Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
Lei tornò a sedersi, senza far caso a Roberto, che le aveva tolto i piatti e le aveva preso la mano tra le sue. Sentiva di nuovo quel dolore sordo nel petto, che le era così familiare.
"Una barca nuova era il sogno di Massimo. Se avesse pescato di più, avrebbe anche guadagnato di più. Questo gli avrebbe permesso di mandarmi all'Accademia di Polizia e di realizzare così il mio desiderio. Purtroppo ci fu una tempesta, che sorprese le barche in mare. Cercarono tutti di tornare, ma papà e Massimo dettero la precedenza alle barche più vecchie e più piccole, mentre il temporale si faceva sempre più violento. Quando finalmente toccò a loro, arrivò un'onda inaspettata, che sollevò la barca e la mandò a sbattere contro le rocce. Mia madre si gettò in mare, per cercare di salvarli, senza che nessuno riuscisse a trattenerla. Ma non servì a niente... morirono tutti."
"Lucia..." Lui le andò vicino e la strinse di nuovo, cullandola tra le sue braccia. Riusciva a percepire tutta la sua disperazione.
"Io ero in Accademia, quando arrivò la notizia" continuò lei in un sussurro. "Sono venuta subito a casa" riprese con un brivido. Lui la strinse più forte e le baciò leggermente i capelli, che odoravano di timo e rosmarino. Aveva lo stesso profumo dell'isola...
"E da allora hai dovuto badare da sola a tua nonna...?"
"La gente di qui è stata buona con me. Anna e Maria cercano di aiutarmi. Alla nonna qualche volta manca la memoria... Ma devo lavorare per riuscire a ripagare la barca. Per fortuna la situazione è migliorata, da quando il Principe Raphael è salito al trono..."
"La barca non era assicurata?"
"Sarebbe dovuta esserlo" rispose lei in tono sommesso. "Ma le cose non stavano andando tanto bene. Ci furono delle spese impreviste e il prezzo del combustibile era salito alle stelle. Massimo non lo disse a nessuno, ma smise di pagare l'assicurazione per riuscire a pagarmi gli studi in Accademia."
A quel punto Lucia cominciò a singhiozzare, senza riuscire più a trattenersi. Roberto la lasciò piangere, continuando a ripeterle che non era colpa sua. Finalmente aveva capito, perché lei non fosse entrata in Polizia e perché avesse accettato quell'umile lavoro al castello. "Non lo sapevo..." mormorò, continuando a tenerla abbracciata. E per la prima volta si dispiacque di avere lasciato Montvelatte, per andare a raggiungere lo zio in Australia con la propria famiglia. Aveva ottenuto il successo, che cercava, ma aveva perso ogni contatto con l'isola. "Se la mia famiglia fosse rimasta... lo avrei saputo" sospirò sommessamente.
Lucia alzò lo sguardo verso di lui. Aveva l'aria estremamente vulnerabile, ma appariva ugualmente bellissima alla luce della luna. "Non importa."
Ma lui sapeva che invece importava. Per lo meno importava a lui. Gli dispiaceva che lei dovesse vivere in quelle condizioni... Aveva il viso di una dea...
"Lucia..." sussurrò piano Roberto, abbassando la testa verso di lei.