La preferita del capo
di SUSAN MEIER
Quando Kelsey Cramer Delaney ritorna a Portage, la sua città natale in Pennsylvania, dopo la morte del marito, l'ultima cosa che si aspetta è di andare ad abitare accanto al suo primo amore. Eric non è affatto contento di vederla, né tanto meno di abitare in un quartiere periferico. È tornato alle origini solo perché l'ex moglie lo ha tradito e ha avuto pure la sfacciataggine di prendersi metà della sua azienda di successo.
L'ultima cosa che Eric desidera è restare imbrigliato in una relazione con Kelsey.
Soprattutto da quando lei inizia a lavorare per lui.
La tensione caricava l'aria del piccolo ufficio. Sebbene Eric facesse finta che tutto fosse normale, sapeva che, dopo il quasi bacio del giorno precedente, adesso Kelsey aveva paura di lui. Oh, lei non aveva detto niente in proposito, ma non ce n'era bisogno. Il modo in cui distoglieva lo sguardo o cambiava strada ogni volta che ne aveva la possibilità parlava più chiaramente di mille parole.
Programmò la maggior parte delle riunioni fuori dall'ufficio, ma questo non gli impedì di pensare a lei. Se per caso si incontravano tra un impegno e l'altro, lei faceva di tutto fuorché andare in iperventilazione in sua presenza. Eric odiava il fatto di non piacerle, pur sapendo che era una triste conseguenza del loro passato. Sperava di potersi chiarire con Kelsey, di poterle spiegare perché non era andato a prenderla per il ballo di fine anno e perché non si era mai più fatto sentire per chiederle scusa. Ma allo stesso tempo non voleva riaprire vecchie ferite. E forse non voleva nemmeno rischiare che lei provasse pietà per lui.
Sgattaiolò nel suo ufficio venerdì mattina presto sapendo che lei a quell'ora era ancora al bar a bere il suo caffè. Inaspettatamente, però, la intravide camminare nella hall davanti agli uffici della direzione e si fermò incantato. Kelsey era meravigliosa in quel tailleur rosa, ma non fu questo a sorprenderlo. Ogni giorno che passava sembrava sempre più bella. Più luminosa. Più allegra. Tornare a casa le aveva fatto sicuramente bene. Era bella come il giorno in cui lui l'aveva lasciata ma, più di tutto, era felice.
Entrò nel suo ufficio e chiuse la porta. Vedere il sorriso radioso di Kelsey confermò i suoi sospetti: non aveva intenzione di essere di nuovo legata a lui, così come Eric non voleva mettere a repentaglio la fragile tranquillità che aveva raggiunto.
Oh, ma la tentazione era forte!
* * *
Per tre giorni Eric arrivò presto in ufficio e rincasò tardi e, in generale, evitò Kelsey. Poiché lei era la sua assistente, però, sapeva che quella tattica non avrebbe funzionato a lungo e decise che, anziché girare intorno alla questione, sarebbe stato meglio andare dritti al punto una volta per tutte.
«Stessa cosa dell'ultima volta» disse, passando a Kelsey l'ennesimo CD. «Ho bisogno che tu mi sistemi queste lettere che ho scritto, aggiunga gli indirizzi e le stampi per poi farmele firmare.»
«Va bene» rispose lei, ma allungò la mano troppo in fretta e il CD prese il volo. Fece un gran balzo, tre capriole, poi atterrò sul pavimento con un tonfo. «Oh, mi dispiace!» gemette Kelsey, precipitandosi dietro la scrivania, nel punto in cui l'oggetto era caduto.
«Nessun problema» la rassicurò Eric mentre chinava il busto per raccogliere il disco azzurro senza scendere dalla sedia.
Poiché anche Kelsey aveva avuto la stessa idea, si abbassò proprio nel momento in cui lui si muoveva. Evitarono una spiacevole collisione solo perché le loro mani si sfiorarono prima che le loro teste potessero scontrarsi. Alzarono gli occhi. I loro sguardi si incrociarono e, quando Kelsey non distolse il proprio, Eric si rese conto di una cosa davvero strana. Lei voleva che lui la baciasse. Nei tre giorni precedenti non lo aveva evitato per paura, era rimasta alla larga per scongiurare la possibilità di trovarsi nella stessa stanza con lui perché lo trovava attraente. Se fosse stato il tipo da azzardare pronostici, Eric avrebbe indovinato che in lei ardeva lo stesso fuoco che sembrava accendersi in lui a ogni incontro.
La vocina interiore tornò a farsi sentire, a sussurragli all'orecchio. È la tua donna.
La tua donna.
Quelle parole divennero una nenia ipnotica mentre Eric si chinava in avanti e Kelsey si allungava per incontrarlo.