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La preferita del capo

di SUSAN MEIER

Quando Kelsey Cramer Delaney ritorna a Portage, la sua città natale in Pennsylvania, dopo la morte del marito, l'ultima cosa che si aspetta è di andare ad abitare accanto al suo primo amore. Eric non è affatto contento di vederla, né tanto meno di abitare in un quartiere periferico. È tornato alle origini solo perché l'ex moglie lo ha tradito e ha avuto pure la sfacciataggine di prendersi metà della sua azienda di successo.
L'ultima cosa che Eric desidera è restare imbrigliato in una relazione con Kelsey.
Soprattutto da quando lei inizia a lavorare per lui.

12

Il giorno seguente Eric fissava Kelsey alla sua postazione mentre scriveva a computer. Se la sua schiena si fosse irrigidita un po' di più, aveva il timore che si sarebbe spezzata. Ma non poteva dirle niente. Non osava dirle niente. Doveva avercela a morte con lui perché l'aveva baciata ed Eric sapeva che, se era andata in ufficio quel giorno, era solo per paura di restare senza soldi.

Kelsey digitò le ultime parole, poi si voltò a sistemare qualcosa nella stampante. Perplesso, irritato, Eric continuò a guardarla. Non voleva che lei gli piacesse tanto, eppure gli piaceva. Gli era sempre piaciuta. Era stata il suo primo amore e lui sapeva che non l'avrebbe mai dimenticata. Si convinse che era questo il motivo per cui odiava tanto il fatto che lei lo detestasse. Non perché voleva piacerle adesso, nel presente, ma perché il problema fra loro, il passato che forse causava tutti i suoi sentimenti negativi verso di lui, poteva essere spazzato via da una spiegazione.

Se le avesse parlato, però, lei avrebbe provato pietà per lui. E in quella città c'erano già fin troppe persone che lo facevano. Non gliene serviva certo un'altra.

E allora cosa vuoi? La vocina nella sua testa lo tormentava. Cosa vuoi?

Non lo sapeva. Non ne aveva la più pallida idea. Di una cosa soltanto era certo: non voleva che lei lo odiasse.

Kelsey si alzò dalla sua postazione ed Eric trasse la conclusione che il documento al quale stava lavorando doveva essere stato stampato. Per evitare che lei si accorgesse che l'aveva osservata, si finse impegnato a leggere la relazione per l'incontro del pomeriggio con Sabrina.

«Ecco il rendiconto spese del mese scorso» annunciò Kelsey entrando nella stanza.

«Grazie.»

«Prego.» Lasciò i due fogli sulla scrivania di Eric e fuggì.

Lui decise che non si sarebbe lasciato infastidire da quel gesto. Forse era un bene che lei lo odiasse. Mentre la guardava tornare alla postazione, il suo sguardo scese sulle gambe di Kelsey ed Eric sorrise all'ironia della situazione. Doveva essere il primo uomo nella storia a essere contento di non piacere a una bella donna.

Il pranzo con la società di pubbliche relazioni vincitrice dell'appalto per la realizzazione del video promozionale della Sponsky Metals per l'anno in corso si protrasse più a lungo del previsto ed Eric si ritrovò a fremere, ansioso di tornare in ufficio in tempo per l'incontro con Sabrina.

Quando arrivò, passò davanti alla postazione di Kelsey alla quale trovò Sabrina che rileggeva i suoi documenti. «Ehilà» lo salutò la donna.

«Ehi» rispose lui, guardando il direttore delle Risorse Umane. «Dov'è Kelsey?»

«Mi ha detto che uno dei suoi figli era malato e che doveva tornare a casa. A dire il vero» proseguì Sabrina con una smorfia, «nemmeno lei aveva una bella cera oggi. Ho paura che si sia presa lo stesso virus dei bambini.»

«Oh» disse Eric, facendo cenno alla donna di seguirlo nel suo ufficio. «Speriamo di no» aggiunse, pur avendo la netta sensazione che il malanno di Kelsey non avesse nulla a che vedere con l'influenza. Dal modo in cui la sua assistente si era comportata per tutto il giorno, sapeva per certo che odiava lavorare con lui. E adesso lui si trovava a domandarsi se i suoi figli stessero davvero male, o se Kelsey fosse semplicemente andata a casa per escogitare un modo di lasciare il posto per cui lo aveva pregato di assumerla solo qualche settimana addietro. Prima che lui la baciasse.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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