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La preferita del capo

di SUSAN MEIER

Quando Kelsey Cramer Delaney ritorna a Portage, la sua città natale in Pennsylvania, dopo la morte del marito, l'ultima cosa che si aspetta è di andare ad abitare accanto al suo primo amore. Eric non è affatto contento di vederla, né tanto meno di abitare in un quartiere periferico. È tornato alle origini solo perché l'ex moglie lo ha tradito e ha avuto pure la sfacciataggine di prendersi metà della sua azienda di successo.
L'ultima cosa che Eric desidera è restare imbrigliato in una relazione con Kelsey.
Soprattutto da quando lei inizia a lavorare per lui.

13

Kelsey non aveva bisogno di andare ad aprire per sapere che era stato Eric a bussare alla porta di casa sua. Innanzitutto perché, a parte i suoi familiari, era l'unica persona che usava la porta sul retro. Secondo, perché era certa che lui avesse percepito il suo disagio a lavorare fianco a fianco. Consapevole del fatto che due persone nervose non erano l'ideale per formare una squadra, Eric era probabilmente andato a licenziarla.

Kelsey aprì la porta ed eccolo lì, la cravatta motivo cachemire allentata, la giacca del completo aperta, la ventiquattrore ancora in mano, come se avesse appena lasciato l'ufficio. Per ragioni note solo a Dio e al destino, le sembrava ancora stupendo. «Ciao.»

«Ciao. Posso entrare?»

Lei fece spallucce. «Certo. Immagino che tu sia qui per licenziarmi.»

«Licenziarti?» disse sbalordito. «Non sono qui per questo. Ma credo di meritare una spiegazione.»

Le sue parole la lasciarono perplessa. «In merito a cosa?»

«Al fatto che te ne sei andata prima dall'ufficio, tanto per cominciare. Ma non mi dispiacerebbe anche sentire perché non mi permetti di scusarmi con te per averti baciata.»

«Probabilmente perché per me sarebbe un insulto e un'umiliazione.» Le c'era voluta solo una notte di sonno perso per capirlo. «So di aver messo entrambi in una posizione compromettente. So che forse ti sei sentito in dovere di baciarmi. Ma non c'è bisogno che tu faccia lo stronzo, so di non piacerti. Ti avevo promesso che fra noi non sarebbe nato niente. Mi sento già abbastanza stupida da sola, Eric, non c'è bisogno che tu peggiori la situazione con le tue scuse.»

Con sua grande sorpresa, lui scoppiò a ridere. «È questo che credi sia successo?»

Le guance che arrossivano, Kelsey mantenne comunque la testa alta. «Sì.»

«Be', allora la mia versione della storia ti entusiasmerà.»

Confusa, lo guardò con sospetto.

«Perché la mia versione suona pressappoco così: pensavo fossi stato io a farti sentire in dovere di baciarmi. Ero dispiaciuto perché un capo dovrebbe essere più controllato, ma io non lo sono stato. Onestamente» disse, posandole una mano dietro la nuca, «mi hai preso alla sprovvista. E quello che volevo dirti adesso e tutte le altre volte in cui ho cercato di scusarmi con te è che non hai nulla da temere da parte mia.»

«Oh.» Rossa in viso, Kelsey era pietrificata.

«Così adesso sappiamo entrambi di non avere nulla da temere.»

Per qualche motivo che a lei pareva strano e che le fece venir voglia di ridere. «Immagino sia così.» Poi Kelsey fece un respiro profondo per contenere la risata e aggiunse: «Allora perché credi sia successo?».

Eric la guardò. «Il bacio?»

Lei annuì.

«Be', immagino che fra noi ci sia ancora dell'attrazione residua.»

«Ha senso. Tu sei un tipo ancora piuttosto attraente.»

Lui sorrise mesto. «Grazie. E tu sei una donna ancora molto attraente.»

«Grazie» gli rispose. All'improvviso le punte dei suoi piedi divennero molto interessati, perché era terrorizzata all'idea di guardarlo in viso. Non gli aveva fatto un complimento per riceverne uno a sua volta ma, adesso che lo aveva ricevuto, doveva ammettere che era piacevole. Molto, molto piacevole. Non ricordava l'ultima volta che qualcuno le avesse detto di trovarla attraente. Santo cielo, Larry non glielo aveva più detto da anni!

«Sai di esserlo, vero?» le chiese Eric, la voce leggera, quasi un sussurro.

Lei ricacciò indietro le lacrime. Perché proprio lui? Perché adesso? Perché doveva essere attratta dall'uomo che le aveva già spezzato il cuore?

Eric le mise un dito sotto al mento e le fece sollevare il viso affinché lo guardasse. «Non mi credi.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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