Il dolce ritorno di Blake
di SHARON KENDRICK
Dopo una rovente notte d'amore, Blake Devlin ha lasciato Josephine Spencer senza una parola. Un anno e mezzo più tardi, Josephine è stata di nuovo abbandonata, stavolta dal suo irresponsabile marito che se n'è andato con la sua migliore amica e tutto il suo denaro! E il latore di questa notizia è stato... Blake! Adesso lui si sente responsabile di offrirle un lavoro e un alloggio. Le nasconde qualcosa?
SHARON KENDRICK, autrice della prima puntata della romanticissima miniserie dei KAREDES su HARMONY COLLEZIONE, conferma il suo talento nel raccontare le mille sfumature di un amore.
Capitolo 1
Iniziò dai fianchi, i fianchi più deliziosi che avesse mai visto, poi i suoi occhi si spostarono lentamente sulle ginocchia e da lì, a poco a poco, sempre più su.
Dall'altra estremità della sala, le accarezzò con sguardo pieno di approvazione il busto sottile, i seni sodi e i capelli color del fuoco. Lasciò per ultimo il viso, e quando, infine, il suo sguardo raggiunse i profondi occhi color smeraldo e le labbra rosee e carnose, per poco il calice di champagne non gli scivolò di mano.
"Josephine?" mormorò incredulo, con un filo di voce. Vedendo che lei non si muoveva, le si avvicinò. "Ma... sei proprio tu?"
Josephine sentì che il cuore cominciava a martellarle nel petto, le mani lievemente sudate. Ma non era solo perché aveva di fronte il più affascinante tra gli uomini presenti. No. Lui aveva sempre avuto quell'effetto su di lei.
"Certo, Blake" gli rispose, un sorriso forzato sulle labbra. "Mi hai riconosciuto, immagino."
Pausa.
"No, invece." L'ultima volta in cui l'aveva vista, aveva l'apparecchio ai denti e le lentiggini. La ragazza della porta accanto, acqua e sapone. Nel piccolo paesino dove abitavano praticamente l'aveva vista crescere, da quando era una bambina fino all'adolescenza. E adesso? Blake deglutì, anche se il bicchiere era oramai vuoto. "Sei… sei cresciuta all'improvviso, mi pare."
"Ho ventitré anni ora, Blake" gli ricordò lei con dolcezza.
"E vivi a Londra?" provò a indovinare lui.
"Sì. E tu?"
"Mmm..." Santo cielo, quanto era bella! Bellissima, anzi. "Da quanto tempo non ci vediamo?"
Josephine lo fissò negli occhi color azzurro ghiaccio. Avrebbe saputo dirgli il minuto esatto. "Devono essere più o meno sette anni" rispose, invece, con finta indifferenza. "Non da quando te ne sei andato via, comunque."
Blake non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. "Che lavoro fai?" si informò.
"La modella."
Modella. Sì. Sarebbe bastato questo a spiegare quell'improvvisa trasformazione da brutto anatroccolo a splendido cigno.
"Una di successo?" le domandò.
Josephine si trincerò dietro un sorriso pieno di modestia. "Più o meno." Sorseggiò un po' del suo drink e gli sorrise di nuovo. "E tu, invece?"
Quel sorriso lo rapì. "Sono un venture capitalist, cioè un finanziatore di nuove imprese."
"Una specie di bandito, insomma!"
Blake scoppiò a ridere. "Dici?" Un bandito avrebbe potuto anche rapirla e portarsela a letto. Cosa che lui, piuttosto insolitamente, avrebbe proprio desiderato fare. "Ne ho forse l'aspetto?"
Sì, pensò lei, ma scosse il capo in segno di diniego. "No, scherzavo!"
"Ti va un altro drink?" Le labbra gli si incurvarono in un sorriso. "Oppure preferisci ballare?"
Come se dovesse chiederglielo! Ma Josephine si strinse nelle spalle, come se davvero entrambe le possibilità le fossero indifferenti. "Adoro ballare" ammise.
Normalmente Blake, a questo punto, si sarebbe sentito libero di decidere, né riusciva a ricordare l'ultima volta in cui aveva danzato con una donna che non fosse Kim. Ma l'opportunità di stringerla tra le sue braccia era troppo allettante per farsela scappare. "Anche io. Andiamo, allora."
Il destino doveva aver avuto un occhio di riguardo nei suoi confronti, perché proprio in quel momento la musica rallentò, e quando Blake la prese tra le braccia, Josephine sentì che la testa cominciava a girarle per la vicinanza improvvisa con quel corpo atletico e muscoloso.
"Mi… mi piace questa canzone" balbettò, tremando.
"Mmm." Quanto gli piaceva l'aroma vanigliato del suo profumo!
Con apparente noncuranza, Blake la strinse ancora più vicino a sé, affondandole le labbra tra i capelli. Del tutto impreparata, Josephine sentì un flusso di calore infiammarle la pelle.
Quando le sue morbide curve aderirono al suo corpo come burro, Blake si sentì bruciare di desiderio, e dalle labbra gli uscì un lieve gemito.
Forse la cosa più saggia sarebbe stata accompagnarla a casa e augurarle la buonanotte.
Meglio farlo subito, anzi.
Ma era sedotto dal chiaro di luna e dal modo in cui lei camminava, da come lo faceva ridere. Senza contare che un passato condiviso poteva produrre un senso di nostalgia… e la nostalgia poteva provocare degli effetti inattesi e potenti.
Prese un caffè. E poi un altro, mentre gli occhi di Josephine con i loro bagliori smeraldini lo ipnotizzavano sempre di più.
"Credo sia ora che vada" disse Blake con riluttanza.
"Anch'io. È stato bello."
"Già… "
"Buonanotte, Blake" mormorò Josephine, persa nell'azzurro dei suoi occhi.
"Ciao, Josephine."
L'avrebbe mai più rivisto? si domandò lei. E quando si alzò in punta di piedi per sfiorargli le guance in un bacio di saluto - le sue labbra si scontrarono contro la peluria del suo viso - un brivido di piacere le percorse la schiena, lasciandola senza fiato.
Blake sentì qualcosa di inspiegabile esplodergli dentro. Girando la testa, le catturò le labbra, conscio che quello sarebbe stato solo il primo passo verso la camera da letto.
"Di solito non mi comporto così" le sussurrò all'orecchio, mentre il bacio diventava sempre più appassionato.
Nemmeno lei, ma ancora una volta la bocca di Blake era sulla sua, e le parole le morirono in gola.
Per Josephine era stata la notte più bella di tutta la sua vita, ma il mattino seguente Blake l'aveva lasciata senza chiederle di rivedersi ancora, e qualche tempo dopo era venuta a sapere che era ritornato da Kim e si erano fidanzati ufficialmente.
Qualche settimana più tardi Josephine aveva incontrato suo cugino Luke, e tre mesi dopo si erano sposati.