Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Il diamante

di DIANE GASTON

Miss Amanda Reynolds è rimasta senza parole nell’apprendere la condizione inserita nel testamento del padre defunto: per ricevere il suo patrimonio, deve sposarsi al compimento del ventunesimo anno: entro quattro settimane! E lei ha appena rifiutato il Duca di Greythorne... Le rimarrebbe una chance. L'affascinante ma sdegnoso capitano Christian Ramsford, l'unico uomo immune al suo fascino.

Capitolo 8

La treccia pareva di seta tra le dita di Ram. Amanda aveva lasciato scivolare la coperta lungo il corpo e lui era fin troppo consapevole che solo un sottile velo di mussola separava le sue dita dalla pelle nuda di lei. Continuò a intrecciarle i capelli con destrezza.
«Siete bravo» sospirò lei estasiata. «Portavate il codino come gli Ussari?»
«No, non è per quello.» Lui fece uno sforzo per sembrare impassibile. «Ma ho molte sorelle e non abbastanza domestici.»
«Quante sorelle avete?»
«Quattro. E tutte più giovani.»
Lei sospirò di nuovo. «Io non ho fratelli o sorelle, perciò mi è difficile immaginare come sia. Presumo che uno non sia mai solo.»
«Proprio così, raramente ci si sente soli.» Intanto ram finì la treccia. «Ho bisogno di qualcosa per fermarla, oppure saremo presto daccapo.»
«C'è un nastro nella mia camicia» lo avvertì lei. «Ma non riesco a toglierlo.»
Il nastro ornava il davanti della veste di mussola, e un pezzetto poteva essere sufficiente per fermare i capelli. Ram le porse la treccia e si voltò per prendere un coltellino dalla tasca della giacca. Quando si chinò su di lei, Amanda allargò inavvertitamente la camicia, esponendo allo sguardo i suoi seni nudi. Le mani gli tremavano mentre tagliava un pezzetto di nastro, e si augurò che lei non notasse l'effetto che quella vista gli aveva provocato.
Finalmente riuscì a fermare la coda e lei si lasciò scivolare sotto le coperte. «Credo che dormirò un po’, adesso.»
«Non dormite, Amanda.» Ram la sollevò di nuovo, tenendole le mani sulle spalle per costringerla a guardarlo. «Dovete restare sveglia, lo capite?»
Lei annuì e chiuse gli occhi, reclinando il capo in avanti.
«Maledizione!» Lui la sollevò dal letto e le fece appoggiare i piedi a terra. «Camminiamo, tesoro.»
«No» gemette lei, ma lui sentì che cominciava a reagire.
«Così, amore...» la incoraggiò.
Invece di camminare, lei gli passò le mani sul petto, poi gli circondò il collo con le braccia. Sopraffatto dal desiderio, lui la afferrò alla vita, stringendola a sé. La ragione volò via, mentre un istinto primitivo prendeva il sopravvento.
«Toglietevi gli stivali» mormorò lentamente lei.
«Gli... stivali?»
«Altrimenti disturberete la gente sotto, camminando avanti e indietro.»
Lui rise per quella follia, pensando che lei lo desiderava quando lui desiderava lei. Si tolse gli stivali e le porse il braccio. «Andiamo, Amanda.»
La camera era piccola, solo cinque o sei passi li separavano dalla parete di fronte. Fecero un percorso circolare intorno al letto e viceversa, ma presto lei socchiuse gli occhi e lui temette che si addormentasse.
«Parlatemi» le ordinò subito in tono deciso.
«Bene» rispose lei assonnata. Mossero altri passi prima che si decidesse. «Il tempo oggi è stato buono, vero?»
«Sì.» Ram stava recuperando un po' di controllo.
«È molto meglio di quando piove, non siete d'accordo?»
«Sì, molto meglio» convenne lui.
«Credo che la primavera sia stata fresca. Forse anche l'estate sarà così.»
Girarono e cambiarono direzione. «Amanda?»
«Sì, Christian?»
Il suo cuore compì una capriola al modo in cui pronunciò il suo nome. «Non avete altro di cui parlare, a parte il tempo?»
Lei si fermò. «Perché me lo chiedete?»
Lui la esortò a riprendere il cammino. «Perché mi state facendo addormentare.»
Lei rise, un suono musicale come quello che producevano le dita delle sue sorelle al pianoforte. «Allora forse dovremmo dormire insieme.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo Capitolo 7 Vai a Capitolo Capitolo 9 >