura dalla barba un po' lunga. "Pensi che abbia dimenticato l'ombra, che mi seguiva sempre in silenzio? Pensavo che saresti stata un ottimo detective." Per la sorpresa lei emise un grido soffocato, mentre lui continuava a sorriderle. "Massimo mi raccontava che volevi entrare in Polizia. Com'è che sei finita a lavorare qui al castello?"
Imbarazzo misto a risentimento, nel sentire parlare di suo fratello e dei suoi sogni di un tempo, riempirono il cuore di Lucia. E quelle emozioni si mescolarono a ricordi e sentimenti, alimentati dalla vicinanza di Roberto, finché lei non fu consapevole di nient'altro, se non della sua presenza.
Fuggire era l'unica possibilità. Con il volto in fiamme, Lucia cercò di tirare indietro lo scooter. Le molle del sedile ormai consunto cigolarono sotto il suo peso, ma Roberto non aveva intenzione di lasciarla andare tanto facilmente. Le mostrò le chiavi, che teneva ancora in mano. "Non dimentichi qualcosa?"
Era proprio quello, di cui Lucia non aveva bisogno. Non quel giorno. Doveva tornare a casa al più presto, per dare il cambio ad Anna e a Maria. Le sue vicine erano estremamente generose con lei, ma avevano già le loro famiglie, alle quali badare. Non potevano preoccuparsi in continuazione anche della nonna di Lucia... E tutto stava diventando così complicato, ora che la memoria della nonna cominciava a vacillare...
"Che cosa vuole da me, signor Peroni?"
"Per favore, chiamami Roberto."
Lei strinse le labbra. "Che cosa vuoi... Roberto?"
"Sono stato via molto tempo. Non sono più aggiornato su quello che succede a Montvelatte. Speravo di poterti vedere stasera, così mi potresti raccontare un po' di cose..."
"Non ti sei mai preoccupato di tenerti al corrente."
"Nel caso tu non lo avessi notato, non sono stato fermo un minuto in tutti questi anni."
"No. Sei stato impegnato a costruirti una fortuna. Quanti miliardi di euro possiedi? Cinque? Dieci? Oppure hai già perso il conto?"
"Da come ne parli, sembra che ci sia qualcosa di sbagliato nell'avere avuto successo."
"No. Hai sempre detto a tutti che saresti andato via da Montvelatte e avresti cercato di costruire qualcosa. Bene, ci sei riuscito. Devi sentirti orgoglioso. E ora, se vuoi darmi le chiavi, io dovrei andare."
"Ceniamo insieme."
"Non posso."
"Non puoi... o non vuoi?"
"Ha importanza? Non succederà."
"Neanche in ricordo dei vecchi tempi?"
"È' per questo che hai parlato in quel modo a Sebastiano? E per questo che gli hai detto che eri stato tu a scontrarti con me, invece che il contrario? Per amore dei vecchi tempi?"
"Speravo che mi saresti stata grata."
"Non c'era bisogno di mentire!"
"Non sembri molto contenta. Avevo avuto l'impressione che stessi per perdere il tuo lavoro..."
"E pensi che per questo io mi senta in debito con te?"
"Hai ancora il tuo lavoro?"
Lucia sperò che il suo sguardo riuscisse a comunicare tutto il risentimento che aveva nel cuore. "Io non ti devo proprio niente!"