Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
Lucia era bellissima. Era molto carina anche da bambina, con gli occhi scuri come la notte e la pelle di una delicata tonalità ambrata, ma ora la sua bellezza era veramente fiorita. Era molto diversa dalle donne che lui era solito frequentare. Donne che si aspettavano complimenti e regali. Donne sofisticate, che guardavano il mondo con occhi cinici e che avevano ormai dimenticato come si fa ad arrossire.
Proprio il contrario di Lucia.
Bastava fare un accenno alla sua bellezza e la sua pelle di seta si imporporava, come se lei non avesse mai ricevuto un complimento in vita sua. Il che non sembrava possibile. Doveva ormai avere almeno venticinque anni. Sicuramente una ragazza bella come lei aveva avuto dei corteggiatori, ma sembrava che al momento non ci fosse né un fidanzato, né un marito. Così pensava Roberto, mentre guidava l'auto sulla strada in salita piena di curve. La cosa lo metteva di buon umore, anche se non riusciva ancora bene a capirne il perché.
A Massimo quell'auto sarebbe piaciuta da impazzire, si disse Lucia. Lui aveva sempre sognato di potersi permettere una macchina sportiva, con la quale andare in giro per l'isola, proprio come stava facendo Roberto in quel momento. Con la nuova barca sarebbero riusciti a pescare di più, diceva. In breve sarebbero riusciti a ripagare la barca e avrebbero avuto abbastanza soldi per far fronte a tutte le altre spese e realizzare i loro desideri: una nuova cucina per la mamma, un vestito nuovo per papà e una macchina per andare tutti quanti in chiesa la domenica.
Avevano pensato che fosse un buon progetto. Così ci sarebbero stati anche i soldi per mandare Lucia all'Accademia di Polizia a Roma. Ma purtroppo il destino si era messo contro di loro...
"La casa è sempre la stessa?"
Lei lo guardò con aria assente. Nessuno dei due aveva parlato per tutto il tragitto. Lei era troppo nervosa, lui invece sembrava soddisfatto di lasciarle godere il panorama attraverso il finestrino. Andavano a una velocità per lo meno doppia rispetto a quella, alla quale viaggiava lo scooter di Lucia e lei fu sorpresa di vedere che erano già prossimi al paese.
"La stessa casa" ripeté lui con un sorriso. "A Calitano."
"Oh, sì" rispose lei ed ebbe un brivido. Era la stessa casa modesta, nella quale aveva vissuto fin da bambina. Soltanto che ora era veramente trascurata. Il tetto aveva tegole rotte e i muri erano tutti crepati. Nonostante lei si sforzasse di ridipingere la facciata tutti gli anni a Pasqua, i difetti rimanevano ben evidenti.
Di colpo Lucia capì di non voler far vedere la casa a Roberto. Lui non apparteneva più al suo mondo. Aveva cambiato vita, così come aveva sempre detto di voler fare. Ed era riuscito a realizzare le proprie aspirazioni.
"Fermati pure qui" suggerì in tono forzatamente allegro. "Ti ho già disturbato abbastanza."
"Ti porterò fino a casa, invece. E, già che sono arrivato fin qui, avrei proprio voglia di vedere Massimo, se è da queste parti" dichiarò lui, guardandola negli occhi. "Sai dove posso trovarlo?"
Un brivido percorse la schiena di Lucia, mentre i suoi occhi andavano al promontorio irregolare, che dominava il mare appena fuori città. Quando finalmente riuscì a parlare, la voce le uscì dura e aspra come la pietra che ricopriva la tomba, che si vedeva risplendere in lontananza sotto gli ultimi bagliori del sole.
"Davvero non lo sai?"