Il diamante
di DIANE GASTON
Miss Amanda Reynolds è rimasta senza parole nell’apprendere la condizione inserita nel testamento del padre defunto: per ricevere il suo patrimonio, deve sposarsi al compimento del ventunesimo anno: entro quattro settimane! E lei ha appena rifiutato il Duca di Greythorne... Le rimarrebbe una chance. L'affascinante ma sdegnoso capitano Christian Ramsford, l'unico uomo immune al suo fascino.
La cerimonia nuziale era come sfuocata nella sua mente. Amanda poteva ricordare soltanto quanto le fosse sembrato bello Ramsford mentre la guardava avanzare verso di lui.
C'erano stati auguri e gioia durante la cerimonia in chiesa e nel corso del pranzo a cui era stato invitato l'intero villaggio. Amanda non conosceva nessuno, tutta la devozione era per Ramsford e per la sua famiglia.
Solo il padre di Ram l'aveva abbracciata come una figlia, ma lei sospettava che avrebbe fatto lo stesso con chiunque, mentre la madre e le sorelle erano apparse nervose. Tutti la trattavano come se fosse distante da loro, quasi un personaggio reale, mentre consideravano Ramsford un agnello tornato all'ovile. Vedere l'amore che circondava il marito la fece sentire ancora più sola. Non c'era nessuno per lei, neppure zia Ellen, che aveva preferito tornare nel suo cottage nel Surrey. Suo malgrado, si sentì salire le lacrime agli occhi, e si precipitò fuori dalla stanza perché nessuno la vedesse piangere.
Salì nella camera che avrebbe condiviso quella notte con Ramsford e si appoggiò alla colonna del letto, stringendo gli occhi per non piangere. Sentì la porta aprirsi e poi Ramsford le passò le braccia intorno al corpo. «Che cosa c'è, Amanda?»
«Non è nulla» gemette lei, nascondendogli il viso contro il petto.
«Non sei dispiaciuta di...» incominciò lui.
«No... no» Gli si aggrappò. «Anche se non avrei dovuto... non avrei dovuto essere così egoista da sposarti, ma lo volevo così tanto...»
Lui la allontanò un poco per guardarla in viso. «Tu... volevi sposarmi?»
Lei sbatté le palpebre sulle lacrime. «Sì. Io... lo so che non era giusto, e ho provato a rifiutarti, ma quando me l'hai chiesto la seconda volta non ho più potuto...»
«Amanda!»
«Sono così dispiaciuta, Christian.» Girò via il viso.
Lui rise. «Volevi sposarmi?»
Le lacrime scorsero libere mentre annuiva.
Lui le prese il mento tra le dita e le sollevò il viso. Con sua sorpresa, la baciò con gentilezza, e lei inalò il suo respiro nella proprio bocca. Gli passò le braccia intorno al collo e ricambiò il bacio. Le labbra di lui si fecero più esigenti, e la sua lingua si spinse in lei. Un attimo dopo le baciava il collo, le orecchie, la pelle intorno alla scollatura dell'abito. «E io desideravo sposare te, Amanda, anche se non avevo speranze che tu mi volessi. Mi sono ripetuto che eri frivola, dicendomi che desideravi soltanto sposarti entro la fine della Stagione e...»
«Avevo bisogno di sposarmi» rivelò lei. «La mia eredità, da cui anche zia Ellen dipende, era vincolata al fatto che mi sposassi prima del mio ventunesimo compleanno.» Gli spiegò la clausola del testamento che aveva scoperto solo da poco.
Lui annuì, serio. «Allora sono io che mi scuso, Amanda, per averti mal giudicato.»
La baciò ancora, e i suoi sensi si destarono in quel modo che lei aveva scoperto per la prima volta quella notte alla locanda. Ram la sollevò sul letto e ben presto i loro corpi si cercarono spasmodicamente in cerca di sollievo, una cosa che lei sapeva avrebbe raggiunto solo quando il matrimonio fosse stato consumato. Fu delusa quando lui la lasciò e si alzò.
Ram si ricompose. «Ci aspettano di sotto per brindare alla nostra salute e felicità.»
Lei si alzò e lo baciò ancora una volta. «Avremo tempo per noi dopo.»
Lui la guardò con il fuoco negli occhi. «Ti amo, Amanda.»
Le lacrime riapparvero, ma erano lacrime di felicità, questa volta. Gli sfiorò il viso. «Ti amo, Christian.»
Si sistemarono i vestiti ridendo e quando lasciarono la stanza abbracciati, Amanda sospirò. «Mi piacerebbe passare la nostra prima notte di nozze alla locanda.»
Lui si fermò, sorridendo. «Perché no? Potremmo essere là in meno di tre ore.»
«Non puoi dire sul serio.» Lo guardò speranzosa. «Lo faresti per me?»
Lui la circondò con le braccia e la baciò. «Mrs Ramsford, io sono al tuo servizio.»