Colpo di fulmine
di SUSAN MEIER
Independence è il secondo nome di Constance Muldoon. Indy, com'è stata soprannominata dalla madre, è abituata a non dipendere da nessuno. Armata di un diploma ottenuto studiando e lavorando, vuole diventare qualcuno. Quando uno strano incontro si trasforma nell'opportunità di imparare da un genio negli affari, si tuffa a capofitto. E tutto sarebbe facile, se solo la smettesse di cullare pericolose fantasie sul suo affascinante datore di lavoro!
Parker non aveva avuto alcuna intenzione di baciare Indy. Semplicemente aveva sottovalutato la sua attrazione per lei e si era trovato a baciarla prima che potesse rendersene conto.
Grazie a lei erano usciti da quella situazione in modo abbastanza dignitoso e ora che sapeva che, per quanto fosse forte la sua attrazione, era certo che non sarebbe più accaduto.
Queste almeno erano le sue sincere intenzioni. Tuttavia il lunedì mattina successivo, quando Indi si presentò in ufficio indossando un altro dei vestiti di Emily e pronta per mettersi al lavoro, ogni buon proposito parve sgretolarsi all’istante e Parker non poté che pensare al sapore delle sue labbra e al calore del suo corpo.
Fortunatamente, Indy parve così assorbita dal lavoro e desiderosa di non pensare ad altro che durante una riunione insieme non gli fu difficile cambiare l’oggetto delle proprie attenzioni.
Deciso a non lasciar emergere l’attrazione che provava nei suoi confronti, durante il tragitto verso la casa di Jim Raymond, Parker parlò di tutto ciò che avrebbero dovuto affrontare con il proprietario della Raymond Enterprises.
Una volta arrivati, però, quando Jim li accolse in sedia a rotelle e fu chiaro che non era in grado di sostenere una riunione, dovettero rinviare ancora una volta l’incontro.
"Perché non mi hai detto che era malato?" s’informò Indy appena restarono soli.
Parker le lanciò una rapida occhiata. Anche se all'inizio aveva aveva interpretato il mancato ricevimento del sabato precedente come una manovra, ora cominciava a credere che la sclerosi multipla di Jim stesse rapidamente peggiorando.
"È per questo che deve vendere. Sa che un giorno non sarà più in grado di condurre l’azienda, e non ha molto tempo per godersi i proventi."
"È terribile!"
"Non preoccuparti. Fortunatamente ha una buona famiglia alle spalle."
La compassione che udì nel tono di Parker le riscaldò il cuore. Lo conosceva da pochi giorni, ma in quel breve lasso di tempo le aveva già dimostrato di non avere solo un accattivante sorriso e un bel corpo. Era molto più che un uomo bello e intelligente. Era una bella persona. E questo era più seducente dell’apparenza o... del modo in cui baciava.
Il solo pensiero del bacio che si erano scambiati le procurò un brivido che si propagò per tutto il corpo. E il ricordo di quelle labbra contro le sue e di quelle forti mani che le cingevano la vita accarezzando le curve dei suoi fianchi le strappò un lieve sospiro.
Combattere contro l’attrazione che si era scatenata fra loro era già abbastanza impegnativo, ma cercare di contrastare anche l’ammirazione che iniziava a provare per lui come persona, be’ questo l’avrebbe messa davvero a dura prova. Senza contare poi che tutto questo avrebbe vanificato il suggerimento di Emily di godersi i vantaggi di un’avventura senza conseguenze con cui riscaldare i ricordi nelle lunghe e solitarie serate invernali.
Inoltre, Indy era abbastanza realistica da riconoscere che innamorarsi di lui sarebbe stato un errore imperdonabile. Venivano da due mondi diversi che non avevano niente in comune. Innamorarsi di Parker non avrebbe avuto alcun senso!
Eppure... ogni volta che lui faceva qualcosa di fantastico, come ciò che stava facendo per Jim, la tentazione di baciarlo diventava così forte che le riusciva difficile persino respirare.
Parker fermò la Mercedes davanti alla villa di Lloyd e stringendo le mani sul volante disse: "Allora, pare che stamattina dovremo lavorare nello studio di Lloyd." Poi la guardò negli occhi e aggiunse: "Da soli."