Un milionario tutto per me
di TRISH MOREY
Lucia Altomare sta rischiando di perdere il lavoro di cameriera della futura principessa di Montvelatte, ma non può assolutamente permetterselo. Quando l'affascinante milionario Roberto Peroni – l'unico uomo nella vita che lei ha veramente amato - si intromette per aiutarla, lei teme che voglia in cambio qualcosa. Si può fidare, dopo che in passato Roberto ha...?
"Un picnic?" Lucia pensò di avere capito male. "Vuoi portarmi a fare un picnic?"
Le labbra che aveva pensato stessero per baciarla si distesero in un ampio sorriso, mentre lui si tirava indietro. "Ho voglia di rivedere l'isola. Penso che avrai una giornata libera ogni tanto..."
Lucia si sentiva stranamente delusa, presa in giro. Era sul punto di baciarmi e adesso si aspetta che riprenda la conversazione, come se niente fosse? "Ho la domenica libera, ma devo occuparmi della nonna. Non posso chiedere a Anna o a Maria di pensare a lei nel mio giorno di riposo."
"E allora porta anche lei." A quanto pareva per Roberto era tutto sistemato.
Lei lo guardò, mentre lui l'accompagnava verso l'ascensore. Ci doveva essere qualcosa di sbagliato. Era stato tutto troppo facile. Troppo semplice. "Ma fare una gita insieme non può essere sufficiente a pagare un debito come questo. Che cos'altro vuoi?"
Lui si chinò a baciarla sulla guancia. Un bacio casto, da amico, niente di più. E lei si sentì più confusa di prima. "Niente che tu non abbia voglia di darmi."
Lucia fu percorsa da un fremito e sentì il sangue pulsarle nelle vene. Ma a quel punto la porta dell'ascensore si aprì e, prima ancora di rendersene conto, lei stava già guidando il suo nuovo scooter rosso lungo la strada di montagna, che la portava verso casa. Le piaceva la sensazione che le dava quella moto, anche se le mancavano la familiarità e la sicurezza, che le comunicava lo scooter di Massimo.
Niente che tu non voglia darmi...
Che cos'era pronta a dare a un uomo, che aveva messo sottosopra il suo mondo e che era stato capace di trasformare la sua rabbia in desiderio, lasciandola con la voglia di avere qualcosa di più?
Lucia aveva paura che, qualsiasi fosse stata la risposta, sarebbe stato semplicemente troppo.
Lui venne a prenderle in perfetto orario. La nonna era più eccitata di quanto fosse mai stata negli ultimi anni e Lucia si sentiva in colpa, per non essere riuscita a permettersi niente, che potesse rallegrare la loro cupa esistenza. Ma presto Roberto le fece dimenticare i sensi di colpa con il racconto della sua vita in altre città, abitate da gente diversa.
Era piacevole parlare con lui, pensò Lucia, mentre Roberto guidava lungo la strada costiera. Era anche piacevole ascoltarlo. E di certo era piacevole guardarlo. Non c'era da stupirsi che da bambina ne fosse rimasta così affascinata.
Si fermarono a mangiare sul promontorio, che dominava il mare. Gustarono insieme il pollo freddo, la frittata e i pomodori maturi, mentre il vento le scompigliava i capelli e il calore del sole lambiva i loro visi. La nonna rise, nell'ascoltare le storie di Roberto, e il suono di quelle risate fece venire a Lucia le lacrime agli occhi. Roberto la guardò di sfuggita e per un momento sembrò preoccupato. Ma, quando lei accennò un grazie con le labbra, lui fece un cenno di assenso e sorrise di nuovo. E lei fu pervasa da un calore mai sperimentato prima, che si diffuse nel suo corpo, raggiungendo parti, che pensava ormai sopite per sempre.
Prima che fossero rientrati a casa, la nonna si addormentò. Lucia riuscì a metterla a letto con l'aiuto di Roberto. "Grazie" mormorò alla fine, richiudendo la porta della stanza della nonna. E d'impulso lo baciò sulla guancia. "È stata veramente una giornata speciale."
A quelle parole Roberto inclinò la testa di lato e la guardò negli occhi. "Non è detto che debba finire così."