Il diamante
di DIANE GASTON
Miss Amanda Reynolds è rimasta senza parole nell’apprendere la condizione inserita nel testamento del padre defunto: per ricevere il suo patrimonio, deve sposarsi al compimento del ventunesimo anno: entro quattro settimane! E lei ha appena rifiutato il Duca di Greythorne... Le rimarrebbe una chance. L'affascinante ma sdegnoso capitano Christian Ramsford, l'unico uomo immune al suo fascino.
«Tenetela calma e sedata.» Il dottore mise una fiala di laudano nella mano di Ram, poi tossì e barcollò verso la porta, lasciando dietro di sé una scia di gin e di sudore.
Il capitano mise in tasca il laudano. Il medico aveva dato un'occhiata superficiale ad Amanda, limitandosi a controllarle il polso con la mano sporca. Grazie al cielo la paziente era a malapena cosciente, o ne sarebbe rimasta inorridita.
Tenerla sedata! Ram non aveva intenzione di ascoltare quel ciarlatano. In Spagna uno dei suoi uomini aveva perso conoscenza e poi, quando si era riavuto, il dottore aveva raccomandato di non lasciarlo dormire, altrimenti avrebbe potuto non svegliarsi più. «Tenetelo cosciente, e sopravvivrà» gli aveva ordinato.
Così era stato, e così sarebbe stato per Amanda. Lui avrebbe fatto in modo che fosse così.
Tornò al suo capezzale. «Svegliatevi, Amanda!»
Le sue palpebre tremolarono. «N… no.»
Lui le si sedette vicino, sollevandola a sedere e parlandole nel tono gentile che aveva usato spesso con le sue sorelle. «Svegliati, amore. Non dormire più. Su, dai, sveglia, piccola.» Le fece voltare il viso e aprì i suoi occhi con le dita leggere.
Dopo alcuni secondi, lei sembrò destarsi. «Che cosa fate nella mia camera da letto, capitano?»
Lui le scostò i capelli dalla fronte con dita gentili. «Non sono nella vostra camera da letto, siamo in una locanda.»
«Una locanda?» Lei strinse gli occhi. «Mi fa male la testa.»
«Sì» mormorò lui. «Avete fatto una brutta caduta.»
Lei non tentò alcun movimento per allontanarsi da lui. «Non ricordo nulla.»
«Meglio così.» Alcune delle sue forcine erano fuoriuscite dall'acconciatura, e lui le tolse tutte, liberando la chioma bionda sulle sue spalle. Amanda si appoggiò al suo petto, le curve morbide e calde contro il suo corpo.
«Povero tesoro...» mormorò lui.
Bussarono alla porta, e Ram si alzò dopo aver deposto Amanda sui cuscini. La locandiera entrò portando un vassoio di cibo, tè e vino. «Un po' di ristoro per voi e per vostra moglie, milord» annunciò posando il vassoio sul tavolino.
Ram sorrise. «Grazie. Mi chiedevo se potreste restare con... potete fermarvi qualche minuto? Devo parlare con il mio domestico.» Doveva dire a Walter che Miss Reynolds si era ripresa, e doveva avvertirlo che lui aveva un nuovo nome, e una moglie.
«Ve ne andate?» gridò quasi Amanda, spaventata dall’eventualità.
Lui le strinse la mano. «Solo per un momento.»
* * *
Nell'osteria, una stanza piena di fumo, rumori ed effluvi di birra, un uomo diede di gomito al suo compagno. «Eccolo.» Fece un cenno del capo verso il capitano Ramsford, che attraversava la sala per andare a parlare con Walter.
Gli uomini nascosero i volti dietro le mani. «A sua signoria non piacerà per niente. Se la ragazza è ancora tutta d'un pezzo, questo damerino se la porterà a letto» commentò il primo bevendo un sorso di birra.
«Be', è davvero un bella figliola... Anch'io me la porterei a letto» sghignazzò l'altro.
«Stupido!» Il compagno lo colpì alla testa. «Greythorne ti frusterebbe, se ti sentisse parlare così.»
Il capitano attraversò di nuovo la stanza e gli uomini chinarono le teste. Il primo controllò sotto la giacca, dove aveva nascosto un cappello di paglia bianca tutto ammaccato, e sogghignò.