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Colpo di fulmine

di SUSAN MEIER

Independence è il secondo nome di Constance Muldoon. Indy, com'è stata soprannominata dalla madre, è abituata a non dipendere da nessuno. Armata di un diploma ottenuto studiando e lavorando, vuole diventare qualcuno. Quando uno strano incontro si trasforma nell'opportunità di imparare da un genio negli affari, si tuffa a capofitto. E tutto sarebbe facile, se solo la smettesse di cullare pericolose fantasie sul suo affascinante datore di lavoro!

Capitolo 15

Parker uscì dall’autostrada e, dopo meno di un chilometro, fermò l’auto nel parcheggio di un decoroso motel.
Senza perdere tempo in preliminari - e nonostante l’espressione interrogativa di Indy - si slacciò la cintura di sicurezza e fece lo stesso con quella di lei.
Poi, sempre senza dire niente, la baciò. Un bacio lungo e appassionato, come quello di un uomo che non aspetta altro da una vita. Perché così si sentiva in quel momento: completamente in preda alla passione, ma anche sicuro che, una volta che avessero fatto l’amore, il suo istinto tempestoso si sarebbe acquetato permettendogli di avere con Indy un normale rapporto di lavoro.
Visto che lei non si opponeva, Parker indugiò nel bacio e, cingendole la vita con le braccia, la strinse a sé con trasporto.
Fu sempre lui a interrompere quel travolgente contatto e posando la fronte contro quella di Indy le disse in un sospiro: <Dobbiamo farlo."
Lei rimase in silenzio.
"L’attrazione che proviamo è così forte che, se non facciamo l’amore, finiremo per sentirci ridicoli. E poi, lavorare insieme a San Francisco potrebbe trasformarsi in una vera e propria tortura."
Lei si schiarì la gola. "E... se... facciamo l’amore?"
"Se lo facciamo, ci sono nove probabilità su dieci che finisca tutto in una bolla di sapone solo perché abbiamo soddisfatto la nostra curiosità." Si concesse una pausa e poi aggiunse: "Un desiderio così forte è destinato ad autoconsumarsi."
Anche Indy aveva sempre pensato che un desiderio folle non sarebbe durato a lungo. Ed era il vero motivo per cui non avrebbe voluto far l’amore con lui. Se ciò che li univa era solo un intenso desiderio fisico, una volta che l'avessero soddisfatto l’amore sarebbe svanito fino a scomparire.
E lei non voleva che finisse. Le piaceva troppo l’eccitazione che provava ogni volta che l'aveva vicino, le piacevano i brividi che la percorrevano a ogni minimo contatto con lui e l’emozione che precedeva ogni loro incontro.
D’altra parte, però, non voleva crearsi illusioni. Lo sentiva dentro di sé, di non essere la donna che Parker avrebbe voluto come compagna. Inoltre era certa di non sbagliarsi. L’unica cosa che poteva ottenere da quella storia era un po’ di brivido e tanti sogni che sarebbero rimasti tali.
Certo che... come le aveva detto Emily, sarebbe valsa la pena di passare un pomeriggio con Parker solo per il ricordo che ne avrebbe serbato.
"Pensi che abbia torto?" le chiese lui riportandola alla realtà.
Indy sospirò. "No, non credo."
La strinse di nuovo a sé affondando il viso fra i suoi capelli. "Allora, di che cosa hai paura?"
Era difficile ricordare tutti i validi motivi per cui non voleva far l’amore con lui, soprattutto adesso che era fra le sue braccia. E poi... voleva un ricordo da custodire dentro di sé.
In fondo aveva già capito di non essere la donna dei suoi sogni quindi una volta finito si sarebbe rassegnata.
Non era poi così difficile!
O almeno così sperava.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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