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Il dolce ritorno di Blake

di SHARON KENDRICK

Dopo una rovente notte d'amore, Blake Devlin ha lasciato Josephine Spencer senza una parola. Un anno e mezzo più tardi, Josephine è stata di nuovo abbandonata, stavolta dal suo irresponsabile marito che se n'è andato con la sua migliore amica e tutto il suo denaro! E il latore di questa notizia è stato... Blake! Adesso lui si sente responsabile di offrirle un lavoro e un alloggio. Le nasconde qualcosa?

Capitolo 8

I finesettimana sarebbero stati il momento peggiore, decise Blake. Durante la settimana, almeno, le giornate erano piene di impegni in ufficio e le serate trascorrevano tra le mille incombenze che c'erano ancora da sistemare. Ma il primo sabato di Josephine a casa sua lo stava facendo sentire irrequieto come una tigre in gabbia.
Si era appena imbattuto in lei fuori dal bagno, e la pressione gli si era alzata fino al soffitto. Niente occhiali o gonnelline da perfetta segretaria, ora, aveva pensato con irritazione. Solo due lunghe, morbide braccia imperlate di gocce d'acqua e i capelli bagnati sciolti sulle spalle, a sfiorare con erotica delicatezza i seni.
"Non puoi metterti qualcosa?" inveì d'istinto.
"Era proprio quello che stavo cercando di andare a fare!" replicò lei seccata. Ma intanto le sue guance erano diventate rosso fuoco. Non le era sfuggito l'improvviso incupirsi dei suoi occhi, né l'espressione ardente che gli aveva attraversato il viso. "Se… se mi fai passare."
"Ai tuoi ordini" rispose Blake con sarcasmo, spostandosi di lato. Ma per quanto si fosse appoggiato alla parete, continuava a sentire il calore che emanava da quel corpo bellissimo, coperto solo da un grande telo da bagno.
"Grazie." Josephine lo oltrepassò. La vicinanza forzata indotta dal luogo dove si trovavano la rendeva, se possibile, ancora più conscia della virilità di Blake, del suo viso dai tratti mascolini, della forza delle sue gambe, evidenziata dalla stoffa stretta dei jeans.
Si richiuse la porta della camera da letto alle spalle con mani tremanti, percependo un improvviso flusso di sangue raggiungerle la punta dei seni. Blake non era immune dal suo fascino, realizzò, e per lei valeva la stessa considerazione. Anche se, ne era certa, lui odiava se stesso perché, pur disprezzandola, la desiderava da impazzire.
Quando finì di vestirsi, Blake era in salotto e stava bevendo un caffè. Sentendola entrare, la guardò e subito si chiese come mai, ogni volta che se la trovava davanti provava l'impulso irresistibile di portarla nel letto più vicino. Lottando per cercare qualcosa di sensato da dire, la fissò abbozzando un leggero sorriso.
"Com'è andata la tua prima settimana di lavoro?"
Josephine corrugò la fronte, insospettita. Cos'era, una critica in arrivo? "Benissimo, direi."
"Non ha molto a che fare con la moda, vero?"
"No, ma è stimolante essere valutati per le proprie capacità, invece che per l'aspetto fisico."
Blake la guardò, in silenzio. Non aveva mai pensato alla questione in quei termini. "Ma lo stipendio non è un granché."
"Il denaro non è tutto, nella vita" proclamò lei con una punta di orgoglio, un'espressione di sfida sul viso. Gli avrebbe dimostrato cosa sapeva fare! "Senti, Blake… "
"Dimmi, Josephine."
Come le sarebbe piaciuto che lui non le si rivolgesse con quel tono sarcastico! "Io… ehm… " Si bloccò, intimidita dal suo sguardo freddo e interrogativo. "Ho una proposta da sottoporti. Una specie di proposta, diciamo."
La mente di Blake giocò un istante con una fantasia di tipo sessuale. Anche lui, in quel senso, avrebbe avuto un paio di idee da sottoporle! "Davvero? E di che cosa si tratta?"
"Di lavoro."
"Non sto nella pelle" ironizzò lui lanciandole uno sguardo carico di sarcasmo.
"Ti ricordi di Giuseppe Rossi?" gli chiese Josephine, cercando di ignorar quel sorrisetto odioso.
Blake corrugò la fronte, scandagliando negli archivi della memoria. "Il giovane chimico agrario di origine italiana?"
"Proprio lui. È già venuto in ufficio un paio di volte."
"E avete scambiato quattro chiacchiere, vero?" Blake strinse le labbra. Riusciva a immaginarsi benissimo la scena. Il giovane italiano sembrava più una star del cinema che un topo da laboratorio.
"Sì." Josephine emise un profondo sospiro. "Mi ha detto che tu non intendi riceverlo, Blake… "
"Perché non serve" ribatté lui irritato, avendo oramai compreso dove la conversazione stesse mirando. "Non ho nessuna intenzione di investire nella sua azienda, Josephine. Perciò, se è questo che mi vuoi chiedere, risparmia pure il fiato."
"Ma è un ragazzo brillante!" replicò subito lei, ignorando il lampo sinistro che aveva notato nei suoi occhi. "Il diserbante organico a cui sta lavorando sembra un prodotto assolutamente rivoluzionario."
"Insomma, dopo una sola settimana sei già diventata un'esperta?"
"Non trattarmi in questo modo, per favore!"
"Sto cercando di farti capire com'è la situazione. E poi non è il tipo di impresa in cui desideri buttarmi."
"Quindi la mia opinione non conta niente?"
"Perché dovrebbe?" le domandò Blake con voluta arroganza.
"Forse perché sono uscita dal Master in economia con il massimo dei voti e la lode?"
Per quanto impressionato, Blake non lo diede a vedere. "La teoria e la pratica sono cose differenti."
"Però mi hanno insegnato che a volte, solo a volte, dovremmo procedere per istinto, e il mio mi suggerisce che l'idea di Giuseppe Rossi è brillante."
"La mia risposta è no, Josephine." Il tono non ammetteva repliche. "La mia esperienza è maggiore del tuo istinto. Credimi, ho ragione io."
Era come ricevere un calcio sui denti. E non solo per il modo in cui Blake aveva bocciato la sua proposta, ma anche e soprattutto per la sua totale mancanza di fiducia nella sua capacità di giudizio.
"Okay, ho capito: devo riuscire dimostrarti che ti sbagli."

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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