Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
Non avrebbe mai dovuto baciarla, pensò Roberto, sbattendo il palmo di una mano contro il volante dell'auto. Accidenti! L'aveva tenuta tra le braccia ed era riuscito a rovinare tutto, cedendo all'istinto di baciarla.
Ma lei si sbagliava. Non l'aveva fatto per compassione. L'aveva baciata, perché la desiderava... E lei mi ha contraccambiato.
Mentre scendeva lungo la strada tortuosa in direzione del porto, Roberto cominciò a intravvedere le luci della città di Velatte. Il cielo notturno sembrava fatto di velluto... la luce della luna si rifletteva sul mare scuro e la cittadina sembrava un paesino da favola. Lui non aveva mai creduto alle favole. Aveva sempre pensato che ognuno dovesse costruirsi il destino con le proprie mani. Ne era sempre stato sicuro...
Ma Lucia? Che colpa aveva della disgrazia, che si era abbattuta su di lei? Roberto non aveva risposte, ma non aveva comunque intenzione di continuare a vederla soffrire.
La signorina Sienna appariva bellissima nel vestito di seta color verde mare, che ne metteva in risalto le curve e le scendeva fino ai piedi. Lucia provò a immaginare come si sarebbe sentito il Principe Raphael, quando l'avesse incontrata. Era chiaramente pazzo di lei. Doveva essere fantastico essere così innamorati!
"Bella" affermò con un sorriso, porgendo alla futura principessa la borsa e uno scialle di garza sottile. Poi, una volta che se ne fu andata e lei ebbe sistemato la stanza, Lucia fu libera di tornarsene a casa.
Si affrettò verso il parcheggio, dove aveva lasciato lo scooter. L'autista, che era venuto a prenderla quella mattina l'aveva informata che un meccanico avrebbe aggiustato la moto e gliel'avrebbe fatta trovare pronta, per quando fosse uscita dal lavoro.
Le seccava che Roberto si fosse assunto l'incombenza di far riparare lo scooter, ma sapeva che il motorino aveva assoluto bisogno di essere rimesso in sesto. Il meccanico, del quale di solito si serviva, abitava in paese e non sarebbe certamente venuto fino al castello per uno scooter. Lucia si augurava soltanto che chi aveva fatto il lavoro, potesse aspettare finché lei avesse avuto abbastanza soldi per pagarlo.
Raggiunto il parcheggio, si guardò intorno, ma non vide traccia della sua moto. C'era soltanto uno scooter nuovo di zecca, parcheggiato in un angolo.
"Signorina Altomare?" la chiamò la guardia, che prestava servizio alla porta.
"Sì?"
"Un signore ha lasciato questo per lei" replicò la guardia, porgendole una busta, sulla quale era scritto chiaramente il suo nome. Lei l'aprì con un sospiro, aspettandosi di trovare il conto, mentre con gli occhi continuava a guardare in giro, cercando il suo scooter. In quel momento qualcosa scivolò dalla busta e cadde per terra. Una chiave. Lucia si fece seria e la raccolse. Poi, finalmente, scorse una nota scritta su un pezzo di carta da lettere con l'intestazione di un albergo.
Troppe riparazioni diceva il biglietto. Spero che ti piaccia il rosso. Poi seguiva soltanto la firma. Roberto.
Lucia guardò la chiave, che aveva in mano, e lanciò un'occhiata allo scooter, che si trovava nel parcheggio. Era nuovo fiammante e rosso, con ruote cromate. Era bellissimo. Era lo scooter dei suoi sogni. Ma non era quello di Massimo. E certamente non era suo.
Lucia controllò di nuovo il biglietto, mandò a mente l'indirizzo dell'albergo e si infilò il casco. Devo parlare con Roberto al più presto.