Il diamante
di DIANE GASTON
Miss Amanda Reynolds è rimasta senza parole nell’apprendere la condizione inserita nel testamento del padre defunto: per ricevere il suo patrimonio, deve sposarsi al compimento del ventunesimo anno: entro quattro settimane! E lei ha appena rifiutato il Duca di Greythorne... Le rimarrebbe una chance. L'affascinante ma sdegnoso capitano Christian Ramsford, l'unico uomo immune al suo fascino.
Amanda passò la notte insonne a pensare alla clausola che il padre aveva inserito nel suo testamento. Forse temeva che sarebbe diventata troppo indipendente, come del resto era stata sua madre, se non si fosse sposata giovane.
Il debutto di Amanda in società era previsto a diciotto anni, ma sua madre era morta in un incidente in carrozza proprio quell'anno. Dopo aver osservato il convenzionale periodo di lutto, suo padre si era ammalato e anche lui era morto. Perciò questa era la sua prima Stagione. Il suo tutore, un funzionario della Banca d'Inghilterra che non aveva mai conosciuto, aveva incaricato zia Ellen di agire in qualità di chaperon, sebbene Amanda l'avesse incontrata solo un paio di volte in vita sua.
Del resto, aveva a malapena conosciuto i suoi genitori. La sua bella ed elegante madre era solita passare da un evento sociale all'altro, mentre suo padre seguiva le corse dei cavalli o partecipava a battute di caccia. Alla sua morte, la sola casa che Amanda avesse mai conosciuto era andata a un lontano cugino, mentre a lei era toccato l'ingente patrimonio. O almeno così aveva sempre pensato.
«Ero sicura che avresti sposato Lord Greythorne» le aveva spiegato Ellen la notte prima, al termine del ballo. «E i tuoi tutori pensavano non ci fosse bisogno di informarti della clausola.»
E adesso, come avrebbe potuto trovare un marito in quattro settimane, quando la Stagione era quasi alla fine?
Ellen raggiunse Amanda nella sala della colazione, le occhiaie che rivaleggiavano con quelle della nipote. Parlarono del previsto viaggio per Brighton con Lady Catsworth organizzato per quel giorno, ed Ellen sostenne che sarebbe stato meglio disdirlo.
Il maggiordomo apparve nella sala. «Lord Greythorne chiede di vedervi, Miss Reynolds.»
Zia Ellen le lanciò uno sguardo implorante. «Se rinnova la sua offerta, devi accettarla questa volta. Ti prego, Amanda.»
Mai e poi mai! Non le importava se fosse diventata una mendicante, oppure una... una...
Guardò Ellen, che dipendeva da lei per il sostegno finanziario: il suo destino, insomma, era anche quello di sua zia. Non avrebbe sposato Greythorne, ma aveva bisogno di un marito. L'immagine del capitano Ramsford - il suo paladino - della sera precedente, le balenò nella mente.
Scosse il capo tristemente. Il capitano l'aveva salvata da Greythorne, ma non nutriva alcun interesse per lei. Non l'aveva più avvicinata dopo il ballo; anche prima di quella sera, del resto, non le aveva mai rivolto la parola a parte in quelle poche occasioni in cui si erano incontrati insieme al suo compagno d'armi, Lord Devlin.
Devlin! All'improvviso Amanda si illuminò. Devlin la trovava piacevole, e anche lui aveva bisogno di sposarsi. Poteva sposare lei!
Facendosi coraggio, si alzò. «Vedrò Greythorne.»
Lord Greythorne, curato ed elegante come sempre, l'aspettava in salotto. «Amanda, voglio sapere perché mi avete respinto!» esordì afferrandole il braccio come aveva fatto la notte prima.
Amanda guardò la sua mano con durezza. «Non avete il permesso di chiamarmi con il mio nome di battesimo, né di toccarmi.»
Lui la fissò. «Non vi permetterò di prendervi gioco di me.»
«E io non vi permetterò di farmi del male!» Fissò i suoi occhi da rettile, decisa a non cedere. Il silenzio teso tra loro divenne ancora più palpabile.
Poi lui la lasciò andare, fingendosi contrito. «Perdonatemi. Il desiderio di voi mi fa impazzire...»
«Smettetela.» Lei non credeva una sola parola. Era meglio mettere fine subito a quell'incontro, così si diresse verso la porta. «Non vi devo alcuna spiegazione. Accettate la mia decisione e non insistete oltre, per piacere.»
Aprì l'uscio e trovò il maggiordomo che veniva verso di lei. «Un altro gentiluomo chiede di vedervi, Miss Reynolds.»
Il capitano Ramsford apparve dietro di lui. «Buongiorno, Miss Reynolds.»
«Capitano...» Non poteva credere ai suoi occhi.
Lui si rivolse a Greythorne. «Mi pareva di aver riconosciuto la vostra carrozza qui fuori, Greythorne.»
«Che cosa diavolo state facendo qui?» scattò Greythorne.
Il capitano sollevò un sopracciglio. «Sono qui per un fidanzamento.»
Fidanzamento? Amanda spalancò gli occhi. «Lord Greythorne se ne stava giusto andando» disse.
Furibondo, Greythorne lasciò la stanza.
Ramsford arrossì un poco. «Ho visto la sua carrozza fuori. In caso contrario, non mi sarei mai permesso...»
Il cuore di Amanda accelerò per l'eccitazione. «Vi sono grata ancora una volta, capitano. Accomodatevi, suonerò per il tè.»
Lui scosse il capo. «Non posso restare.»
«Volete rompere il fidanzamento?» Gli lanciò uno sguardo divertito.
Ramsford distolse lo sguardo. «Sapete bene che era un trucco.»
«Sì, ma… perché?» chiese lei quasi senza fiato.
«Pensavo aveste bisogno di aiuto.»
Poteva averne bisogno, infatti. «E voi… mi aiutereste, capitano?»
Un muscolo guizzò sul suo viso. «Sono al vostro servizio, Miss Reynolds.»
A quel punto, lei decise di mettere in pratica il suo piano scellerato. «Concedetemi un momento per vestirmi e per scrivere un biglietto...»
Lui la guardò interrogativamente.
«Poi accompagnatemi da Lord Devlin.»