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Colpo di fulmine

di SUSAN MEIER

Independence è il secondo nome di Constance Muldoon. Indy, com'è stata soprannominata dalla madre, è abituata a non dipendere da nessuno. Armata di un diploma ottenuto studiando e lavorando, vuole diventare qualcuno. Quando uno strano incontro si trasforma nell'opportunità di imparare da un genio negli affari, si tuffa a capofitto. E tutto sarebbe facile, se solo la smettesse di cullare pericolose fantasie sul suo affascinante datore di lavoro!

Capitolo 19

Parker non si oppose alla sua decisione e non fece niente per trattenerla.
Anche se una parte di lui avrebbe voluto richiamarla indietro, consapevole che altrimenti non l'avrebbe più rivista, un'altra parte non se la sentiva di prendersi alcun impegno nei suoi confronti.
Lui non era il tipo di uomo che poteva tuffarsi in una relazione stabile, né tantomeno sposarsi. Se avesse compiuto un simile passo con lei, avrebbe rischiato di farla soffrire inutilmente.
Così preparò le valigie e partì da Boston prima dell'imbrunire, certo che la decisione di Indy in merito a San Francisco fosse giusta.
Ma il lunedì mattina, seduto alla scrivania del suo ufficio - il posto dove non avrebbe certo dovuto pensare a una donna che non era neppure mai stata lì - si rese conto che gli mancava da morire. E come se non bastasse, davanti a ogni decisione importante, si trovò automaticamente a chiedersi che avrebbe detto Indy o come avrebbe potuto aiutarlo.
Sempre perso nel pensiero di lei, ripercorse il contratto che Jim Raymond aveva firmato e rilesse il programma originale della Raymond Enterprises, nella speranza di liberarsi dal fastidioso senso di colpa per non aver ascoltato le osservazioni di Indy. Si illudeva di liberarsi anche dal pensiero di lei, per caso?
Ma accadde esattamente il contrario.
Quando si rese conto che le idee di Jim per l'espansione dell'azienda erano in realtà molto brillanti, e che solo i suoi limiti fisici gli avevano impedito di attuarlo, capì che Indy aveva intuito la situazione ma non era stata in grado di esprimerla in modo concreto a causa della sua scarsa esperienza.
Jim era davvero l'uomo in grado di guidare l'espansione della Raymond Enterprises. Aveva solo bisogno di aiuto.
Così, decidendo che rettificare la situazione con Jim l'avrebbe aiutato a esorcizzare il pensiero di Indy, Parker corresse il contratto in modo che Jim Raymond restasse nell'azienda come presidente con un nuovo staff dirigenziale.
Il giovedì successivo partì per Boston, il giorno seguente Jim avrebbe firmato il nuovo contratto.
Sapendo che Indy non lavorava più per Lloyd Winters perché Emily le aveva trovato un nuovo impiego, una volta all'aeroporto, Parker compose il numero del cellulare di Lloyd.
"Ehi, vecchio, come stai? Ti dispiace se passo il weekend da te?"
"Non potresti scegliere un momento migliore." Fu la risposta di Lloyd. "Stasera ho invitato degli amici per un pokerino."
"Oh, non vorrei impormi..." Parker esitò mentre qualcosa gli diceva che era esattamente ciò di cui aveva bisogno: un'intera serata passata a fare quello che gli piaceva prima che il lavoro rubasse tutto il suo tempo.
"Non essere sciocco! Solo poker, birre e salatini. E poi, uno in più al tavolo significa un po' più soldi da vincere per me." Lloyd scoppiò a ridere di gusto.
Anche lui rise di rimando. In realtà, qualche ora più tardi - seduto al tavolo del poker, con un sigaro in bocca, un bicchiere di bourbon di fianco e delle belle carte in mano - si rese conto di annoiarsi terribilmente.
"Vado a prendere del ghiaccio" disse senza sorprendersi quando Lloyd lo seguì. Intuendo quali fossero i suoi pensieri, l'amico gli chiese: "L'hai aiutata a trovare un lavoro?"
"No. È stata Emily a occuparsi di tutto." Lloyd fece una pausa poi aggiunse: "Indy è una ragazza molto in gamba." Gli sorrise. "Adesso sembra molto contenta."
Con la scusa di staccare i cubetti di ghiaccio, Parker sbatté il contenitore con tanta forza che per poco non lo spezzò in due. Non si era mai annoiato in compagnia di Indy e lei era molto felice per conto suo! "Bene, sono contento per lei" si limitò a sibilare fra i denti.
"Eh, sì, siamo tutti molto fieri della nostra piccola Indy." Lloyd sorrise. "Anzi, sto pensando di farla conoscere a uno di quei ragazzi."
"Quali ragazzi?" chiese Parker girandosi di scatto.
"Quelli che stanno giocando con noi" rispose il vecchio come se fosse ovvio. "Mia sorella mi ha ricordato che ho ottimi collaboratori e che la maggior parte di loro è single. Vorrei che uno di loro sposasse Emily, ma ne restano altri cinque..."
Pensando agli uomini attorno al tavolo, tutti di bell'aspetto, di buona cultura e con ottime doti manageriali, Parker fissò Lloyd che sorrideva soddisfatto e non ci trovò niente di divertente.
Molto probabilmente la prossima volta che avesse incontrato Indy sarebbe stato a una cena organizzata dal CEO della Wintersoft in suo onore per annunciarne il fidanzamento.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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