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Un milionario tutto per me

di TRISH MOREY

Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?

Capitolo 3

Lucia? Era quello il nome della ragazza? Roberto si era già voltato, sapendo che avrebbe dovuto concentrarsi sull'incontro con il Principe Raphael e sulle urgenti questioni finanziarie, che doveva risolvere. Ma questo non gli impedì di fissare l'attenzione sul nome, che aveva appena sentito.
Improvvisamente un'immagine gli tornò alla mente. L'immagine di una ragazzina, che in silenzio aveva seguito ogni suo movimento, tutte le volte che lui andava a trovare il suo amico Massimo.
Roberto si fermò sulla passatoia. Si tratta proprio di lei? La Lucia, che lui ricordava era poco più di una bambina paffuta, con grandi occhi scuri e uno sguardo incredibilmente espressivo. Questa Lucia aveva un corpo dalle forme sinuose e provocanti, anche sotto il grembiule informe da cameriera. I capelli scuri e mossi le incorniciavano il viso e gli occhi avevano uno sguardo, che sembrava volerlo divorare. Eppure era chiaro che lei l'aveva riconosciuto.
Si è ricordata di me. Non c'era dubbio che fosse lei.
Roberto sentì la voce di Sebastiano dietro di lui. Parlava a voce bassa e non riuscì a distinguere le parole, ma il tono era inequivocabilmente aspro. Poi sentì una voce femminile, che tentava di giustificarsi. Era la voce di Lucia. Sebastiano l'aveva rimproverata.

Ma per quale ragione dovrei preoccuparmene? Non erano affari suoi. Lanciò un'occhiata all'orologio e imprecò debolmente. Non voleva fare tardi. Raphael lo stava aspettando e non era abituato a far attendere Sua Altezza, anche se erano amici di lunga data.Eppure i suoi piedi rimasero ancorati al terreno.
Roberto si guardò dietro le spalle, passandosi una mano tra i capelli, e imprecò di nuovo. Perché mi interessa, se quella donna è in difficoltà?
Perché tu non vuoi che accada per colpa tua... sussurrò una voce dentro di lui. Non se vuoi avere l'opportunità di rivederla. E poi, sicuramente, lo tormentava l'idea che lei avesse risposto in maniera così evasiva alla sua richiesta di incontrarla di nuovo. Perché si era comportata in quel modo? E per quale motivo aveva finto di non riconoscerlo?
Roberto voleva scoprirlo. Si voltò, per tornare verso la scala, dove risuonavano ancora le voci di Sebastiano e di Lucia. Poteva vederli. Sebastiano teneva il sacco di plastica con il vestito, che era scivolato dalle mani di Lucia, quando si erano scontrati. Lei aveva la testa china e stringeva nervosamente le mani. "Per favore..." la sentì mormorare, "... ho bisogno di questo lavoro. Le prometto che non mi capiterà più di essere in ritardo." Sollevò la testa, pronunciando le ultime parole, e Roberto vide che aveva gli occhi umidi. Di nuovo si chiese se doveva occuparsi di un problema, che non aveva niente a che fare con lui. Per quale motivo avrebbe dovuto interferire?
Fece per voltarsi e andarsene. Lei dovette cogliere quel movimento, perché alzò lo sguardo e notò che lui la stava guardando. Subito girò la testa, ma Roberto fece in tempo a cogliere il suo sguardo risentito, come se fosse infastidita dalla sua presenza e desiderasse vederlo scomparire all'istante.
Non ti libererai di me tanto facilmente... pensò Roberto tra sé. "Sebastiano" chiamò poi ad alta voce, facendo i gradini tre alla volta. "Posso parlarle?"

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