La preferita del capo
di SUSAN MEIER
Quando Kelsey Cramer Delaney ritorna a Portage, la sua città natale in Pennsylvania, dopo la morte del marito, l'ultima cosa che si aspetta è di andare ad abitare accanto al suo primo amore. Eric non è affatto contento di vederla, né tanto meno di abitare in un quartiere periferico. È tornato alle origini solo perché l'ex moglie lo ha tradito e ha avuto pure la sfacciataggine di prendersi metà della sua azienda di successo.
L'ultima cosa che Eric desidera è restare imbrigliato in una relazione con Kelsey.
Soprattutto da quando lei inizia a lavorare per lui.
«No, non ti assumerò come assistente.»
«E dai, Eric! Ho bisogno di un lavoro.»
«Sì, be', e io vorrei mantenermi lucido per il resto della vita.» Sostenne il suo sguardo per diversi secondi, poi lo distolse.
I suoi occhi indugiarono un po' più di quanto Kelsey si sarebbe aspettata. Se non lo avesse conosciuto, avrebbe immaginato che l'uomo in questione non volesse lavorare con lei perché la trovava ancora attraente.
Ma non poteva essere questo il caso di Eric. Prima di tutto perché lui l'aveva scaricata dieci anni prima. Un uomo non lascia la donna da cui è attratto senza una buona ragione e lui non gliene aveva mai fornita una. Secondo, lei non era più giovane e carina. Aveva messo su qualche chilo, i suoi capelli erano spenti e aveva le spalle ricurve. La vita l'aveva presa a schiaffi e si vedeva. Non era proprio possibile che fosse attratto da lei.
«Eric, se non fossi disperata, non sarei qui. E non renderò terribile la tua vita. Non sono il tipo da rendere un inferno la vita degli altri, mi conosci. Sono la stessa di dieci anni fa.»
Lo guardò di nuovo in volto. I suoi occhi sembravano risplendere, ma non di rabbia o frustrazione, come quando gli aveva preso per sbaglio il giornale. Questa volta risplendevano per qualcosa di un po' più personale, un po' più... pericoloso.
I nervi le attanagliarono lo stomaco e lei desiderò rimangiarsi tutto ciò che aveva detto, perché gli aveva appena ricordato che erano stati amanti. Giovani, insaziabili amanti, impazienti ed entusiasti come due cuccioli impazziti.
Grandioso.
Adesso ricordava anche lei perché un tempo avesse sopportato la sua pignoleria: aveva creduto che ne sarebbe valsa la pena. Se ricordava bene – e, al momento, stava rivivendo con chiarezza certi dettagli – ne era valsa davvero la pena.
Temendo il peggio, Kelsey incrociò ancora il suo sguardo. Mentre alcuni degli scenari più memorabili si susseguivano nella sua mente, l'espressione degli ardenti occhi verdi di Eric per poco non le fece piegare le ginocchia. Oddio, cos'aveva combinato?
Ma, prima che avesse il tempo di formulare le parole che l'avrebbero tolta dai guai, lui domandò: «Com'è possibile che creare una società multimilionaria e perderla alla morte di tuo marito non ti abbia cambiata?».
Momentaneamente confusa dalla reazione di Eric, Kelsey si limitò a fissarlo, finché comprese che lui non aveva ricordato le stesse cose che aveva ricordato lei. Se aveva una strana espressione sul viso, era perché lo aveva spiazzato, non perché era attratto da lei.
Kelsey avrebbe dovuto provare sollievo per il fatto che la mente di Eric non fosse tornata laddove lei aveva creduto, eppure le parve un insulto che lui non avesse ricordato la passione un tempo condivisa. Era avvilente. Era degradante, considerato che per lei quel che c'era stato fra loro era memorabile. E, in modo irrazionale, questo non la fece arrabbiare. Più che altro ferì i suoi sentimenti.
«Non sei amareggiata? Non sei arrabbiata? Com'è possibile che tu sia la stessa? E come puoi credere che questi dieci anni non ti abbiano cambiata?»
«Hai ragione, Eric, sono amareggiata. Sono arrabbiata. E questi dieci anni mi hanno resa una perfida strega.» Detto questo, attraversò la cucina e si fiondò fuori dalla porta con tutto lo stile di un'eroina ferita, eppure in un certo qual modo fiera, impersonata da Bette Davis.
Ovvio che lui non ricordasse ciò che avevano condiviso. Lui era un uomo e gli uomini non ricordano mai cose come i baci nel parco o l'aver fatto l'amore al chiaro di luna. Si ricordano il sesso, ma di certo non la passione. Né l'amore.